Credo che questo video sintetizzi bene i miei pensieri.
28 novembre 2006
American way
Dopo la breve conferenza del Professor Russel alla "Sapienza" di Roma (conferenza che si è dimostrata una lenta scalata di specchi per un vecchio neocon come il luminare in questione) sono alcuni giorni che rimugino sulla politica estera americana.
Credo che questo video sintetizzi bene i miei pensieri.
Credo che questo video sintetizzi bene i miei pensieri.
27 novembre 2006
26 novembre 2006
Il ritorno
Eccomi qua. Speravate di esservi liberati di me vero? E invece niente.
Comunque non sono certo ricomparso per parlare di me, anche se potrebbe essere una soddisfazione adeguata per il mio straripante ego.
Vengo da voi per annunciarvi la lieta novella. E la lieta novella sarebbe questa: il due Dicembre avremo l'onore di veder sfilare sotto le nostre finestre il "popolo" di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord. A Roma. A Piazza San Giovanni...
Come veder passeggiare un palombaro nel deserto del Sahara.
Ma tra le tante piazze di Roma, proprio a San Giovanni dovevano andare? Non potevano andarsi a sbattere al Circo Massimo, o a Piazza del Popolo o riunirsi in privato a palazzo Grazioli. Certo, magari sarebbero stati un po' stretti, ma basta cenare in piedi e già risolvi il problema delle sedie.
San Giovanni è la nostra piazza! Sono anni che ci si svolge il concerto dei lavoratori (tranne lo sciagurato anno del Giubileo, solo Iddio sa perchè!), sono anni che le nostre manifestazioni finiscono lì in un turbinar di bandiere e di comizi più o meno noiosi, sono lustri che quella piazza simboleggia l'irrequietezza della sinistra e la partecipazione politica che ci ha sempre caratterizzato.
E' un oltraggio e uno scempio doverla vedere imbrattata dalle bandiere forzaitaliote.
Ma è pur vero che i tempi cambiano e che il figlioccio politico del Biscione sta tentando di cambiare disperatamente pelle, nella speranza di non svanire nel fumoso ricordo di un periodo un po' cupo.
In effetti, quelli di Publitalia se la stanno prendendo molto a cuore questa marcetta su Roma. Il web è ormai tempestato di avvisi che implorano i milioni e milioni di accesi sostenitori di Berlusconi di trovare un buchino nell'agenda per una scappata a Roma il due Dicembre. Già i creativi del Cavaliere si sono messi in moto per sfornare gadgets irriverenti da sfoggiare durante la parata (e se poi ci si può anche guadagnare meglio ancora!).
E quelli della Lega stanno distribuendo dizionari tascabili Padano/Italiano-Italiano/Padano e un piccolo prontuario di sopravvivenza, compresi finti baffi neri e coppola, sia mai che qualuno restasse indetro nella giungla di terronia.
Adesso non rimane che attendere. Attendere che se ne tornino da dove sono venuti, intendo.
A parte i dubbi sulla consistenza numerica di questi veri-finti cortei, da navigato marciatore sono perfettamente cosciente che le manifestazioni non servono quasi a nulla.
Mi limito quindi a guardare dall'alto della mia decennale esperienza di piazza questi pischelli (politicamente parlando) che credono che una manifestazione sia come una rivoluzione. Sveglia ragazzi! Lunedì si torna al lavoro!
Comunque non sono certo ricomparso per parlare di me, anche se potrebbe essere una soddisfazione adeguata per il mio straripante ego.
Vengo da voi per annunciarvi la lieta novella. E la lieta novella sarebbe questa: il due Dicembre avremo l'onore di veder sfilare sotto le nostre finestre il "popolo" di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord. A Roma. A Piazza San Giovanni...
Come veder passeggiare un palombaro nel deserto del Sahara.
Ma tra le tante piazze di Roma, proprio a San Giovanni dovevano andare? Non potevano andarsi a sbattere al Circo Massimo, o a Piazza del Popolo o riunirsi in privato a palazzo Grazioli. Certo, magari sarebbero stati un po' stretti, ma basta cenare in piedi e già risolvi il problema delle sedie.
San Giovanni è la nostra piazza! Sono anni che ci si svolge il concerto dei lavoratori (tranne lo sciagurato anno del Giubileo, solo Iddio sa perchè!), sono anni che le nostre manifestazioni finiscono lì in un turbinar di bandiere e di comizi più o meno noiosi, sono lustri che quella piazza simboleggia l'irrequietezza della sinistra e la partecipazione politica che ci ha sempre caratterizzato.
E' un oltraggio e uno scempio doverla vedere imbrattata dalle bandiere forzaitaliote.
Ma è pur vero che i tempi cambiano e che il figlioccio politico del Biscione sta tentando di cambiare disperatamente pelle, nella speranza di non svanire nel fumoso ricordo di un periodo un po' cupo.
In effetti, quelli di Publitalia se la stanno prendendo molto a cuore questa marcetta su Roma. Il web è ormai tempestato di avvisi che implorano i milioni e milioni di accesi sostenitori di Berlusconi di trovare un buchino nell'agenda per una scappata a Roma il due Dicembre. Già i creativi del Cavaliere si sono messi in moto per sfornare gadgets irriverenti da sfoggiare durante la parata (e se poi ci si può anche guadagnare meglio ancora!).
E quelli della Lega stanno distribuendo dizionari tascabili Padano/Italiano-Italiano/Padano e un piccolo prontuario di sopravvivenza, compresi finti baffi neri e coppola, sia mai che qualuno restasse indetro nella giungla di terronia.
Adesso non rimane che attendere. Attendere che se ne tornino da dove sono venuti, intendo.
A parte i dubbi sulla consistenza numerica di questi veri-finti cortei, da navigato marciatore sono perfettamente cosciente che le manifestazioni non servono quasi a nulla.
Mi limito quindi a guardare dall'alto della mia decennale esperienza di piazza questi pischelli (politicamente parlando) che credono che una manifestazione sia come una rivoluzione. Sveglia ragazzi! Lunedì si torna al lavoro!
22 novembre 2006
Sorry
Chiedo scusa a tutti per la prolungata assenza.
Purtroppo ho dei problemi personali che mi stanno tenendo a distanza dalla tastiera.
Come dicono dalle parti del vesuvio non tengo 'a capa per scrivere.
Vi chiedo scusa se non mi sono fatto sentire prima...
Spero di tornare presto.
Un saluto a tutti
PS:
avete visto che ora fanno i gadget anti-prodi??? eheheh
Purtroppo ho dei problemi personali che mi stanno tenendo a distanza dalla tastiera.
Come dicono dalle parti del vesuvio non tengo 'a capa per scrivere.
Vi chiedo scusa se non mi sono fatto sentire prima...
Spero di tornare presto.
Un saluto a tutti
PS:
avete visto che ora fanno i gadget anti-prodi??? eheheh
06 novembre 2006
Something's gotta give
Punto Primo
In questi due giorni, gli elettori molisani che si sono diligentemente recati alle urne sono stati circa 170.000. Il mio quartiere, a Roma, da solo conta più o meno 110.000 anime.
Punto Secondo
Il governatore uscente Angelo Michele Iorio, ricandidato per la Casa delle Libertà, aveva conquistato il trono del Molise nel 2001 con il 58,2% dei consensi. Era Novembre anche allora. Eravamo in pieno slancio post-elettorale dopo la trionfale disfatta di Rutelli contro il Cavaliere. L'onda lunga si sentiva ancora.
Punto Terzo
Ho un fumoso ricordo di Fabrizio Cicchitto, a Porta a Porta, subito in seguito alle elezioni regionali del 2004 (una disfatta per la CDL) che giustifica la sconfitta affermando che "i governatori uscenti sono sempre avvantaggiati, è ovvio".
Punto Quarto
La CDL non ha sfondato. Se è per questo, non raggiunge neppure il risultato della scorsa tornata elettorale. Tutta la coalizione si ferma al 54%, quattro punti in meno della volta scorsa e Forza Italia perde 4.000 voti, fermandosi al 19%. DS e Margherita (l'Ulivo) insieme superano di gran lunga questa quota, nonostante abbiano perso anch'essi dei voti a favore di altre liste del centrosinistra, SDI in particolare (da 2.000 a 6.000 preferenze).
Conclusioni
La CDL avrà pure vinto, ma l'Unione non ha certo perso. Anzi, la "spallata" che Berlusconi ha provato a dare per l'ennesima volta a Prodi è andata a vuoto. Una vittoria che non serve a Forza Italia, se non per fare un po' di propaganda scema e poco realistica ed una sconfitta utilissima invece per Prodi, visto che queste elezioni dovevano essere un test di tenuta dell'elettorato di sinistra in seguito alla legge finanziaria. Ma non era la sinistra a dover vincere, era la destra che doveva stravincere!
La rivoluzione auspicata da Berlusconi è ben al di là dal venire.
In questi due giorni, gli elettori molisani che si sono diligentemente recati alle urne sono stati circa 170.000. Il mio quartiere, a Roma, da solo conta più o meno 110.000 anime.
Punto Secondo
Il governatore uscente Angelo Michele Iorio, ricandidato per la Casa delle Libertà, aveva conquistato il trono del Molise nel 2001 con il 58,2% dei consensi. Era Novembre anche allora. Eravamo in pieno slancio post-elettorale dopo la trionfale disfatta di Rutelli contro il Cavaliere. L'onda lunga si sentiva ancora.
Punto Terzo
Ho un fumoso ricordo di Fabrizio Cicchitto, a Porta a Porta, subito in seguito alle elezioni regionali del 2004 (una disfatta per la CDL) che giustifica la sconfitta affermando che "i governatori uscenti sono sempre avvantaggiati, è ovvio".
Punto Quarto
La CDL non ha sfondato. Se è per questo, non raggiunge neppure il risultato della scorsa tornata elettorale. Tutta la coalizione si ferma al 54%, quattro punti in meno della volta scorsa e Forza Italia perde 4.000 voti, fermandosi al 19%. DS e Margherita (l'Ulivo) insieme superano di gran lunga questa quota, nonostante abbiano perso anch'essi dei voti a favore di altre liste del centrosinistra, SDI in particolare (da 2.000 a 6.000 preferenze).
Conclusioni
La CDL avrà pure vinto, ma l'Unione non ha certo perso. Anzi, la "spallata" che Berlusconi ha provato a dare per l'ennesima volta a Prodi è andata a vuoto. Una vittoria che non serve a Forza Italia, se non per fare un po' di propaganda scema e poco realistica ed una sconfitta utilissima invece per Prodi, visto che queste elezioni dovevano essere un test di tenuta dell'elettorato di sinistra in seguito alla legge finanziaria. Ma non era la sinistra a dover vincere, era la destra che doveva stravincere!
La rivoluzione auspicata da Berlusconi è ben al di là dal venire.
AAA giustizia cercasi
Potrei sbagliare citazione, ma mi pare fosse Socrate a decantare, nel Fedone, quanto fosse sbagliato rispondere alle ingiustizie attraverso altre ingiustizie. A questo punto sorge un ragionevole dubbio: o ad Harvard non si insegna filosofia antica, oppure gli Stati Uniti sono tutto tranne quel faro di democrazia che credono di essere. Io propenderei per la seconda ipotesi.
Ma andiamo con ordine.
Hanno condannato a morte Saddam Hussein. Chi l'ha condannato a morte, un tribunale internazionale? Assolutamente no. C'ha pensato un tribunale iracheno, composto da giudici messi lì dal nuovo regime pseudo-democratico impiantato da Washington (l'ultimo di molti, a partire da Panama). E su quali basi giuridiche?
Andiamo di nuovo con ordine.
Gli americani si sono spinti fino allo sconosciuto Iraq (sconosciuto perlomeno agli studenti universitari di Harvard, incapaci perfino di indicarlo sulla cartina) perchè Saddam era una minaccia per il pianeta, non per l'economia americana. Non è vero che i Marines sono stati mandati lì perchè gli USA hanno riserve territoriali di petrolio per altri 5 anni (con base al 1998) mentre in Iraq ne hanno di che estrarre per altri 511 anni. E non è vero che gli americani sono andati lì perchè Saddam pagava in euro e non più in dollari (così come l'Iran e la Corea del Nord, insolito non trovate?). Bush ha voluto salvaguardarci dalle micidiali armi di distruzione di massa di Saddam, mai trovate purtroppo (maledetto Saddam, si porterà il segreto nella tomba! Accidenti a lui!).
Gira e rigira gli americani riescono a catturare il temibilissimo Raìs: dopo mesi e mesi di ricerche riescono a snidarlo dal suo nascondiglio segretissimo. Un buco. Saddam si nascondeva in un buco. Alla faccia del temibilissimo Raìs.
Lo prendono, lo carcerano, probabilmente ci fanno strani giochini sessuali fino a sfinirlo e poi lo consegnano agli Iracheni. Non lo spediscono impacchettato all'Aja per essee giudicato secondo i criteri di Norimberga dal Tribunale Penale Internazionale entrato in funzione nel 2002, lo lasciano in Iraq. Ma non era una minaccia per il mondo? Non si era macchiato di crimini di guerra, crimini contro la pace, crimini contro l'umanità? In questo caso l'unica Corte competente a giudicarlo sarebbe stata all'Aja. Evidentemente il temibilissimo Raìs non era poi così temibile.
Oppure il motivo è che gli USA si sono sempre rifiutati di ratificare il trattato istitutivo della Corte per paura di essere giudicati loro stessi colpevoli di qualche reato penale internazionale? Chissà...
Di tutto ciò resta una sola cosa. Un essere umano penzolerà da una corda. Per quanto possa essere cattivo, per quanto male possa aver provocato ai curdi, per quante persone possa aver fatto a pezzi, non si può permettere che gli venga tolta la vita. Prima di tutto perchè è sbagliato. Ed inoltre perchè quel disgraziato non ha neppure avuto un processo regolare. Tanto vale che l'avessero sgozzato come una gallina in mondovisione quando lo trovarono. Il risultato sarebbe stato lo stesso. Un'ingiustizia.
Mi scuso per lo stile incolto dello scritto, ma andavo di fretta :-)
Ma andiamo con ordine.
Hanno condannato a morte Saddam Hussein. Chi l'ha condannato a morte, un tribunale internazionale? Assolutamente no. C'ha pensato un tribunale iracheno, composto da giudici messi lì dal nuovo regime pseudo-democratico impiantato da Washington (l'ultimo di molti, a partire da Panama). E su quali basi giuridiche?
Andiamo di nuovo con ordine.
Gli americani si sono spinti fino allo sconosciuto Iraq (sconosciuto perlomeno agli studenti universitari di Harvard, incapaci perfino di indicarlo sulla cartina) perchè Saddam era una minaccia per il pianeta, non per l'economia americana. Non è vero che i Marines sono stati mandati lì perchè gli USA hanno riserve territoriali di petrolio per altri 5 anni (con base al 1998) mentre in Iraq ne hanno di che estrarre per altri 511 anni. E non è vero che gli americani sono andati lì perchè Saddam pagava in euro e non più in dollari (così come l'Iran e la Corea del Nord, insolito non trovate?). Bush ha voluto salvaguardarci dalle micidiali armi di distruzione di massa di Saddam, mai trovate purtroppo (maledetto Saddam, si porterà il segreto nella tomba! Accidenti a lui!).
Gira e rigira gli americani riescono a catturare il temibilissimo Raìs: dopo mesi e mesi di ricerche riescono a snidarlo dal suo nascondiglio segretissimo. Un buco. Saddam si nascondeva in un buco. Alla faccia del temibilissimo Raìs.
Lo prendono, lo carcerano, probabilmente ci fanno strani giochini sessuali fino a sfinirlo e poi lo consegnano agli Iracheni. Non lo spediscono impacchettato all'Aja per essee giudicato secondo i criteri di Norimberga dal Tribunale Penale Internazionale entrato in funzione nel 2002, lo lasciano in Iraq. Ma non era una minaccia per il mondo? Non si era macchiato di crimini di guerra, crimini contro la pace, crimini contro l'umanità? In questo caso l'unica Corte competente a giudicarlo sarebbe stata all'Aja. Evidentemente il temibilissimo Raìs non era poi così temibile.
Oppure il motivo è che gli USA si sono sempre rifiutati di ratificare il trattato istitutivo della Corte per paura di essere giudicati loro stessi colpevoli di qualche reato penale internazionale? Chissà...
Di tutto ciò resta una sola cosa. Un essere umano penzolerà da una corda. Per quanto possa essere cattivo, per quanto male possa aver provocato ai curdi, per quante persone possa aver fatto a pezzi, non si può permettere che gli venga tolta la vita. Prima di tutto perchè è sbagliato. Ed inoltre perchè quel disgraziato non ha neppure avuto un processo regolare. Tanto vale che l'avessero sgozzato come una gallina in mondovisione quando lo trovarono. Il risultato sarebbe stato lo stesso. Un'ingiustizia.
Mi scuso per lo stile incolto dello scritto, ma andavo di fretta :-)
03 novembre 2006
Il Cavaliere perde il pelo...
... ma recupera col trapianto, verrebbe da dire. In realtà Silvio Berlusconi non perde davvero il vizio. A farne le spese per l'ennesima volta altri non è che Michele Santoro, di recente rimpatriato dal lungo esilio politico.
La vicenda è la seguente: durante l'ultima puntata di Annozero, il programma di Santoro che fino a due giorni fa raccoglieva le lodi sperticate di quasi tutto il centrodestra, si è parlato degli ennesimi problemi giudiziari del Cavaliere di Arcore. Ad introdurre l'argomento c'ha pensato Marco Travaglio (giornalista di destra contro ogni apparenza e soprannominato l'"uomo archivio") in compagnia di Filippo Facci, giornalista del Giornale e collaboratore di Mediaset. La discussione si è protratta per una decina di minuti, non di più, e chi ha visto la puntata (io, ad esempio) può testimoniare la completa imparzialità di Santoro (non ha aperto bocca) e la più assoluta par condicio da dibattito pre-elettorale tra i due giornalisti. Qualche seggiola più avanti era accomodato Renato Brunetta (FI) e non ha avuto nulla da ridire.
Ma Berlusconi voleva assolutamente dire la sua, voleva partecipare alla discussione, imporre la sua versione dei fatti. Al telefono.
Solo che Santoro non accetta le telefonate di nessuno, non l'ha permesso ad Agazio Loiero e neppure all'avvocato del capitano Ultimo che volevano intervenire durante delle puntate precedenti. Giustamente, non vi era alcuna ragione al mondo di fare un'eccezione per un Deputato qualunque.
Ma Silvio Berlusconi non è una persona normale, è piuttosto il tipo "leinonsachisonoio" e ha telefonato a Petruccioli inviperito. E vi pare che il Presidente della Rai possa prendere le difese di un suo giornalista? Ma quando mai, ma dove vivete? La prima cosa che Petruccioli a fatto è stata lavarsene le mani e lasciare che nella fanghiglia ci si rotolassero i Consiglieri d'Amministrazione (cariche politiche) in maggioranza di centrodestra. Quale sarà il risultato?
...
...
...Una mattina...
...mi son svegliato...
...oh bella ciao...
...
Morale della favola
Quando sentiamo queste notizie, e tra parentesi se la sono presa anche con Report per un piccolo inciso su Meocci, non dobbiamo più stupirci del fatto che certe cose accadano. Ormai dobbiamo iniziare a stupirci del fatto che non siano successe prima. Purtroppo dovremmo iniziare a chiederci come ha fatto un programma come Annozero a durare così tanto senza che lo chiudessero.
Questa qui è l'Italia.
La libertà di stampa è due porte più avanti.
La vicenda è la seguente: durante l'ultima puntata di Annozero, il programma di Santoro che fino a due giorni fa raccoglieva le lodi sperticate di quasi tutto il centrodestra, si è parlato degli ennesimi problemi giudiziari del Cavaliere di Arcore. Ad introdurre l'argomento c'ha pensato Marco Travaglio (giornalista di destra contro ogni apparenza e soprannominato l'"uomo archivio") in compagnia di Filippo Facci, giornalista del Giornale e collaboratore di Mediaset. La discussione si è protratta per una decina di minuti, non di più, e chi ha visto la puntata (io, ad esempio) può testimoniare la completa imparzialità di Santoro (non ha aperto bocca) e la più assoluta par condicio da dibattito pre-elettorale tra i due giornalisti. Qualche seggiola più avanti era accomodato Renato Brunetta (FI) e non ha avuto nulla da ridire.
Ma Berlusconi voleva assolutamente dire la sua, voleva partecipare alla discussione, imporre la sua versione dei fatti. Al telefono.
Solo che Santoro non accetta le telefonate di nessuno, non l'ha permesso ad Agazio Loiero e neppure all'avvocato del capitano Ultimo che volevano intervenire durante delle puntate precedenti. Giustamente, non vi era alcuna ragione al mondo di fare un'eccezione per un Deputato qualunque.
Ma Silvio Berlusconi non è una persona normale, è piuttosto il tipo "leinonsachisonoio" e ha telefonato a Petruccioli inviperito. E vi pare che il Presidente della Rai possa prendere le difese di un suo giornalista? Ma quando mai, ma dove vivete? La prima cosa che Petruccioli a fatto è stata lavarsene le mani e lasciare che nella fanghiglia ci si rotolassero i Consiglieri d'Amministrazione (cariche politiche) in maggioranza di centrodestra. Quale sarà il risultato?
...
...
...Una mattina...
...mi son svegliato...
...oh bella ciao...
...
Morale della favola
Quando sentiamo queste notizie, e tra parentesi se la sono presa anche con Report per un piccolo inciso su Meocci, non dobbiamo più stupirci del fatto che certe cose accadano. Ormai dobbiamo iniziare a stupirci del fatto che non siano successe prima. Purtroppo dovremmo iniziare a chiederci come ha fatto un programma come Annozero a durare così tanto senza che lo chiudessero.
Questa qui è l'Italia.
La libertà di stampa è due porte più avanti.
02 novembre 2006
Il decalogo
Dalle colonne di Libero, il giornale dell'uomo più coinvolto d'Italia, Bruno Vespa ha deciso di propinarci un'intervista al Cavaliere nella quale il Cavaliere stesso spiega quali sono stati i dieci errori fondamentali che lo hanno portato a perdere le elezioni. Inutile dire che non si tratta di autocritica. I dieci errori fondamentali li hanno compiuti gli altri, non di certo Belrusconi.
Questo è tipico del personaggio, ormai lo sappiamo. Ma andiamo con ordine. L'articolo inizia con una bella analisi psicologica del Berlusconi post-elettorale.
"Nei sette mesi successivi alle elezioni, Silvio Berlusconi ha attraversato tre fasi": il rigetto, la riflessione prudente e l'attacco. Sul rigetto siamo tutti d'accordo, e forse molti di noi avrebbero barattato volentieri la palla di un occhio con l'esilio permanente di Belrusca al Billionaire."«Ho avuto un forte rigetto nei confronti della politica, a causa del comportamento di alcuni alleati, del risultato elettorale e per il successo dell'antica, sperimentata professionalità della sinistra su come si gestiscono le operazioni di scrutinio. Per mesi ho faticato a seguire la cronaca politica sui giornali e i soliti pastoni dei telegiornali. E ho provato rigetto anche verso l'obbligo di certe frequentazioni». I suoi famigliari le hanno suggerito di lasciare? «Mia madre, nel 1993, quando tutti i miei famigliari e gran parte degli amici erano contrari alla mia discesa in campo, mi disse: se ti senti in dovere di farlo, devi trovare il coraggio di farlo." A parte il fatto che familiari i scrive senza g, ma non era Forza Italia quella del decalogo del rappresentante di lista? Peraltro con al suo interno informazioni illegali rispetto alla normativa elettorale vigente. Inoltre Berlusconi si dimentica (poverino, è l'età) che il suo progettino di discesa in campo non inizia nel 1993, ma già nel 1992 Dell'Utri aveva dato incarico a Ezio Cartotto di istruire i dirgenti Publitalia su come trasfromarsi da pubblicitari in politici. E possiamo star certi che prima che con familiari e amici, Berlusconi si fosse consigliato con Craxi e, perchè no, con qualche amico palermitano.
La seconda fase mi sembra un po' esagerata, più che "riflessione prudente" la chiamerei "tentativo di plagiare l'elettorato attraverso campagne denigratorie e di sospetto sulla legittimità del voto, evidenziando impossibili soluzioni di riconteggio dei voti e regalando perle di rara saggezza sulle qualità psicoattitudinali dei suoi oppositori politici", ma questa è solo un'opinione.
"Così, soltanto nel caldo autunno romano ha cominciato a dimenticare il "decalogo della sconfitta", cioè la serie incredibile di errori minuti che hanno condotto la Casa delle Libertà a perdere la sfida delle urne. Sarebbe bastato non farne uno, uno solo, e tutto sarebbe stato diverso." E subito Berlusconi tira in ballo l'euro, gli alleati, la sfiga. Mai la sua incompetenza personale.
La terza fase è il tocco di genio di un Ciambellano di corte: "nella terza, iniziata a metà ottobre 2006, è partito all'attacco a cominciare dalla grande manifestazione del 21 ottobre a Vicenza, con Gianfranco Fini e Umberto Bossi". Se per grande manifestazione intendeva quella scampagnata di tremila anime in piazza, siamo d'accordo.
Ma, insomma, quali sarebbero questi errori compiuti da Berlusconi, anzi, dagli altri cattivoni che tramano contro di lui?
"«Il primo» mi dice «fu chiedere una "discontinuità" nel governo. Il governo delle 36 riforme, più di quelle realizzate da tutti gli altri precedenti governi messi insieme. Il governo che, per primo, aveva abbassato la pressione fiscale. Il governo che aveva aperto 106 cantieri di grandi opere contro i 7 della legislatura precedente. Il governo che aveva fatto dell'Italia, finalmente, un paese internazionalmente apprezzato e credibile. La richiesta di discontinuità è stata, insomma, un atto di masochismo assoluto. Quale segnale peggiore poteva darsi agli elettori a cui, invece, si sarebbe dovuto chiedere di rinnovare la loro fiducia proprio sulla base dei grandi risultati raggiunti dal governo che aveva battuto ogni record di stabilità?»".
Vabbè, abbiamo capito...
Questo è tipico del personaggio, ormai lo sappiamo. Ma andiamo con ordine. L'articolo inizia con una bella analisi psicologica del Berlusconi post-elettorale.
"Nei sette mesi successivi alle elezioni, Silvio Berlusconi ha attraversato tre fasi": il rigetto, la riflessione prudente e l'attacco. Sul rigetto siamo tutti d'accordo, e forse molti di noi avrebbero barattato volentieri la palla di un occhio con l'esilio permanente di Belrusca al Billionaire."«Ho avuto un forte rigetto nei confronti della politica, a causa del comportamento di alcuni alleati, del risultato elettorale e per il successo dell'antica, sperimentata professionalità della sinistra su come si gestiscono le operazioni di scrutinio. Per mesi ho faticato a seguire la cronaca politica sui giornali e i soliti pastoni dei telegiornali. E ho provato rigetto anche verso l'obbligo di certe frequentazioni». I suoi famigliari le hanno suggerito di lasciare? «Mia madre, nel 1993, quando tutti i miei famigliari e gran parte degli amici erano contrari alla mia discesa in campo, mi disse: se ti senti in dovere di farlo, devi trovare il coraggio di farlo." A parte il fatto che familiari i scrive senza g, ma non era Forza Italia quella del decalogo del rappresentante di lista? Peraltro con al suo interno informazioni illegali rispetto alla normativa elettorale vigente. Inoltre Berlusconi si dimentica (poverino, è l'età) che il suo progettino di discesa in campo non inizia nel 1993, ma già nel 1992 Dell'Utri aveva dato incarico a Ezio Cartotto di istruire i dirgenti Publitalia su come trasfromarsi da pubblicitari in politici. E possiamo star certi che prima che con familiari e amici, Berlusconi si fosse consigliato con Craxi e, perchè no, con qualche amico palermitano.
La seconda fase mi sembra un po' esagerata, più che "riflessione prudente" la chiamerei "tentativo di plagiare l'elettorato attraverso campagne denigratorie e di sospetto sulla legittimità del voto, evidenziando impossibili soluzioni di riconteggio dei voti e regalando perle di rara saggezza sulle qualità psicoattitudinali dei suoi oppositori politici", ma questa è solo un'opinione.
"Così, soltanto nel caldo autunno romano ha cominciato a dimenticare il "decalogo della sconfitta", cioè la serie incredibile di errori minuti che hanno condotto la Casa delle Libertà a perdere la sfida delle urne. Sarebbe bastato non farne uno, uno solo, e tutto sarebbe stato diverso." E subito Berlusconi tira in ballo l'euro, gli alleati, la sfiga. Mai la sua incompetenza personale.
La terza fase è il tocco di genio di un Ciambellano di corte: "nella terza, iniziata a metà ottobre 2006, è partito all'attacco a cominciare dalla grande manifestazione del 21 ottobre a Vicenza, con Gianfranco Fini e Umberto Bossi". Se per grande manifestazione intendeva quella scampagnata di tremila anime in piazza, siamo d'accordo.
Ma, insomma, quali sarebbero questi errori compiuti da Berlusconi, anzi, dagli altri cattivoni che tramano contro di lui?
"«Il primo» mi dice «fu chiedere una "discontinuità" nel governo. Il governo delle 36 riforme, più di quelle realizzate da tutti gli altri precedenti governi messi insieme. Il governo che, per primo, aveva abbassato la pressione fiscale. Il governo che aveva aperto 106 cantieri di grandi opere contro i 7 della legislatura precedente. Il governo che aveva fatto dell'Italia, finalmente, un paese internazionalmente apprezzato e credibile. La richiesta di discontinuità è stata, insomma, un atto di masochismo assoluto. Quale segnale peggiore poteva darsi agli elettori a cui, invece, si sarebbe dovuto chiedere di rinnovare la loro fiducia proprio sulla base dei grandi risultati raggiunti dal governo che aveva battuto ogni record di stabilità?»".
Vabbè, abbiamo capito...
01 novembre 2006
La grande fuga
Claudio Lippi si dissocia. Ha deciso di abbandonare la sua creatura, Buona Domenica, e di abbandonarla allo sfascio più completo, inaugurato in questa stagione dalla presenza sullo schermo dei personaggi più noti della tivvù spazzatura. Quei pochi coraggiosi che si sono trovati a fare incautamente zapping da quelle parti sanno di cosa parlo. Hanno trasfromato un programma televisivo (non che gli anni passati fosse culturalmente edificante) in un'isola felice per gli individui più ignobili che abbiano transitato sulle pagine dei giornali scandalistici italiani. Ci fosse un solo protagonista che si sia reso famoso per qualcosa di più che un reality, se gli dice bene. La maggior parte si trovano sullo schermo o perchè hanno messo le corna a qualcuno più famoso di loro, o perchè hanno qualche scandalo alle spalle.
Tutto il programma ruota intorno a delle scenette ridicole in cui i presenti si scannano su un finto ring dandosi a vicenda del porco, dell'idiota, del finocchio, della puttana ecc.ecc. Tutto finto. Tutto in fascia protetta. Anche se non credo che una madre che apprezza tale tipo di televisione abbia la sensibilità di salvare i propri figli da orrorose visioni di tal genere. Molto probabilmente quella madre non ha molto altro da offrire ai propri figli e quei figli, una volta cresciuti, non avranno molto altro da offrire ai propri figli e così via, in una infinita catena di ignoranza e stolidità che permetterà a chi scrive i testi di certe schifezze televisive di prosperare.
Ricordiamoci che la colpa è nostra. Se c'è la pubblicità in tv è perchè qualcuno la guarda. Se ci sono certi programmi è perchè qualcuno si siede sul proprio divano e li guarda. Quando inizia la pubblicità, cambiamo canale, cerchiamo una programmazione sostitutiva, oppure spegniamo la tv per qualche minuto, anzi, spegnamola più spesso. Quando non c'è nulla da vedere, apriamo un libro, facciamo una telefonata, parliamo con qualcuno, usciamo di casa. Dissociamoci anche noi.
Tutto il programma ruota intorno a delle scenette ridicole in cui i presenti si scannano su un finto ring dandosi a vicenda del porco, dell'idiota, del finocchio, della puttana ecc.ecc. Tutto finto. Tutto in fascia protetta. Anche se non credo che una madre che apprezza tale tipo di televisione abbia la sensibilità di salvare i propri figli da orrorose visioni di tal genere. Molto probabilmente quella madre non ha molto altro da offrire ai propri figli e quei figli, una volta cresciuti, non avranno molto altro da offrire ai propri figli e così via, in una infinita catena di ignoranza e stolidità che permetterà a chi scrive i testi di certe schifezze televisive di prosperare.
Ricordiamoci che la colpa è nostra. Se c'è la pubblicità in tv è perchè qualcuno la guarda. Se ci sono certi programmi è perchè qualcuno si siede sul proprio divano e li guarda. Quando inizia la pubblicità, cambiamo canale, cerchiamo una programmazione sostitutiva, oppure spegniamo la tv per qualche minuto, anzi, spegnamola più spesso. Quando non c'è nulla da vedere, apriamo un libro, facciamo una telefonata, parliamo con qualcuno, usciamo di casa. Dissociamoci anche noi.
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