
Comunque non sono certo ricomparso per parlare di me, anche se potrebbe essere una soddisfazione adeguata per il mio straripante ego.
Vengo da voi per annunciarvi la lieta novella. E la lieta novella sarebbe questa: il due Dicembre avremo l'onore di veder sfilare sotto le nostre finestre il "popolo" di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord. A Roma. A Piazza San Giovanni...
Come veder passeggiare un palombaro nel deserto del Sahara.
Ma tra le tante piazze di Roma, proprio a San Giovanni dovevano andare? Non potevano andarsi a sbattere al Circo Massimo, o a Piazza del Popolo o riunirsi in privato a palazzo Grazioli. Certo, magari sarebbero stati un po' stretti, ma basta cenare in piedi e già risolvi il problema delle sedie.
San Giovanni è la nostra piazza! Sono anni che ci si svolge il concerto dei lavoratori (tranne lo sciagurato anno del Giubileo, solo Iddio sa perchè!), sono anni che le nostre manifestazioni finiscono lì in un turbinar di bandiere e di comizi più o meno noiosi, sono lustri che quella piazza simboleggia l'irrequietezza della sinistra e la partecipazione politica che ci ha sempre caratterizzato.
E' un oltraggio e uno scempio doverla vedere imbrattata dalle bandiere forzaitaliote.
Ma è pur vero che i tempi cambiano e che il figlioccio politico del Biscione sta tentando di cambiare disperatamente pelle, nella speranza di non svanire nel fumoso ricordo di un periodo un po' cupo.
In effetti, quelli di Publitalia se la stanno prendendo molto a cuore questa marcetta su Roma. Il web è ormai tempestato di avvisi che implorano i milioni e milioni di accesi sostenitori di Berlusconi di trovare un buchino nell'agenda per una scappata a Roma il due Dicembre. Già i creativi del Cavaliere si sono messi in moto per sfornare gadgets irriverenti da sfoggiare durante la parata (e se poi ci si può anche guadagnare meglio ancora!).
E quelli della Lega stanno distribuendo dizionari tascabili Padano/Italiano-Italiano/Padano e un piccolo prontuario di sopravvivenza, compresi finti baffi neri e coppola, sia mai che qualuno restasse indetro nella giungla di terronia.
Adesso non rimane che attendere. Attendere che se ne tornino da dove sono venuti, intendo.
A parte i dubbi sulla consistenza numerica di questi veri-finti cortei, da navigato marciatore sono perfettamente cosciente che le manifestazioni non servono quasi a nulla.
Mi limito quindi a guardare dall'alto della mia decennale esperienza di piazza questi pischelli (politicamente parlando) che credono che una manifestazione sia come una rivoluzione. Sveglia ragazzi! Lunedì si torna al lavoro!