Che gli americani abbiano brutalmente torturato decine, se non centinaia, di presunti terroristi e fuor di dubbio. E' di oggi la notizia che faranno confluire a Guantanamo Bay tutti i prigionieri detenuti già illegalmente nelle varie basi operative della CIA sparse per il globo (tra cui, non scordiamo, una base in Germania e forse la stessa base aeronautica di Aviano, in Italia).
Ma forse pochi sanno che queste pratiche sono piuttosto comuni anche nello stesso grande paese delle libertà (vi viene in mente niente?).
In questo documentario di 50 minuti, c'è una carrellata di immagini raccolte in vari penitenziari sparsi per gli USA (tra cui uno in Texas durante il mandato governativo di W. Bush).
Sono immagini piuttosto crude, quindi vi prego di astenervi dal vedere il video se siete impressionabili.
19 dicembre 2006
17 dicembre 2006
Giochino
Tanto per distrarvi dalla politica nostrana vi propongo questo sfizioso giochino: World Domination Battle.
Scopo del gioco è la conquista del mondo, e per farlo dovrete spezzare le reni ai vostri avversari. Tra i tanti personaggi giocabili c'è Saddam, Bush, Gandhi, il Papa, Hitler e chi più ne ha più ne metta.
Ovviamente non poteva mancare Sivlio Berlusconi, ma devo dire che non è il più divertente da usare (io ho finito il gioco con il Papa...).
Buon divertimento!
World Domination Battle
Scopo del gioco è la conquista del mondo, e per farlo dovrete spezzare le reni ai vostri avversari. Tra i tanti personaggi giocabili c'è Saddam, Bush, Gandhi, il Papa, Hitler e chi più ne ha più ne metta.
Ovviamente non poteva mancare Sivlio Berlusconi, ma devo dire che non è il più divertente da usare (io ho finito il gioco con il Papa...).
Buon divertimento!
World Domination Battle
16 dicembre 2006
34 minuti per morire
Credo sia inutile sottolineare come un'esecuzione della durata di trentaquattro minuti sia da considerarsi inumana. E non stiamo parlando della Cina, o dell'Iran, qui si parla dei chierichetti del mondo, degli Stati Uniti. Di quel paese che si vanta di essere riuscito ad esportare nel mondo la democrazia; che si è innalzato a guardia dei valori occidentali, della libertà (mai parola fu più vuota di questa) e dei diritti umani.
Già questo dovrebbe bastare a rendere tutta la faccenda orribile e, sì, ridicola.
Ma la cosa che forse pochi hanno notato è che, adesso, in America si è aperto un dibattito sulla faccenda; non sulla liceità o meno della pratica mortifera, ma su quanto essa debba essere "umana". Quel figlio di papà di Jeb Bush ha interrotto tutte le esecuzioni per verificare come mai ci fossero voluti trentaquattro minuti invece dei costituzionalmente garantiti soliti quattro minuti.
Quattro minuti.
Avete mai provato a contare quattro minuti uno dietro l'altro?
Mettetevi davanti ad un orologio e iniziate a contare i secondi. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei... E arrivate a duecentoquaranta. Vi rendete conto? E' un tempo infinito, soprattutto se sapete che state per morire. Aggiungeteci quei dieci minuti di preparazione sul tavolo e l'ormai famigerata passeggiata sul miglio verde. Aggiungeteci l'ultimo pasto e la confessione. Aggiungeteci quegli annetti di galera che nessuno vi leva se volete tentare di lottare per la vostra sopravvivenza in tutti i gradi di giudizio.
Vi sembra un tempo ragionevole per uccidere un uomo senza farlo soffrire? Secondo me no.
Secondo me è una barbarie.
E questa pratica si ripete più o meno ovunque nel paese dei liberi. In 35 Stati su 50, più della metà. In California, nello Stato di New York, nel Texas, nel New Jersey ecc.ecc.
Da Stato a Stato cambiano anche le pratiche:
in 34 Stati vige l'iniezione letale, spesso associata ad altri sistemi. Nel Nebraska hanno pensato che l'iniezione fosse troppo cruenta, così hanno optato per la sedia elettrica, più comoda con il rivestimento in pelle. Peccato per l'odore di bruciato.
In 5 Stati (tra cui la California) un uomo può ancora essere giustiziato nella camera a gas, proprio come facevano ad Auschwiz.
Se preferite penzolare da una corda, vi consiglio di compiere qualche crimine nel New Hampshire o nello Stato di Washington. Mentre se passate dalle parti dell'Idaho, dello Utah o dell'Oklahoma potreste essere messi al muro e giustiziati a fucilate. Pensate che soddisfazione.
God bless America!
Già questo dovrebbe bastare a rendere tutta la faccenda orribile e, sì, ridicola.
Ma la cosa che forse pochi hanno notato è che, adesso, in America si è aperto un dibattito sulla faccenda; non sulla liceità o meno della pratica mortifera, ma su quanto essa debba essere "umana". Quel figlio di papà di Jeb Bush ha interrotto tutte le esecuzioni per verificare come mai ci fossero voluti trentaquattro minuti invece dei costituzionalmente garantiti soliti quattro minuti.
Quattro minuti.
Avete mai provato a contare quattro minuti uno dietro l'altro?
Mettetevi davanti ad un orologio e iniziate a contare i secondi. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei... E arrivate a duecentoquaranta. Vi rendete conto? E' un tempo infinito, soprattutto se sapete che state per morire. Aggiungeteci quei dieci minuti di preparazione sul tavolo e l'ormai famigerata passeggiata sul miglio verde. Aggiungeteci l'ultimo pasto e la confessione. Aggiungeteci quegli annetti di galera che nessuno vi leva se volete tentare di lottare per la vostra sopravvivenza in tutti i gradi di giudizio.
Vi sembra un tempo ragionevole per uccidere un uomo senza farlo soffrire? Secondo me no.
Secondo me è una barbarie.
E questa pratica si ripete più o meno ovunque nel paese dei liberi. In 35 Stati su 50, più della metà. In California, nello Stato di New York, nel Texas, nel New Jersey ecc.ecc.
Da Stato a Stato cambiano anche le pratiche:
in 34 Stati vige l'iniezione letale, spesso associata ad altri sistemi. Nel Nebraska hanno pensato che l'iniezione fosse troppo cruenta, così hanno optato per la sedia elettrica, più comoda con il rivestimento in pelle. Peccato per l'odore di bruciato.
In 5 Stati (tra cui la California) un uomo può ancora essere giustiziato nella camera a gas, proprio come facevano ad Auschwiz.
Se preferite penzolare da una corda, vi consiglio di compiere qualche crimine nel New Hampshire o nello Stato di Washington. Mentre se passate dalle parti dell'Idaho, dello Utah o dell'Oklahoma potreste essere messi al muro e giustiziati a fucilate. Pensate che soddisfazione.
God bless America!
13 dicembre 2006
Democrazia all'Arcoriana
Qualche giorno fa, Silvio Berlusconi ha detto una cosa che dovrebbe far rabbrividire qualunque cittadino italiano che abbia a cuore il fatto di poter vivere in un paese libero.
La frase era all'incirca questa: "dobbiamo ricontare le schede perchè è impossibile pensare che in una democrazia si assegni una maggioranza per soli 24.000 voti".
Appena ho udito questa frase, mandata avanti ed indietro come un'eco da tutti i tiggì pubblici e privati, mi aspettavo che qualche villico prendesse in mano dei forconi e delle fiaccole ed al grido di "morte al tiranno" assediasse Villa San Martino facendo scempio dei suoi abitanti e depredandone le ricchezze, per poi ardere il tutto nel sacro fuoco purificatore.
Ed invece niente.
Nessuno ha detto nulla.
Nessun forcone, ma neppure nessuna replica stizzita dalla maggioranza nè tantomeno da qualche cittadino privato.
Analizziamo il periodo:
"dobbiamo ricontare le schede"
d'accordo, fin qui niente da eccepire, anche se si sprecherebbero solo vagonate di contante pubblico ed un sacco di tempo.
"perchè è impossibile pensare"
soprattutto se il cervello non prende più aria a causa di trapianti di capelli
"che in una democrazia si assegni una maggioranza per soli 24.000 voti"
...
...
... in una democrazia operante si assegna una maggioranza per 24.000 voti, se è per questo le maggioranze si assegnano per UN voto!
Cosa vorresti dire Deputato Berlusconi, che la maggioranza non è una maggioranza in tutto e per tutto solo perchè non ha stravinto ma ha solamente vinto? Oppure che per vincere le elezioni non si guarda più ogni singolo voto ma bisogna raggiungere una differenza di, che so, 100.000 voti, un milione?
24.000 cittadini non hanno il diritto di eleggere una maggioranza? Il voto di ognuno di noi è uguale (oltre che, mi spiace per te, libero) e come tale ha la stessa dignità e lo stesso valore.
Ultimo appunto: se ricontando i voti uscisse fuori che invece di aver vinto la sinistra per 24.000 voti, avesse vinto la destra per uno scarto ancora più limitato, a quel punto che faresti?
Non scomodarti, rispondo io per te: continueresti allegramente a farti le leggi... (e il problema è che ne avresti tutto il diritto).
La frase era all'incirca questa: "dobbiamo ricontare le schede perchè è impossibile pensare che in una democrazia si assegni una maggioranza per soli 24.000 voti".
Appena ho udito questa frase, mandata avanti ed indietro come un'eco da tutti i tiggì pubblici e privati, mi aspettavo che qualche villico prendesse in mano dei forconi e delle fiaccole ed al grido di "morte al tiranno" assediasse Villa San Martino facendo scempio dei suoi abitanti e depredandone le ricchezze, per poi ardere il tutto nel sacro fuoco purificatore.
Ed invece niente.
Nessuno ha detto nulla.
Nessun forcone, ma neppure nessuna replica stizzita dalla maggioranza nè tantomeno da qualche cittadino privato.
Analizziamo il periodo:
"dobbiamo ricontare le schede"
d'accordo, fin qui niente da eccepire, anche se si sprecherebbero solo vagonate di contante pubblico ed un sacco di tempo.
"perchè è impossibile pensare"
soprattutto se il cervello non prende più aria a causa di trapianti di capelli
"che in una democrazia si assegni una maggioranza per soli 24.000 voti"
...
...
... in una democrazia operante si assegna una maggioranza per 24.000 voti, se è per questo le maggioranze si assegnano per UN voto!
Cosa vorresti dire Deputato Berlusconi, che la maggioranza non è una maggioranza in tutto e per tutto solo perchè non ha stravinto ma ha solamente vinto? Oppure che per vincere le elezioni non si guarda più ogni singolo voto ma bisogna raggiungere una differenza di, che so, 100.000 voti, un milione?
24.000 cittadini non hanno il diritto di eleggere una maggioranza? Il voto di ognuno di noi è uguale (oltre che, mi spiace per te, libero) e come tale ha la stessa dignità e lo stesso valore.
Ultimo appunto: se ricontando i voti uscisse fuori che invece di aver vinto la sinistra per 24.000 voti, avesse vinto la destra per uno scarto ancora più limitato, a quel punto che faresti?
Non scomodarti, rispondo io per te: continueresti allegramente a farti le leggi... (e il problema è che ne avresti tutto il diritto).
08 dicembre 2006
Moriremo tutti.
Non è un catastrofico modo di dire, è una miseranda realtà.
Recentemente mi sono recato ad un'anteprima del film di Al Gore, "An Inconvenient Truth" (una scomoda verità), che sta riscuotendo un discreto (enorme) successo internazionale e le prospettive che vengono messe in luce nella pellicola sono tutt'altro che rosee per il nostro minuscolo pianetucolo. In realtà, i dati che vengono citati nel film non sono una novità, ma la semplicità con cui Al Gore snocciola le cifre e la chiarezza con cui queste cifre vengono messe a confronto è un esempio perfetto di come dovrebbero essere divulgate le notizie.
In particolare, il futuro ex-presidente degli Stati Uniti (come si definisce egli stesso) se la prende con gli "scettici", cioè con quelle persone che contro ogni evidenza scientifica negano che il pianeta possa subire un prossimo tracollo ecologico e si appellano ad una particolare teoria tutt'altro che comprovata: che il riscaldamento terrestre sia un fenomeno ciclico.
Sarà.
Ma in una delle tante tabelle mostrate da Gore vengono visualizzate le oscillazioni della temperatura terrestre in un arco di 650.000 anni ed è inutile dire che negli ultimi vent'anni la temperatura terrestre si è innalzata di circa un paio di volte oltre ogni "soglia" massima. Un evento mai registrato prima e mai neppure pensato.
Nel 2005 si è verificato un tornado in una zona del Pacifico in cui tali fenomeni non si erano mai verificati e quell'anno passerà anche alla storia per l'incalcolabile numero di disastri causati da stravolgimenti del clima. Quest'anno, gli scienziati hanno visto con orrore che, per qualche momento, la Corrente calda del Golfo si è fermata.
Si è fermata! Miliardi di miliardi di milardi di metri cubi d'acqua calda e fredda che circolano in mezzo all'Atlantico hanno perso, per qualche istante, la loro spinta propulsiva dovuta al riscaldamento e al raffreddamento dell'acqua stessa. L'ultima volta che tale evento si verificò, le temperature medie in Europa scesero di circa 9-10 gradi, facendo piombare il continente in un periodo di costante glaciazione.
E queste sono solo alcune delle catastrofi che si stanno già verificando su tutto il pianeta. I ghiacciai di tutto il mondo sono a rischio e non si contano più le specie vegetali e animali che si stanno estinguendo per colpa dei cambiamenti climatici.
Uno dei momenti più toccanti e, in un certo senso orribili, del film è la narrazione della scomparsa degli orsi bianchi. Questi plantigradi che vivono intorno al mare ghiacciato del Polo Nord non muoiono perchè fa troppo caldo per loro, non muoiono neppure perchè non trovano più cibo. Gli orsi polari muoiono affogati. Lo ripeto: affogati! Si buttano in acqua alla ricerca di foche e quando, in mezzo al mare, cercano un iceberg su cui riposarsi non lo trovano più, perchè gli iceberg non ci sono più. Stremati, lentamente perdono le forze e affogano.
Vi rendete conto?
Vi rendete conto come cazzo stiamo riducendo la Terra, l'unica che abbiamo?
Vi rendete conto che prima o poi moriremo anche noi, e potete starne certi che sarà una fine orribile. Una morte di stenti, di malattia, forse di guerra. Chi lo sa.
E dire che basterebbe così poco. Molti pensano che riciclare non serva a niente perchè tanto una persona in più o in meno non fa differenza, e lo stesso vale per l'utilizzare meno la macchina, o per usare lampadine a risparmio energetico, fare il compostaggio dei rifiuti, usare il fazzoletto di stoffa anzichè i fazzolettini di carta. Ma è proprio qui che molti sbagliano. L'importante non è se queste piccole azioni possono davvero fare o no la differenza su scala mondiale, l'importante è iniziare a cambiare atteggiamento, capire che l'uomo ha delle responsabilità. E magari, un giorno, insegnare queste cose ai nostri figli.
Basterebbe così poco...
Recentemente mi sono recato ad un'anteprima del film di Al Gore, "An Inconvenient Truth" (una scomoda verità), che sta riscuotendo un discreto (enorme) successo internazionale e le prospettive che vengono messe in luce nella pellicola sono tutt'altro che rosee per il nostro minuscolo pianetucolo. In realtà, i dati che vengono citati nel film non sono una novità, ma la semplicità con cui Al Gore snocciola le cifre e la chiarezza con cui queste cifre vengono messe a confronto è un esempio perfetto di come dovrebbero essere divulgate le notizie.
In particolare, il futuro ex-presidente degli Stati Uniti (come si definisce egli stesso) se la prende con gli "scettici", cioè con quelle persone che contro ogni evidenza scientifica negano che il pianeta possa subire un prossimo tracollo ecologico e si appellano ad una particolare teoria tutt'altro che comprovata: che il riscaldamento terrestre sia un fenomeno ciclico.
Sarà.
Ma in una delle tante tabelle mostrate da Gore vengono visualizzate le oscillazioni della temperatura terrestre in un arco di 650.000 anni ed è inutile dire che negli ultimi vent'anni la temperatura terrestre si è innalzata di circa un paio di volte oltre ogni "soglia" massima. Un evento mai registrato prima e mai neppure pensato.
Nel 2005 si è verificato un tornado in una zona del Pacifico in cui tali fenomeni non si erano mai verificati e quell'anno passerà anche alla storia per l'incalcolabile numero di disastri causati da stravolgimenti del clima. Quest'anno, gli scienziati hanno visto con orrore che, per qualche momento, la Corrente calda del Golfo si è fermata.
Si è fermata! Miliardi di miliardi di milardi di metri cubi d'acqua calda e fredda che circolano in mezzo all'Atlantico hanno perso, per qualche istante, la loro spinta propulsiva dovuta al riscaldamento e al raffreddamento dell'acqua stessa. L'ultima volta che tale evento si verificò, le temperature medie in Europa scesero di circa 9-10 gradi, facendo piombare il continente in un periodo di costante glaciazione.
E queste sono solo alcune delle catastrofi che si stanno già verificando su tutto il pianeta. I ghiacciai di tutto il mondo sono a rischio e non si contano più le specie vegetali e animali che si stanno estinguendo per colpa dei cambiamenti climatici.
Uno dei momenti più toccanti e, in un certo senso orribili, del film è la narrazione della scomparsa degli orsi bianchi. Questi plantigradi che vivono intorno al mare ghiacciato del Polo Nord non muoiono perchè fa troppo caldo per loro, non muoiono neppure perchè non trovano più cibo. Gli orsi polari muoiono affogati. Lo ripeto: affogati! Si buttano in acqua alla ricerca di foche e quando, in mezzo al mare, cercano un iceberg su cui riposarsi non lo trovano più, perchè gli iceberg non ci sono più. Stremati, lentamente perdono le forze e affogano.
Vi rendete conto?
Vi rendete conto come cazzo stiamo riducendo la Terra, l'unica che abbiamo?
Vi rendete conto che prima o poi moriremo anche noi, e potete starne certi che sarà una fine orribile. Una morte di stenti, di malattia, forse di guerra. Chi lo sa.
E dire che basterebbe così poco. Molti pensano che riciclare non serva a niente perchè tanto una persona in più o in meno non fa differenza, e lo stesso vale per l'utilizzare meno la macchina, o per usare lampadine a risparmio energetico, fare il compostaggio dei rifiuti, usare il fazzoletto di stoffa anzichè i fazzolettini di carta. Ma è proprio qui che molti sbagliano. L'importante non è se queste piccole azioni possono davvero fare o no la differenza su scala mondiale, l'importante è iniziare a cambiare atteggiamento, capire che l'uomo ha delle responsabilità. E magari, un giorno, insegnare queste cose ai nostri figli.
Basterebbe così poco...
28 novembre 2006
American way
Dopo la breve conferenza del Professor Russel alla "Sapienza" di Roma (conferenza che si è dimostrata una lenta scalata di specchi per un vecchio neocon come il luminare in questione) sono alcuni giorni che rimugino sulla politica estera americana.
Credo che questo video sintetizzi bene i miei pensieri.
Credo che questo video sintetizzi bene i miei pensieri.
27 novembre 2006
26 novembre 2006
Il ritorno
Eccomi qua. Speravate di esservi liberati di me vero? E invece niente.
Comunque non sono certo ricomparso per parlare di me, anche se potrebbe essere una soddisfazione adeguata per il mio straripante ego.
Vengo da voi per annunciarvi la lieta novella. E la lieta novella sarebbe questa: il due Dicembre avremo l'onore di veder sfilare sotto le nostre finestre il "popolo" di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord. A Roma. A Piazza San Giovanni...
Come veder passeggiare un palombaro nel deserto del Sahara.
Ma tra le tante piazze di Roma, proprio a San Giovanni dovevano andare? Non potevano andarsi a sbattere al Circo Massimo, o a Piazza del Popolo o riunirsi in privato a palazzo Grazioli. Certo, magari sarebbero stati un po' stretti, ma basta cenare in piedi e già risolvi il problema delle sedie.
San Giovanni è la nostra piazza! Sono anni che ci si svolge il concerto dei lavoratori (tranne lo sciagurato anno del Giubileo, solo Iddio sa perchè!), sono anni che le nostre manifestazioni finiscono lì in un turbinar di bandiere e di comizi più o meno noiosi, sono lustri che quella piazza simboleggia l'irrequietezza della sinistra e la partecipazione politica che ci ha sempre caratterizzato.
E' un oltraggio e uno scempio doverla vedere imbrattata dalle bandiere forzaitaliote.
Ma è pur vero che i tempi cambiano e che il figlioccio politico del Biscione sta tentando di cambiare disperatamente pelle, nella speranza di non svanire nel fumoso ricordo di un periodo un po' cupo.
In effetti, quelli di Publitalia se la stanno prendendo molto a cuore questa marcetta su Roma. Il web è ormai tempestato di avvisi che implorano i milioni e milioni di accesi sostenitori di Berlusconi di trovare un buchino nell'agenda per una scappata a Roma il due Dicembre. Già i creativi del Cavaliere si sono messi in moto per sfornare gadgets irriverenti da sfoggiare durante la parata (e se poi ci si può anche guadagnare meglio ancora!).
E quelli della Lega stanno distribuendo dizionari tascabili Padano/Italiano-Italiano/Padano e un piccolo prontuario di sopravvivenza, compresi finti baffi neri e coppola, sia mai che qualuno restasse indetro nella giungla di terronia.
Adesso non rimane che attendere. Attendere che se ne tornino da dove sono venuti, intendo.
A parte i dubbi sulla consistenza numerica di questi veri-finti cortei, da navigato marciatore sono perfettamente cosciente che le manifestazioni non servono quasi a nulla.
Mi limito quindi a guardare dall'alto della mia decennale esperienza di piazza questi pischelli (politicamente parlando) che credono che una manifestazione sia come una rivoluzione. Sveglia ragazzi! Lunedì si torna al lavoro!
Comunque non sono certo ricomparso per parlare di me, anche se potrebbe essere una soddisfazione adeguata per il mio straripante ego.
Vengo da voi per annunciarvi la lieta novella. E la lieta novella sarebbe questa: il due Dicembre avremo l'onore di veder sfilare sotto le nostre finestre il "popolo" di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e della Lega Nord. A Roma. A Piazza San Giovanni...
Come veder passeggiare un palombaro nel deserto del Sahara.
Ma tra le tante piazze di Roma, proprio a San Giovanni dovevano andare? Non potevano andarsi a sbattere al Circo Massimo, o a Piazza del Popolo o riunirsi in privato a palazzo Grazioli. Certo, magari sarebbero stati un po' stretti, ma basta cenare in piedi e già risolvi il problema delle sedie.
San Giovanni è la nostra piazza! Sono anni che ci si svolge il concerto dei lavoratori (tranne lo sciagurato anno del Giubileo, solo Iddio sa perchè!), sono anni che le nostre manifestazioni finiscono lì in un turbinar di bandiere e di comizi più o meno noiosi, sono lustri che quella piazza simboleggia l'irrequietezza della sinistra e la partecipazione politica che ci ha sempre caratterizzato.
E' un oltraggio e uno scempio doverla vedere imbrattata dalle bandiere forzaitaliote.
Ma è pur vero che i tempi cambiano e che il figlioccio politico del Biscione sta tentando di cambiare disperatamente pelle, nella speranza di non svanire nel fumoso ricordo di un periodo un po' cupo.
In effetti, quelli di Publitalia se la stanno prendendo molto a cuore questa marcetta su Roma. Il web è ormai tempestato di avvisi che implorano i milioni e milioni di accesi sostenitori di Berlusconi di trovare un buchino nell'agenda per una scappata a Roma il due Dicembre. Già i creativi del Cavaliere si sono messi in moto per sfornare gadgets irriverenti da sfoggiare durante la parata (e se poi ci si può anche guadagnare meglio ancora!).
E quelli della Lega stanno distribuendo dizionari tascabili Padano/Italiano-Italiano/Padano e un piccolo prontuario di sopravvivenza, compresi finti baffi neri e coppola, sia mai che qualuno restasse indetro nella giungla di terronia.
Adesso non rimane che attendere. Attendere che se ne tornino da dove sono venuti, intendo.
A parte i dubbi sulla consistenza numerica di questi veri-finti cortei, da navigato marciatore sono perfettamente cosciente che le manifestazioni non servono quasi a nulla.
Mi limito quindi a guardare dall'alto della mia decennale esperienza di piazza questi pischelli (politicamente parlando) che credono che una manifestazione sia come una rivoluzione. Sveglia ragazzi! Lunedì si torna al lavoro!
22 novembre 2006
Sorry
Chiedo scusa a tutti per la prolungata assenza.
Purtroppo ho dei problemi personali che mi stanno tenendo a distanza dalla tastiera.
Come dicono dalle parti del vesuvio non tengo 'a capa per scrivere.
Vi chiedo scusa se non mi sono fatto sentire prima...
Spero di tornare presto.
Un saluto a tutti
PS:
avete visto che ora fanno i gadget anti-prodi??? eheheh
Purtroppo ho dei problemi personali che mi stanno tenendo a distanza dalla tastiera.
Come dicono dalle parti del vesuvio non tengo 'a capa per scrivere.
Vi chiedo scusa se non mi sono fatto sentire prima...
Spero di tornare presto.
Un saluto a tutti
PS:
avete visto che ora fanno i gadget anti-prodi??? eheheh
06 novembre 2006
Something's gotta give
Punto Primo
In questi due giorni, gli elettori molisani che si sono diligentemente recati alle urne sono stati circa 170.000. Il mio quartiere, a Roma, da solo conta più o meno 110.000 anime.
Punto Secondo
Il governatore uscente Angelo Michele Iorio, ricandidato per la Casa delle Libertà, aveva conquistato il trono del Molise nel 2001 con il 58,2% dei consensi. Era Novembre anche allora. Eravamo in pieno slancio post-elettorale dopo la trionfale disfatta di Rutelli contro il Cavaliere. L'onda lunga si sentiva ancora.
Punto Terzo
Ho un fumoso ricordo di Fabrizio Cicchitto, a Porta a Porta, subito in seguito alle elezioni regionali del 2004 (una disfatta per la CDL) che giustifica la sconfitta affermando che "i governatori uscenti sono sempre avvantaggiati, è ovvio".
Punto Quarto
La CDL non ha sfondato. Se è per questo, non raggiunge neppure il risultato della scorsa tornata elettorale. Tutta la coalizione si ferma al 54%, quattro punti in meno della volta scorsa e Forza Italia perde 4.000 voti, fermandosi al 19%. DS e Margherita (l'Ulivo) insieme superano di gran lunga questa quota, nonostante abbiano perso anch'essi dei voti a favore di altre liste del centrosinistra, SDI in particolare (da 2.000 a 6.000 preferenze).
Conclusioni
La CDL avrà pure vinto, ma l'Unione non ha certo perso. Anzi, la "spallata" che Berlusconi ha provato a dare per l'ennesima volta a Prodi è andata a vuoto. Una vittoria che non serve a Forza Italia, se non per fare un po' di propaganda scema e poco realistica ed una sconfitta utilissima invece per Prodi, visto che queste elezioni dovevano essere un test di tenuta dell'elettorato di sinistra in seguito alla legge finanziaria. Ma non era la sinistra a dover vincere, era la destra che doveva stravincere!
La rivoluzione auspicata da Berlusconi è ben al di là dal venire.
In questi due giorni, gli elettori molisani che si sono diligentemente recati alle urne sono stati circa 170.000. Il mio quartiere, a Roma, da solo conta più o meno 110.000 anime.
Punto Secondo
Il governatore uscente Angelo Michele Iorio, ricandidato per la Casa delle Libertà, aveva conquistato il trono del Molise nel 2001 con il 58,2% dei consensi. Era Novembre anche allora. Eravamo in pieno slancio post-elettorale dopo la trionfale disfatta di Rutelli contro il Cavaliere. L'onda lunga si sentiva ancora.
Punto Terzo
Ho un fumoso ricordo di Fabrizio Cicchitto, a Porta a Porta, subito in seguito alle elezioni regionali del 2004 (una disfatta per la CDL) che giustifica la sconfitta affermando che "i governatori uscenti sono sempre avvantaggiati, è ovvio".
Punto Quarto
La CDL non ha sfondato. Se è per questo, non raggiunge neppure il risultato della scorsa tornata elettorale. Tutta la coalizione si ferma al 54%, quattro punti in meno della volta scorsa e Forza Italia perde 4.000 voti, fermandosi al 19%. DS e Margherita (l'Ulivo) insieme superano di gran lunga questa quota, nonostante abbiano perso anch'essi dei voti a favore di altre liste del centrosinistra, SDI in particolare (da 2.000 a 6.000 preferenze).
Conclusioni
La CDL avrà pure vinto, ma l'Unione non ha certo perso. Anzi, la "spallata" che Berlusconi ha provato a dare per l'ennesima volta a Prodi è andata a vuoto. Una vittoria che non serve a Forza Italia, se non per fare un po' di propaganda scema e poco realistica ed una sconfitta utilissima invece per Prodi, visto che queste elezioni dovevano essere un test di tenuta dell'elettorato di sinistra in seguito alla legge finanziaria. Ma non era la sinistra a dover vincere, era la destra che doveva stravincere!
La rivoluzione auspicata da Berlusconi è ben al di là dal venire.
AAA giustizia cercasi
Potrei sbagliare citazione, ma mi pare fosse Socrate a decantare, nel Fedone, quanto fosse sbagliato rispondere alle ingiustizie attraverso altre ingiustizie. A questo punto sorge un ragionevole dubbio: o ad Harvard non si insegna filosofia antica, oppure gli Stati Uniti sono tutto tranne quel faro di democrazia che credono di essere. Io propenderei per la seconda ipotesi.
Ma andiamo con ordine.
Hanno condannato a morte Saddam Hussein. Chi l'ha condannato a morte, un tribunale internazionale? Assolutamente no. C'ha pensato un tribunale iracheno, composto da giudici messi lì dal nuovo regime pseudo-democratico impiantato da Washington (l'ultimo di molti, a partire da Panama). E su quali basi giuridiche?
Andiamo di nuovo con ordine.
Gli americani si sono spinti fino allo sconosciuto Iraq (sconosciuto perlomeno agli studenti universitari di Harvard, incapaci perfino di indicarlo sulla cartina) perchè Saddam era una minaccia per il pianeta, non per l'economia americana. Non è vero che i Marines sono stati mandati lì perchè gli USA hanno riserve territoriali di petrolio per altri 5 anni (con base al 1998) mentre in Iraq ne hanno di che estrarre per altri 511 anni. E non è vero che gli americani sono andati lì perchè Saddam pagava in euro e non più in dollari (così come l'Iran e la Corea del Nord, insolito non trovate?). Bush ha voluto salvaguardarci dalle micidiali armi di distruzione di massa di Saddam, mai trovate purtroppo (maledetto Saddam, si porterà il segreto nella tomba! Accidenti a lui!).
Gira e rigira gli americani riescono a catturare il temibilissimo Raìs: dopo mesi e mesi di ricerche riescono a snidarlo dal suo nascondiglio segretissimo. Un buco. Saddam si nascondeva in un buco. Alla faccia del temibilissimo Raìs.
Lo prendono, lo carcerano, probabilmente ci fanno strani giochini sessuali fino a sfinirlo e poi lo consegnano agli Iracheni. Non lo spediscono impacchettato all'Aja per essee giudicato secondo i criteri di Norimberga dal Tribunale Penale Internazionale entrato in funzione nel 2002, lo lasciano in Iraq. Ma non era una minaccia per il mondo? Non si era macchiato di crimini di guerra, crimini contro la pace, crimini contro l'umanità? In questo caso l'unica Corte competente a giudicarlo sarebbe stata all'Aja. Evidentemente il temibilissimo Raìs non era poi così temibile.
Oppure il motivo è che gli USA si sono sempre rifiutati di ratificare il trattato istitutivo della Corte per paura di essere giudicati loro stessi colpevoli di qualche reato penale internazionale? Chissà...
Di tutto ciò resta una sola cosa. Un essere umano penzolerà da una corda. Per quanto possa essere cattivo, per quanto male possa aver provocato ai curdi, per quante persone possa aver fatto a pezzi, non si può permettere che gli venga tolta la vita. Prima di tutto perchè è sbagliato. Ed inoltre perchè quel disgraziato non ha neppure avuto un processo regolare. Tanto vale che l'avessero sgozzato come una gallina in mondovisione quando lo trovarono. Il risultato sarebbe stato lo stesso. Un'ingiustizia.
Mi scuso per lo stile incolto dello scritto, ma andavo di fretta :-)
Ma andiamo con ordine.
Hanno condannato a morte Saddam Hussein. Chi l'ha condannato a morte, un tribunale internazionale? Assolutamente no. C'ha pensato un tribunale iracheno, composto da giudici messi lì dal nuovo regime pseudo-democratico impiantato da Washington (l'ultimo di molti, a partire da Panama). E su quali basi giuridiche?
Andiamo di nuovo con ordine.
Gli americani si sono spinti fino allo sconosciuto Iraq (sconosciuto perlomeno agli studenti universitari di Harvard, incapaci perfino di indicarlo sulla cartina) perchè Saddam era una minaccia per il pianeta, non per l'economia americana. Non è vero che i Marines sono stati mandati lì perchè gli USA hanno riserve territoriali di petrolio per altri 5 anni (con base al 1998) mentre in Iraq ne hanno di che estrarre per altri 511 anni. E non è vero che gli americani sono andati lì perchè Saddam pagava in euro e non più in dollari (così come l'Iran e la Corea del Nord, insolito non trovate?). Bush ha voluto salvaguardarci dalle micidiali armi di distruzione di massa di Saddam, mai trovate purtroppo (maledetto Saddam, si porterà il segreto nella tomba! Accidenti a lui!).
Gira e rigira gli americani riescono a catturare il temibilissimo Raìs: dopo mesi e mesi di ricerche riescono a snidarlo dal suo nascondiglio segretissimo. Un buco. Saddam si nascondeva in un buco. Alla faccia del temibilissimo Raìs.
Lo prendono, lo carcerano, probabilmente ci fanno strani giochini sessuali fino a sfinirlo e poi lo consegnano agli Iracheni. Non lo spediscono impacchettato all'Aja per essee giudicato secondo i criteri di Norimberga dal Tribunale Penale Internazionale entrato in funzione nel 2002, lo lasciano in Iraq. Ma non era una minaccia per il mondo? Non si era macchiato di crimini di guerra, crimini contro la pace, crimini contro l'umanità? In questo caso l'unica Corte competente a giudicarlo sarebbe stata all'Aja. Evidentemente il temibilissimo Raìs non era poi così temibile.
Oppure il motivo è che gli USA si sono sempre rifiutati di ratificare il trattato istitutivo della Corte per paura di essere giudicati loro stessi colpevoli di qualche reato penale internazionale? Chissà...
Di tutto ciò resta una sola cosa. Un essere umano penzolerà da una corda. Per quanto possa essere cattivo, per quanto male possa aver provocato ai curdi, per quante persone possa aver fatto a pezzi, non si può permettere che gli venga tolta la vita. Prima di tutto perchè è sbagliato. Ed inoltre perchè quel disgraziato non ha neppure avuto un processo regolare. Tanto vale che l'avessero sgozzato come una gallina in mondovisione quando lo trovarono. Il risultato sarebbe stato lo stesso. Un'ingiustizia.
Mi scuso per lo stile incolto dello scritto, ma andavo di fretta :-)
03 novembre 2006
Il Cavaliere perde il pelo...
... ma recupera col trapianto, verrebbe da dire. In realtà Silvio Berlusconi non perde davvero il vizio. A farne le spese per l'ennesima volta altri non è che Michele Santoro, di recente rimpatriato dal lungo esilio politico.
La vicenda è la seguente: durante l'ultima puntata di Annozero, il programma di Santoro che fino a due giorni fa raccoglieva le lodi sperticate di quasi tutto il centrodestra, si è parlato degli ennesimi problemi giudiziari del Cavaliere di Arcore. Ad introdurre l'argomento c'ha pensato Marco Travaglio (giornalista di destra contro ogni apparenza e soprannominato l'"uomo archivio") in compagnia di Filippo Facci, giornalista del Giornale e collaboratore di Mediaset. La discussione si è protratta per una decina di minuti, non di più, e chi ha visto la puntata (io, ad esempio) può testimoniare la completa imparzialità di Santoro (non ha aperto bocca) e la più assoluta par condicio da dibattito pre-elettorale tra i due giornalisti. Qualche seggiola più avanti era accomodato Renato Brunetta (FI) e non ha avuto nulla da ridire.
Ma Berlusconi voleva assolutamente dire la sua, voleva partecipare alla discussione, imporre la sua versione dei fatti. Al telefono.
Solo che Santoro non accetta le telefonate di nessuno, non l'ha permesso ad Agazio Loiero e neppure all'avvocato del capitano Ultimo che volevano intervenire durante delle puntate precedenti. Giustamente, non vi era alcuna ragione al mondo di fare un'eccezione per un Deputato qualunque.
Ma Silvio Berlusconi non è una persona normale, è piuttosto il tipo "leinonsachisonoio" e ha telefonato a Petruccioli inviperito. E vi pare che il Presidente della Rai possa prendere le difese di un suo giornalista? Ma quando mai, ma dove vivete? La prima cosa che Petruccioli a fatto è stata lavarsene le mani e lasciare che nella fanghiglia ci si rotolassero i Consiglieri d'Amministrazione (cariche politiche) in maggioranza di centrodestra. Quale sarà il risultato?
...
...
...Una mattina...
...mi son svegliato...
...oh bella ciao...
...
Morale della favola
Quando sentiamo queste notizie, e tra parentesi se la sono presa anche con Report per un piccolo inciso su Meocci, non dobbiamo più stupirci del fatto che certe cose accadano. Ormai dobbiamo iniziare a stupirci del fatto che non siano successe prima. Purtroppo dovremmo iniziare a chiederci come ha fatto un programma come Annozero a durare così tanto senza che lo chiudessero.
Questa qui è l'Italia.
La libertà di stampa è due porte più avanti.
La vicenda è la seguente: durante l'ultima puntata di Annozero, il programma di Santoro che fino a due giorni fa raccoglieva le lodi sperticate di quasi tutto il centrodestra, si è parlato degli ennesimi problemi giudiziari del Cavaliere di Arcore. Ad introdurre l'argomento c'ha pensato Marco Travaglio (giornalista di destra contro ogni apparenza e soprannominato l'"uomo archivio") in compagnia di Filippo Facci, giornalista del Giornale e collaboratore di Mediaset. La discussione si è protratta per una decina di minuti, non di più, e chi ha visto la puntata (io, ad esempio) può testimoniare la completa imparzialità di Santoro (non ha aperto bocca) e la più assoluta par condicio da dibattito pre-elettorale tra i due giornalisti. Qualche seggiola più avanti era accomodato Renato Brunetta (FI) e non ha avuto nulla da ridire.
Ma Berlusconi voleva assolutamente dire la sua, voleva partecipare alla discussione, imporre la sua versione dei fatti. Al telefono.
Solo che Santoro non accetta le telefonate di nessuno, non l'ha permesso ad Agazio Loiero e neppure all'avvocato del capitano Ultimo che volevano intervenire durante delle puntate precedenti. Giustamente, non vi era alcuna ragione al mondo di fare un'eccezione per un Deputato qualunque.
Ma Silvio Berlusconi non è una persona normale, è piuttosto il tipo "leinonsachisonoio" e ha telefonato a Petruccioli inviperito. E vi pare che il Presidente della Rai possa prendere le difese di un suo giornalista? Ma quando mai, ma dove vivete? La prima cosa che Petruccioli a fatto è stata lavarsene le mani e lasciare che nella fanghiglia ci si rotolassero i Consiglieri d'Amministrazione (cariche politiche) in maggioranza di centrodestra. Quale sarà il risultato?
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...Una mattina...
...mi son svegliato...
...oh bella ciao...
...
Morale della favola
Quando sentiamo queste notizie, e tra parentesi se la sono presa anche con Report per un piccolo inciso su Meocci, non dobbiamo più stupirci del fatto che certe cose accadano. Ormai dobbiamo iniziare a stupirci del fatto che non siano successe prima. Purtroppo dovremmo iniziare a chiederci come ha fatto un programma come Annozero a durare così tanto senza che lo chiudessero.
Questa qui è l'Italia.
La libertà di stampa è due porte più avanti.
02 novembre 2006
Il decalogo
Dalle colonne di Libero, il giornale dell'uomo più coinvolto d'Italia, Bruno Vespa ha deciso di propinarci un'intervista al Cavaliere nella quale il Cavaliere stesso spiega quali sono stati i dieci errori fondamentali che lo hanno portato a perdere le elezioni. Inutile dire che non si tratta di autocritica. I dieci errori fondamentali li hanno compiuti gli altri, non di certo Belrusconi.
Questo è tipico del personaggio, ormai lo sappiamo. Ma andiamo con ordine. L'articolo inizia con una bella analisi psicologica del Berlusconi post-elettorale.
"Nei sette mesi successivi alle elezioni, Silvio Berlusconi ha attraversato tre fasi": il rigetto, la riflessione prudente e l'attacco. Sul rigetto siamo tutti d'accordo, e forse molti di noi avrebbero barattato volentieri la palla di un occhio con l'esilio permanente di Belrusca al Billionaire."«Ho avuto un forte rigetto nei confronti della politica, a causa del comportamento di alcuni alleati, del risultato elettorale e per il successo dell'antica, sperimentata professionalità della sinistra su come si gestiscono le operazioni di scrutinio. Per mesi ho faticato a seguire la cronaca politica sui giornali e i soliti pastoni dei telegiornali. E ho provato rigetto anche verso l'obbligo di certe frequentazioni». I suoi famigliari le hanno suggerito di lasciare? «Mia madre, nel 1993, quando tutti i miei famigliari e gran parte degli amici erano contrari alla mia discesa in campo, mi disse: se ti senti in dovere di farlo, devi trovare il coraggio di farlo." A parte il fatto che familiari i scrive senza g, ma non era Forza Italia quella del decalogo del rappresentante di lista? Peraltro con al suo interno informazioni illegali rispetto alla normativa elettorale vigente. Inoltre Berlusconi si dimentica (poverino, è l'età) che il suo progettino di discesa in campo non inizia nel 1993, ma già nel 1992 Dell'Utri aveva dato incarico a Ezio Cartotto di istruire i dirgenti Publitalia su come trasfromarsi da pubblicitari in politici. E possiamo star certi che prima che con familiari e amici, Berlusconi si fosse consigliato con Craxi e, perchè no, con qualche amico palermitano.
La seconda fase mi sembra un po' esagerata, più che "riflessione prudente" la chiamerei "tentativo di plagiare l'elettorato attraverso campagne denigratorie e di sospetto sulla legittimità del voto, evidenziando impossibili soluzioni di riconteggio dei voti e regalando perle di rara saggezza sulle qualità psicoattitudinali dei suoi oppositori politici", ma questa è solo un'opinione.
"Così, soltanto nel caldo autunno romano ha cominciato a dimenticare il "decalogo della sconfitta", cioè la serie incredibile di errori minuti che hanno condotto la Casa delle Libertà a perdere la sfida delle urne. Sarebbe bastato non farne uno, uno solo, e tutto sarebbe stato diverso." E subito Berlusconi tira in ballo l'euro, gli alleati, la sfiga. Mai la sua incompetenza personale.
La terza fase è il tocco di genio di un Ciambellano di corte: "nella terza, iniziata a metà ottobre 2006, è partito all'attacco a cominciare dalla grande manifestazione del 21 ottobre a Vicenza, con Gianfranco Fini e Umberto Bossi". Se per grande manifestazione intendeva quella scampagnata di tremila anime in piazza, siamo d'accordo.
Ma, insomma, quali sarebbero questi errori compiuti da Berlusconi, anzi, dagli altri cattivoni che tramano contro di lui?
"«Il primo» mi dice «fu chiedere una "discontinuità" nel governo. Il governo delle 36 riforme, più di quelle realizzate da tutti gli altri precedenti governi messi insieme. Il governo che, per primo, aveva abbassato la pressione fiscale. Il governo che aveva aperto 106 cantieri di grandi opere contro i 7 della legislatura precedente. Il governo che aveva fatto dell'Italia, finalmente, un paese internazionalmente apprezzato e credibile. La richiesta di discontinuità è stata, insomma, un atto di masochismo assoluto. Quale segnale peggiore poteva darsi agli elettori a cui, invece, si sarebbe dovuto chiedere di rinnovare la loro fiducia proprio sulla base dei grandi risultati raggiunti dal governo che aveva battuto ogni record di stabilità?»".
Vabbè, abbiamo capito...
Questo è tipico del personaggio, ormai lo sappiamo. Ma andiamo con ordine. L'articolo inizia con una bella analisi psicologica del Berlusconi post-elettorale.
"Nei sette mesi successivi alle elezioni, Silvio Berlusconi ha attraversato tre fasi": il rigetto, la riflessione prudente e l'attacco. Sul rigetto siamo tutti d'accordo, e forse molti di noi avrebbero barattato volentieri la palla di un occhio con l'esilio permanente di Belrusca al Billionaire."«Ho avuto un forte rigetto nei confronti della politica, a causa del comportamento di alcuni alleati, del risultato elettorale e per il successo dell'antica, sperimentata professionalità della sinistra su come si gestiscono le operazioni di scrutinio. Per mesi ho faticato a seguire la cronaca politica sui giornali e i soliti pastoni dei telegiornali. E ho provato rigetto anche verso l'obbligo di certe frequentazioni». I suoi famigliari le hanno suggerito di lasciare? «Mia madre, nel 1993, quando tutti i miei famigliari e gran parte degli amici erano contrari alla mia discesa in campo, mi disse: se ti senti in dovere di farlo, devi trovare il coraggio di farlo." A parte il fatto che familiari i scrive senza g, ma non era Forza Italia quella del decalogo del rappresentante di lista? Peraltro con al suo interno informazioni illegali rispetto alla normativa elettorale vigente. Inoltre Berlusconi si dimentica (poverino, è l'età) che il suo progettino di discesa in campo non inizia nel 1993, ma già nel 1992 Dell'Utri aveva dato incarico a Ezio Cartotto di istruire i dirgenti Publitalia su come trasfromarsi da pubblicitari in politici. E possiamo star certi che prima che con familiari e amici, Berlusconi si fosse consigliato con Craxi e, perchè no, con qualche amico palermitano.
La seconda fase mi sembra un po' esagerata, più che "riflessione prudente" la chiamerei "tentativo di plagiare l'elettorato attraverso campagne denigratorie e di sospetto sulla legittimità del voto, evidenziando impossibili soluzioni di riconteggio dei voti e regalando perle di rara saggezza sulle qualità psicoattitudinali dei suoi oppositori politici", ma questa è solo un'opinione.
"Così, soltanto nel caldo autunno romano ha cominciato a dimenticare il "decalogo della sconfitta", cioè la serie incredibile di errori minuti che hanno condotto la Casa delle Libertà a perdere la sfida delle urne. Sarebbe bastato non farne uno, uno solo, e tutto sarebbe stato diverso." E subito Berlusconi tira in ballo l'euro, gli alleati, la sfiga. Mai la sua incompetenza personale.
La terza fase è il tocco di genio di un Ciambellano di corte: "nella terza, iniziata a metà ottobre 2006, è partito all'attacco a cominciare dalla grande manifestazione del 21 ottobre a Vicenza, con Gianfranco Fini e Umberto Bossi". Se per grande manifestazione intendeva quella scampagnata di tremila anime in piazza, siamo d'accordo.
Ma, insomma, quali sarebbero questi errori compiuti da Berlusconi, anzi, dagli altri cattivoni che tramano contro di lui?
"«Il primo» mi dice «fu chiedere una "discontinuità" nel governo. Il governo delle 36 riforme, più di quelle realizzate da tutti gli altri precedenti governi messi insieme. Il governo che, per primo, aveva abbassato la pressione fiscale. Il governo che aveva aperto 106 cantieri di grandi opere contro i 7 della legislatura precedente. Il governo che aveva fatto dell'Italia, finalmente, un paese internazionalmente apprezzato e credibile. La richiesta di discontinuità è stata, insomma, un atto di masochismo assoluto. Quale segnale peggiore poteva darsi agli elettori a cui, invece, si sarebbe dovuto chiedere di rinnovare la loro fiducia proprio sulla base dei grandi risultati raggiunti dal governo che aveva battuto ogni record di stabilità?»".
Vabbè, abbiamo capito...
01 novembre 2006
La grande fuga
Claudio Lippi si dissocia. Ha deciso di abbandonare la sua creatura, Buona Domenica, e di abbandonarla allo sfascio più completo, inaugurato in questa stagione dalla presenza sullo schermo dei personaggi più noti della tivvù spazzatura. Quei pochi coraggiosi che si sono trovati a fare incautamente zapping da quelle parti sanno di cosa parlo. Hanno trasfromato un programma televisivo (non che gli anni passati fosse culturalmente edificante) in un'isola felice per gli individui più ignobili che abbiano transitato sulle pagine dei giornali scandalistici italiani. Ci fosse un solo protagonista che si sia reso famoso per qualcosa di più che un reality, se gli dice bene. La maggior parte si trovano sullo schermo o perchè hanno messo le corna a qualcuno più famoso di loro, o perchè hanno qualche scandalo alle spalle.
Tutto il programma ruota intorno a delle scenette ridicole in cui i presenti si scannano su un finto ring dandosi a vicenda del porco, dell'idiota, del finocchio, della puttana ecc.ecc. Tutto finto. Tutto in fascia protetta. Anche se non credo che una madre che apprezza tale tipo di televisione abbia la sensibilità di salvare i propri figli da orrorose visioni di tal genere. Molto probabilmente quella madre non ha molto altro da offrire ai propri figli e quei figli, una volta cresciuti, non avranno molto altro da offrire ai propri figli e così via, in una infinita catena di ignoranza e stolidità che permetterà a chi scrive i testi di certe schifezze televisive di prosperare.
Ricordiamoci che la colpa è nostra. Se c'è la pubblicità in tv è perchè qualcuno la guarda. Se ci sono certi programmi è perchè qualcuno si siede sul proprio divano e li guarda. Quando inizia la pubblicità, cambiamo canale, cerchiamo una programmazione sostitutiva, oppure spegniamo la tv per qualche minuto, anzi, spegnamola più spesso. Quando non c'è nulla da vedere, apriamo un libro, facciamo una telefonata, parliamo con qualcuno, usciamo di casa. Dissociamoci anche noi.
Tutto il programma ruota intorno a delle scenette ridicole in cui i presenti si scannano su un finto ring dandosi a vicenda del porco, dell'idiota, del finocchio, della puttana ecc.ecc. Tutto finto. Tutto in fascia protetta. Anche se non credo che una madre che apprezza tale tipo di televisione abbia la sensibilità di salvare i propri figli da orrorose visioni di tal genere. Molto probabilmente quella madre non ha molto altro da offrire ai propri figli e quei figli, una volta cresciuti, non avranno molto altro da offrire ai propri figli e così via, in una infinita catena di ignoranza e stolidità che permetterà a chi scrive i testi di certe schifezze televisive di prosperare.
Ricordiamoci che la colpa è nostra. Se c'è la pubblicità in tv è perchè qualcuno la guarda. Se ci sono certi programmi è perchè qualcuno si siede sul proprio divano e li guarda. Quando inizia la pubblicità, cambiamo canale, cerchiamo una programmazione sostitutiva, oppure spegniamo la tv per qualche minuto, anzi, spegnamola più spesso. Quando non c'è nulla da vedere, apriamo un libro, facciamo una telefonata, parliamo con qualcuno, usciamo di casa. Dissociamoci anche noi.
29 ottobre 2006
Crimini di post-guerra
E' apparsa ieri una notizia inquietante sul giornale britannico The Indipendent. Riguardava la recente guerra in Libano tra Israele e le milizie Hizbullah.
La British Scientific Secretary del Comitato Europeo per la Radioattività ha prelevato campioni di terra nei luoghi in cui si è combattuto, tra Luglio e Agosto di quest'anno, nei pressi di Khiam e At-Tiri, luoghi in cui gli scontri furono particolarmente cruenti. Stando ai primi esami compiuti in loco, la terra raccolta all'interno di crateri lasciati da missili israeliani presenterebbe alti livelli di radioattività (elevated radiation signatures, dice il rapporto).
Il Dott. Chris Busby, responsabile del gruppo scientifico, afferma che vi sono due possibili spiegazioni alla presenza di radiazioni elevate: le bombe potrebbero essere dei modelli sperimentali a fissione nucleare (thermobaric weapons), oppure dei missili anti-bunker tradizionali all'uranio arricchito, per penetrare nel suolo.
Ma le notiziole non finiscono qui. Jacob Edery, il Ministro Israeliano per i rapporti col Parlamento, ha recentemente ammesso l'uso di armi al fosforo bianco negli attacchi contro il Partito di Dio. Molti cronisti affermano, purtroppo, di aver visto alcuni bambini, negli ospedali, morti per danni causati quasi certamente da armi di questo tipo (per chi volesse saperne di più sul fosforo bianco, sul blog c'è il banner per il servizio di RaiNews24 su Falluja), che ustionano il corpo senza alterare gli abiti o gli oggetti intorno.
Dopo l'uso certificato di cluster-bombs, adesso questo.
Una guerra ignobile. Quando capirà il mondo che le guerre non sono combattute da buoni e cattivi, ma solo da cattivi?
La British Scientific Secretary del Comitato Europeo per la Radioattività ha prelevato campioni di terra nei luoghi in cui si è combattuto, tra Luglio e Agosto di quest'anno, nei pressi di Khiam e At-Tiri, luoghi in cui gli scontri furono particolarmente cruenti. Stando ai primi esami compiuti in loco, la terra raccolta all'interno di crateri lasciati da missili israeliani presenterebbe alti livelli di radioattività (elevated radiation signatures, dice il rapporto).
Il Dott. Chris Busby, responsabile del gruppo scientifico, afferma che vi sono due possibili spiegazioni alla presenza di radiazioni elevate: le bombe potrebbero essere dei modelli sperimentali a fissione nucleare (thermobaric weapons), oppure dei missili anti-bunker tradizionali all'uranio arricchito, per penetrare nel suolo.
Ma le notiziole non finiscono qui. Jacob Edery, il Ministro Israeliano per i rapporti col Parlamento, ha recentemente ammesso l'uso di armi al fosforo bianco negli attacchi contro il Partito di Dio. Molti cronisti affermano, purtroppo, di aver visto alcuni bambini, negli ospedali, morti per danni causati quasi certamente da armi di questo tipo (per chi volesse saperne di più sul fosforo bianco, sul blog c'è il banner per il servizio di RaiNews24 su Falluja), che ustionano il corpo senza alterare gli abiti o gli oggetti intorno.
Dopo l'uso certificato di cluster-bombs, adesso questo.
Una guerra ignobile. Quando capirà il mondo che le guerre non sono combattute da buoni e cattivi, ma solo da cattivi?
27 ottobre 2006
Anno Domini 2006
Prove di razzismo oggi alla Camera. L'Onorevole Elisabetta Gardini (Forza Italia, quelli che si dicono moderati) sarà pure un'ignorante, ma la grinta non le manca e le cose non te le manda mica a dire da altri. Quando ha visto l'Onorevole Luxuria uscire dalla toilette pour dames per la centomilionesima volta dall'inizio della legislatura non c'ha visto più e ha sbottato "Luxuria esca dal bagno! Tu sei un uomo, non puoi stare qui: devi andare in quello degli uomini!".
Ora, io non vorrei dare una delusione alla Signora Gardini, ma non credo che Luxuria vada nel bagno delle signore per spiarle da sotto la porta mentre espletano la minzione, credo piuttosto che Luxuria si rechi da quelle parti perchè, effettivamente, è il luogo a Lei più congeniale. Non importa se invece di farla seduta la fa impiedi, l'aspetto, l'animo e i possibili istinti sessuali sono quelli di una donna. Anzi, forse per Lei è ancora più importante poter entrare in un bagno femminile, quasi una rivincita quotidiana direi.
"La mia è stata una reazione fisica, di pancia" dice la Gardini "Proprio non mi aspettavo di trovare un uomo nei nostri bagni. Credevo che la questione fosse stata risolta da tempo e trovare Guadagno lì mi ha provocato un trauma. E spontanemante gliel'ho detto. Adesso mi rivolgerò ai questori affinchè trovino una soluzione. Tanto più che il mio disagio è quello avvertito da tante colleghe. Comunque trovo assolutamente eccessivo che la questione, di organizzazione interna, sia stata portata all'esterno. Mi vergogno che si dia una immagine così di basso profilo del Parlamento. Se avessi saputo, sarei stata zitta..."
Non si preoccupi Onorevole Gardini, parli pure. A vanvera. Come al solito.
Ora, io non vorrei dare una delusione alla Signora Gardini, ma non credo che Luxuria vada nel bagno delle signore per spiarle da sotto la porta mentre espletano la minzione, credo piuttosto che Luxuria si rechi da quelle parti perchè, effettivamente, è il luogo a Lei più congeniale. Non importa se invece di farla seduta la fa impiedi, l'aspetto, l'animo e i possibili istinti sessuali sono quelli di una donna. Anzi, forse per Lei è ancora più importante poter entrare in un bagno femminile, quasi una rivincita quotidiana direi.
"La mia è stata una reazione fisica, di pancia" dice la Gardini "Proprio non mi aspettavo di trovare un uomo nei nostri bagni. Credevo che la questione fosse stata risolta da tempo e trovare Guadagno lì mi ha provocato un trauma. E spontanemante gliel'ho detto. Adesso mi rivolgerò ai questori affinchè trovino una soluzione. Tanto più che il mio disagio è quello avvertito da tante colleghe. Comunque trovo assolutamente eccessivo che la questione, di organizzazione interna, sia stata portata all'esterno. Mi vergogno che si dia una immagine così di basso profilo del Parlamento. Se avessi saputo, sarei stata zitta..."
Non si preoccupi Onorevole Gardini, parli pure. A vanvera. Come al solito.
25 ottobre 2006
E io pago, ancora...
Recentemente, Repubblica ha pubblicato le cifre che la regione Sicilia spende ogni anno per i suoi dirigenti della pubblica amministrazione: 162 milioni di euro. Per fare un paragone, in Lombardia la spesa si aggira intorno ai 19 milioni, un decimo, più o meno.
Però non mi va di essere polemico, in fondo sono convinto che a tutto ci sia una spiegazione. Secondo me la colpa non è nè degli sprechi, nè è da ricercarsi in logiche clientelari e velatamente mafiose. Secondo me la colpa è dei dipendenti. E sì, per forza. Non ci sono dubbi.
Molto probabilmente i quadri dell'amministrazione dell'isola sono scelti tra una rosa di scimmie ubriache che non saprebbero neppure farsi il nodo alle scarpe senza ricorrere alle istruzioni di Ikea, quelle con le figure. Altrimenti non si sipiega perchè in Sicilia c'è un dirigente ogni sei dipendenti e un capoufficio ogni due (in Lombardia i dirigenti sono uno ogni sessanta impiegati), e questo spiegherebbe anche perchè sono così ben pagati. Diavolo, provateci voi a stare appresso a delle scimmie ubriache per lo stipendio da fame che danno a Milano!
Ha fatto bene Cuffaro a cautelarsi contro le possibili deficienze del sistema amministrativo della regione, e ha pensato bene di riempire ogni angolo degli uffici regionali di dirigenti pronti a imboccare gli impiegati e a cambiargli il pannolone, se necessario.
Certo, qualche malfidato potrebbe pensare che dietro tutto questo c'è il vecchio sistema di amicizie di famìgghia che tanto ha rovinato la vita sociale e la reputazione della splendida isola, e forse, se si andassero a gardare i precendenti storici di Cuffaro (storica la sua apparizione a Samarcanda, nel 1991, quando si erse a difesa dell'onore siciliano contro un individuo che stava sul palco e che non capiva una minchia di mafia, un certo Giovanni Falcone) si potrebbe pensare che questo malfidato abbia ragione. Ma così non è! Così non è! Sono sicuro che se si lasciasse a Cuffaro un po' di tempo per spiegare, per dirci per filo e per segno qual'è la strategia che vi è dietro questo spreco di denaro pubblico, tutto sarebbe più chiaro. E sicuramente peggio.
Ringrazio Valentina per la segnalazione dell'articolo
Però non mi va di essere polemico, in fondo sono convinto che a tutto ci sia una spiegazione. Secondo me la colpa non è nè degli sprechi, nè è da ricercarsi in logiche clientelari e velatamente mafiose. Secondo me la colpa è dei dipendenti. E sì, per forza. Non ci sono dubbi.
Molto probabilmente i quadri dell'amministrazione dell'isola sono scelti tra una rosa di scimmie ubriache che non saprebbero neppure farsi il nodo alle scarpe senza ricorrere alle istruzioni di Ikea, quelle con le figure. Altrimenti non si sipiega perchè in Sicilia c'è un dirigente ogni sei dipendenti e un capoufficio ogni due (in Lombardia i dirigenti sono uno ogni sessanta impiegati), e questo spiegherebbe anche perchè sono così ben pagati. Diavolo, provateci voi a stare appresso a delle scimmie ubriache per lo stipendio da fame che danno a Milano!
Ha fatto bene Cuffaro a cautelarsi contro le possibili deficienze del sistema amministrativo della regione, e ha pensato bene di riempire ogni angolo degli uffici regionali di dirigenti pronti a imboccare gli impiegati e a cambiargli il pannolone, se necessario.
Certo, qualche malfidato potrebbe pensare che dietro tutto questo c'è il vecchio sistema di amicizie di famìgghia che tanto ha rovinato la vita sociale e la reputazione della splendida isola, e forse, se si andassero a gardare i precendenti storici di Cuffaro (storica la sua apparizione a Samarcanda, nel 1991, quando si erse a difesa dell'onore siciliano contro un individuo che stava sul palco e che non capiva una minchia di mafia, un certo Giovanni Falcone) si potrebbe pensare che questo malfidato abbia ragione. Ma così non è! Così non è! Sono sicuro che se si lasciasse a Cuffaro un po' di tempo per spiegare, per dirci per filo e per segno qual'è la strategia che vi è dietro questo spreco di denaro pubblico, tutto sarebbe più chiaro. E sicuramente peggio.
Ringrazio Valentina per la segnalazione dell'articolo
21 ottobre 2006
Per Vicenza? giri a destra...
Finalmente ce l'hanno fatta! E' stato più faticoso di un parto cesareo, ma alla fine sono scesi in piazza. A Vicenza. Come se le manifestazioni contro il governo Berlusconi si fossero tenute a Firenze o Bologna. La prossima volta ce la faranno a passare il Rubicone? Chi può dirlo. Il popolo leghista non si sente a proprio agio in terra straniera e, per ora, Berlusconi fa più le veci di un leader aziendale che di partito. Fini ha spostato più a nord l'asse Roma-Cologno Monzese, forse intimorito dalla possibilità di fare flop con una manifestazione nella capitale.
Stando alle stime del Corriere, di Repubblica e dell'Ansa, a Vicenza starebbero sfilando "migliaia" di persone. Non decine di migliaia, non centinaia di migliaia, nè tantomeno milioni come auspicavano molti elettori Italoforzati. Inoltre, si tratterebbe di una manifestazione di destra, non di centro-destra, vista l'assenza giustificata dell'UDC dal mucchio.
Un successo? Non sta a me dire il contrario. Ma credo che la senzazione diffusa di essere tutti quanti a contribuire alla manovra fiscale e non solo i redditi bassi come durante il governo Berlusconi, qualche effetto lo stia ottenendo. Vedremo.
Stando alle stime del Corriere, di Repubblica e dell'Ansa, a Vicenza starebbero sfilando "migliaia" di persone. Non decine di migliaia, non centinaia di migliaia, nè tantomeno milioni come auspicavano molti elettori Italoforzati. Inoltre, si tratterebbe di una manifestazione di destra, non di centro-destra, vista l'assenza giustificata dell'UDC dal mucchio.
Un successo? Non sta a me dire il contrario. Ma credo che la senzazione diffusa di essere tutti quanti a contribuire alla manovra fiscale e non solo i redditi bassi come durante il governo Berlusconi, qualche effetto lo stia ottenendo. Vedremo.
19 ottobre 2006
Shit happens
Potrebbe capitare a chiunque di avere un amico palestinese, o potrebbe capitare a chiunque di conoscere un iraniano o un afghano. Potrebbe anche succedere che qualcuno abbia la necessità di spedire dei soldi da quelle parti, oppure potrebbe anche succedere che questi amici mediorientali conoscano dei membri di Hamas, Ansar Al-Islam, senza necessariamente farne parte.
Potrebbe anche accadere che un membro della CIA stia, per caso, monitorando in quel momento i movimenti di denaro, oppure le conoscenze di presunti membri di gruppi terroristici, e spunti fuori il vostro nome. In fondo avete fatto una telefonata, o avete mandato un assegno, ad un amico di un amico di un presunto terrorista.
In questo caso potrebbe succedere che l'agente della CIA inoltri il vostro nome all'interno dell'organizzazione e potrebbe succedere che il vostro nome raggiunga un fascicolo ben preciso.
Potrebbe capitare che tale fascicolo venga recapitato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che il Consiglio lo giri al Comitato per le Sanzioni. Stando alla risoluzione 1373, il Consiglio di Sicurezza ha il potere, senza interpellarvi, di inserire il vostro nome nelle "liste nere". Il Comitato per le Sanzioni (composto dagli stati membri del CdS) decide in poche ore se applicare le sanzioni personali o no. Non viene neppure controllata la posizione del proscritto. Il proscritto non sa neppure di essere inserito nelle "liste nere".
Entro due giorni dalla vostra telefonata in Palestina, il vostro conto in banca viene congelato. Tutti i vostri beni sono posti sotto sequestro giudiziario senza che neppure siate stati informati della cosa. Non solo, ma non c'è neppure la possibilità di fare ricorso, poichè gli individui non possono accedere al Consiglio di Sicurezza.
Volete sapere come può accadere tutto ciò? Tramite un processo detto "a cascata": il Consiglio di Sicurezza delibera una risoluzione; la risoluzione è vincolante per gli Stati membri (art.41); l'applicazione delle risoluzioni dell'ONU è competenza del Consiglio Europeo e della Commissione Europea che nel giro di poche ore, prima adottano una posizione comune nell'ambito della PESC, e poi emettono un regolamento vincolante per gli Stati membri dell'Unione contenente i nomi che sono all'interno delle "liste nere".
Se le liste vengono aggiornate con nuovi nomi, nel giro di pochi giorni la Commissione emette dei regolamenti di secondo grado per aggiornare le liste riguardanti cittadini o residenti nell'Unione. Il tutto senza che nessuno ne sappia nulla.
Ma potrebbe anche capitare che qualcuno voglia rivolgersi al giudice per ribellarsi a quest'ingiustizia. In questo caso, il giudice nazionale non può fare nulla, e il Tribunale di I grado della Comunità ha recentemente emesso una contestata sentenza in cui ammette che nemmeno l'Europa può fare nulla.
Il diritto di proprietà è stato violato? il Tribunale dice che non è una deroga permanente, visto che prima o poi i beni saranno scongelati. Il diritto alla difesa? Può essere sospeso, in fondo ci sono delle indagini in corso. Il diritto ad un giudice, ad un giusto processo? Può essere derogato, visto che i diritti di proprietà non sono inseriti tra i diritti fondamentali della CEDU (Convenzione Europea Diritti Umani).
Che si può fare allora?
Secondo il Tribunale di I grado, si può mettere in atto il meccanismo di protezione diplomatica: lo Stato in cui si risiede o di cui si è cittadini dovrebbe andare di fronte al Comitato per le Sanzioni a garantire per voi. A chiedere che siano rimosse le sanzioni personali. Ma lo Stato non è vincolato. Sarebbe a sua completa discrezione. Stando agli esperti di diritto internazionale, si farebbe molto prima a fare un viaggetto fino a Langley, alla sede della CIA, e contrattare con loro il ritiro delle sanzioni.
Se vi sembra giustizia questa...
Potrebbe anche accadere che un membro della CIA stia, per caso, monitorando in quel momento i movimenti di denaro, oppure le conoscenze di presunti membri di gruppi terroristici, e spunti fuori il vostro nome. In fondo avete fatto una telefonata, o avete mandato un assegno, ad un amico di un amico di un presunto terrorista.
In questo caso potrebbe succedere che l'agente della CIA inoltri il vostro nome all'interno dell'organizzazione e potrebbe succedere che il vostro nome raggiunga un fascicolo ben preciso.
Potrebbe capitare che tale fascicolo venga recapitato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e che il Consiglio lo giri al Comitato per le Sanzioni. Stando alla risoluzione 1373, il Consiglio di Sicurezza ha il potere, senza interpellarvi, di inserire il vostro nome nelle "liste nere". Il Comitato per le Sanzioni (composto dagli stati membri del CdS) decide in poche ore se applicare le sanzioni personali o no. Non viene neppure controllata la posizione del proscritto. Il proscritto non sa neppure di essere inserito nelle "liste nere".
Entro due giorni dalla vostra telefonata in Palestina, il vostro conto in banca viene congelato. Tutti i vostri beni sono posti sotto sequestro giudiziario senza che neppure siate stati informati della cosa. Non solo, ma non c'è neppure la possibilità di fare ricorso, poichè gli individui non possono accedere al Consiglio di Sicurezza.
Volete sapere come può accadere tutto ciò? Tramite un processo detto "a cascata": il Consiglio di Sicurezza delibera una risoluzione; la risoluzione è vincolante per gli Stati membri (art.41); l'applicazione delle risoluzioni dell'ONU è competenza del Consiglio Europeo e della Commissione Europea che nel giro di poche ore, prima adottano una posizione comune nell'ambito della PESC, e poi emettono un regolamento vincolante per gli Stati membri dell'Unione contenente i nomi che sono all'interno delle "liste nere".
Se le liste vengono aggiornate con nuovi nomi, nel giro di pochi giorni la Commissione emette dei regolamenti di secondo grado per aggiornare le liste riguardanti cittadini o residenti nell'Unione. Il tutto senza che nessuno ne sappia nulla.
Ma potrebbe anche capitare che qualcuno voglia rivolgersi al giudice per ribellarsi a quest'ingiustizia. In questo caso, il giudice nazionale non può fare nulla, e il Tribunale di I grado della Comunità ha recentemente emesso una contestata sentenza in cui ammette che nemmeno l'Europa può fare nulla.
Il diritto di proprietà è stato violato? il Tribunale dice che non è una deroga permanente, visto che prima o poi i beni saranno scongelati. Il diritto alla difesa? Può essere sospeso, in fondo ci sono delle indagini in corso. Il diritto ad un giudice, ad un giusto processo? Può essere derogato, visto che i diritti di proprietà non sono inseriti tra i diritti fondamentali della CEDU (Convenzione Europea Diritti Umani).
Che si può fare allora?
Secondo il Tribunale di I grado, si può mettere in atto il meccanismo di protezione diplomatica: lo Stato in cui si risiede o di cui si è cittadini dovrebbe andare di fronte al Comitato per le Sanzioni a garantire per voi. A chiedere che siano rimosse le sanzioni personali. Ma lo Stato non è vincolato. Sarebbe a sua completa discrezione. Stando agli esperti di diritto internazionale, si farebbe molto prima a fare un viaggetto fino a Langley, alla sede della CIA, e contrattare con loro il ritiro delle sanzioni.
Se vi sembra giustizia questa...
17 ottobre 2006
Sesto senso
Cose da pazzi. Qualche giorno fa ho letto una notiziola sul sito del Corriere e quasi non riuscivo a crederci.
Tre membri del governo svedese sono stati costretti a dimettersi a causa di un gigantesco scandalo giudiziario portato alla luce da un quotidiano locale. La nazione tutta si è indignata per la condotta scorretta dei propri rappresentanti ed il Primo Ministro non ha potuto fare altro che chiedere le dimissioni dei Ministri che si sono macchiati dei terribili crimini.
Che vergogna, che schifo, che disgusto. Non avrei mai creduto che in Svezia potessero esserci dei politici delinquenti, credevo fosse una caratteristica tipicamente italiana. Invece le pecore nere sono ovunque. Vergogna!
Certo, dalle nostre parti non stiamo meglio.
In questo momento abbiamo 25 parlamentari condannati in via definitiva che continuano a rappresentare la nazione. Tra i crimini più comuni spiccano il favoreggiamento, il finanziamento illecito, tangenti, corruzione, ma c'è anche chi è stato condannato per banda armata, detenzione di ordigni esplosivi, incendio "con finalità discriminatorie", abusivismo edilizio, falso e tanti, tanti altri reati più o meno gravi.
Più di ottanta sono tuttora sotto processo e in attesa di giudizio, in totale un parlamentare su dieci è coinvolto in qualche affare non esattamente pulito.
Comunque c'è da dire che nessuno di loro è stato costretto a dimettersi. Mai l'opinione pubblica si è minimamente interessata alla faccenda, mai i segretari di partito hanno espulso i propri membri per questioni giudiziarie. Mai nessuno si è dimesso di sua spontanea volontà per guai con la legge. Quindi, in fondo, non siamo messi poi così male. Se quei tre svedesi sono stati costretti a dimettersi debbono averla combinata davvero grossa. Saranno degli stupratori di minorenni, dei serial killers, dei terroristi sopravvissuti allo schianto sulle torri ed emigrati in Svezia prima di essere fermati dall'FBI, degli scafisti, dei commercianti d'organi, dei dittatori nord-coreani.
In realtà no. Non è così.
Il loro crimine è stato un altro.
Non hanno pagato il canone tv per oltre 10 anni.
E uno di loro pagava in nero la baby sitter.
...No comment...
PS:
il "Sesto senso" del titolo si riferisce al senso civico. Una qualità più unica che rara in Italia, sia dentro che fuori le aule parlamentari.
Tre membri del governo svedese sono stati costretti a dimettersi a causa di un gigantesco scandalo giudiziario portato alla luce da un quotidiano locale. La nazione tutta si è indignata per la condotta scorretta dei propri rappresentanti ed il Primo Ministro non ha potuto fare altro che chiedere le dimissioni dei Ministri che si sono macchiati dei terribili crimini.
Che vergogna, che schifo, che disgusto. Non avrei mai creduto che in Svezia potessero esserci dei politici delinquenti, credevo fosse una caratteristica tipicamente italiana. Invece le pecore nere sono ovunque. Vergogna!
Certo, dalle nostre parti non stiamo meglio.
In questo momento abbiamo 25 parlamentari condannati in via definitiva che continuano a rappresentare la nazione. Tra i crimini più comuni spiccano il favoreggiamento, il finanziamento illecito, tangenti, corruzione, ma c'è anche chi è stato condannato per banda armata, detenzione di ordigni esplosivi, incendio "con finalità discriminatorie", abusivismo edilizio, falso e tanti, tanti altri reati più o meno gravi.
Più di ottanta sono tuttora sotto processo e in attesa di giudizio, in totale un parlamentare su dieci è coinvolto in qualche affare non esattamente pulito.
Comunque c'è da dire che nessuno di loro è stato costretto a dimettersi. Mai l'opinione pubblica si è minimamente interessata alla faccenda, mai i segretari di partito hanno espulso i propri membri per questioni giudiziarie. Mai nessuno si è dimesso di sua spontanea volontà per guai con la legge. Quindi, in fondo, non siamo messi poi così male. Se quei tre svedesi sono stati costretti a dimettersi debbono averla combinata davvero grossa. Saranno degli stupratori di minorenni, dei serial killers, dei terroristi sopravvissuti allo schianto sulle torri ed emigrati in Svezia prima di essere fermati dall'FBI, degli scafisti, dei commercianti d'organi, dei dittatori nord-coreani.
In realtà no. Non è così.
Il loro crimine è stato un altro.
Non hanno pagato il canone tv per oltre 10 anni.
E uno di loro pagava in nero la baby sitter.
...No comment...
PS:
il "Sesto senso" del titolo si riferisce al senso civico. Una qualità più unica che rara in Italia, sia dentro che fuori le aule parlamentari.
15 ottobre 2006
Meritocrazia all'italiana
Certo che dev'essere una gran soddisfazione, per Briatore, poter raccontare agli amici quello che combina con la Gregoraci. E dev'essere una gran soddisfazione, per Salvatore Sottile, poter raccontare più o meno gli stessi aneddoti. Elisabetta Gregoraci, una giovin pulzella tutto pepe, anzi peperoncino essendo originaria di Soverato, è l'incarnazione perfetta dell'antico proverbio di origine gossippara "che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli".
Dopo lo scandalo che ha coinvolto parte dei vertici politici della Rai e qualche manciata di ragazzotte, tra cui la nostra eroina, tutti si sarebbero aspettati di non rivedere più in giro Elisabetta. E invece non è mai riuscita a riempire lo schermo come in questi ultimi tempi: trasmissioni, pubblicità, calendari e chissà quant'altro, limando gli angoli con qualche non proprio velata battuta sul suo ansimante passato in Rai.
Non so neppure da dove iniziare per cercare di descrivere il mio profondo sdegno per questa faccenda. Ci stiamo rendendo conto che questa donna è diventata famosa tutt'insieme non per meriti suoi personali, ma per meriti suoi privati di colpo finiti sulle pagine dei giornali? Questa ragazza sta facendo carriera, bruciando chissà quante persone più meritevoli di lei (o perlomeno più morali), grazie al fatto non di aver barattato favori più o meno sessuali in cambio di nanosecondi di primipiani, ma perchè essendo stata scoperta (sputtanata, come si dice da queste parti), di colpo era sulla bocca di tutti e tutta Italia sapeva chi fosse la Gregoraci. Non importa con che appellativo ne veniva accompagnato il nome.
Un certo tipo di televisione ha bisogno di facce e nomi, non di cervelli e talento. Un certo tipo di televisione vive di piccoli scandali immorali e superficialità assoluta. Un certo tipo di pubblico ha imparato a credere che la vita funzioni allo stesso modo. Un certo tipo di persone spera, un giorno, di trasformarsi in una faccia con un nome.
Fa accapponare la pelle non trovate?
Dopo lo scandalo che ha coinvolto parte dei vertici politici della Rai e qualche manciata di ragazzotte, tra cui la nostra eroina, tutti si sarebbero aspettati di non rivedere più in giro Elisabetta. E invece non è mai riuscita a riempire lo schermo come in questi ultimi tempi: trasmissioni, pubblicità, calendari e chissà quant'altro, limando gli angoli con qualche non proprio velata battuta sul suo ansimante passato in Rai.
Non so neppure da dove iniziare per cercare di descrivere il mio profondo sdegno per questa faccenda. Ci stiamo rendendo conto che questa donna è diventata famosa tutt'insieme non per meriti suoi personali, ma per meriti suoi privati di colpo finiti sulle pagine dei giornali? Questa ragazza sta facendo carriera, bruciando chissà quante persone più meritevoli di lei (o perlomeno più morali), grazie al fatto non di aver barattato favori più o meno sessuali in cambio di nanosecondi di primipiani, ma perchè essendo stata scoperta (sputtanata, come si dice da queste parti), di colpo era sulla bocca di tutti e tutta Italia sapeva chi fosse la Gregoraci. Non importa con che appellativo ne veniva accompagnato il nome.
Un certo tipo di televisione ha bisogno di facce e nomi, non di cervelli e talento. Un certo tipo di televisione vive di piccoli scandali immorali e superficialità assoluta. Un certo tipo di pubblico ha imparato a credere che la vita funzioni allo stesso modo. Un certo tipo di persone spera, un giorno, di trasformarsi in una faccia con un nome.
Fa accapponare la pelle non trovate?
Comunicazione di servizio
Dlin-dlon
A tutti i passanti. Il blog ha traslocato su blogger beta. Come potete notare non è cambiato assolutamente nulla, se non alcuni colori dei font (che sto ancora scegliendo) e la scoparsa di alcuni banner. Appena avrò un minuto di tempo, in tutto questo oziare, ripristinerò la vecchia fisionomia del blog con tutti i suoi elementi e, spero, qualcosa di nuovo.
Grazie per l'attenzione. Buonasera.
A tutti i passanti. Il blog ha traslocato su blogger beta. Come potete notare non è cambiato assolutamente nulla, se non alcuni colori dei font (che sto ancora scegliendo) e la scoparsa di alcuni banner. Appena avrò un minuto di tempo, in tutto questo oziare, ripristinerò la vecchia fisionomia del blog con tutti i suoi elementi e, spero, qualcosa di nuovo.
Grazie per l'attenzione. Buonasera.
Col tempo si cura...
Oggi ho avuto un'illuminazione. Per un attimo le campane hanno suonato, un fascio di luce bianca si è posato su di me e mi si è azzerata la salivazione.
Volete sapere cos'ha provocato tali sintomi? Oggi ho capito, per la prima volta, come sono fatti i leghisti. Non dico fisicamente, in fondo dovrebbero essere più o meno come un qualunque calabrese; parlo del loro modo di fare, del loro carattere, delle loro strano modo si socializzare. Ebbene, contrariamente a quello che si pensa, i leghisti non sono cattivi, non sono burberi, non sono xenofobi e neppure profondamente razzisti; sono solamente impulsivi. Cioè quando dicono una cosa non significa che ci hanno pensato su prima di dirla: agiscono alla cieca, come un toro di fronte ad un drappo rosso o come me di fronte ad una bella donna. In tutti i casi non finisce mai bene.
Non mi credete che sono solo impulsivi? Provate a ragionarci su con degli esempi.
Prendiamo Maroni. Recentemente ha dichiarato a Vanity Fair (prima Bondi con la sua rubrica, adesso Maroni... è quasi più autorevole di Libero) che lui scarica canzoni da internet facendosi un baffo dei copyright e di quello che potrebbero pensare le case discografiche. Secondo l'ex Ministro, è stupido negare ai giovani la possibilità di ascoltare liberamente musica. Niente da eccepire, verrebbe quasi voglia di votarlo. Senonchè si tratta dello stesso Maroni che votò nel 2004, insieme alla Lega in blocco, il disegno di legge Urbani, quello che ha reso penalmente perseguibile chi scarica da internet canzoni senza donare un obolo per i diritti d'autore.
Vedete? Si tratta di impulsività. Dopo averci riflettuto bene (quasi 3 anni...), Maroni a capito che la legge era un'idiozia e si è ricordato anche di avere un figlio che per colpa della sua legge rischiava fino a quattro anni di gabbio.
Se non vi ho ancora convinto con le mie argomentazioni assolutamente fondate e perfettamente dimostrabili, vi invito a considerare il caso umano numero due: l'Onorevole Calderoli. L'ex Ministro per la Devoluzione ha dichiarato pubblicamente che la propria legge elettorale era una "porcata", ma solo dopo averla votata e approvata. Di cosa credete che si tratti se non di impulsività?
E' ovvio che ho ragione, senza dubbio.
Questo criterio può essere applicato a tutti gli esponenti della lega.
Bossi? La sua impulsività l'aveva portato a far cadere il primo governo Berlusconi e a promuovere la secessione dei popoli padani (a trovarli!). Poi ha capito che lo stipendio da parlamentare italiano gli era utile per pagarsi la macchina nuova ed ha preferito rientrare nei ranghi.
Borghezio? Quando nel 1993 ha picchiato un bambino marocchino è stato costretto ha pagare un risarcimento di settecentocinquantamila lire. Dopo questo fatto ha capito di aver agito con impulsività, e quando se l'è dovuta prendere con un campo di immigrati a Torino ha preferito fare il piromane per evitare di essere riconosciuto.
Come potete facilmente notare, i leghisti non sono persone cattive, ma semplicemente malate di impulsività eccessiva. Dobbiamo aiutarli a superare questi problemi, istituire delle strutture di supporto per il recupero dei leghisti colpiti dall'impulsivitas celticorum.
Quando incontrate un leghista, non dovete voltargli le spalle, aiutatelo a superare i propri limiti impulsivi. Dategli tempo di ragionare. Regalategli un futuro migliore.
Volete sapere cos'ha provocato tali sintomi? Oggi ho capito, per la prima volta, come sono fatti i leghisti. Non dico fisicamente, in fondo dovrebbero essere più o meno come un qualunque calabrese; parlo del loro modo di fare, del loro carattere, delle loro strano modo si socializzare. Ebbene, contrariamente a quello che si pensa, i leghisti non sono cattivi, non sono burberi, non sono xenofobi e neppure profondamente razzisti; sono solamente impulsivi. Cioè quando dicono una cosa non significa che ci hanno pensato su prima di dirla: agiscono alla cieca, come un toro di fronte ad un drappo rosso o come me di fronte ad una bella donna. In tutti i casi non finisce mai bene.
Non mi credete che sono solo impulsivi? Provate a ragionarci su con degli esempi.
Prendiamo Maroni. Recentemente ha dichiarato a Vanity Fair (prima Bondi con la sua rubrica, adesso Maroni... è quasi più autorevole di Libero) che lui scarica canzoni da internet facendosi un baffo dei copyright e di quello che potrebbero pensare le case discografiche. Secondo l'ex Ministro, è stupido negare ai giovani la possibilità di ascoltare liberamente musica. Niente da eccepire, verrebbe quasi voglia di votarlo. Senonchè si tratta dello stesso Maroni che votò nel 2004, insieme alla Lega in blocco, il disegno di legge Urbani, quello che ha reso penalmente perseguibile chi scarica da internet canzoni senza donare un obolo per i diritti d'autore.
Vedete? Si tratta di impulsività. Dopo averci riflettuto bene (quasi 3 anni...), Maroni a capito che la legge era un'idiozia e si è ricordato anche di avere un figlio che per colpa della sua legge rischiava fino a quattro anni di gabbio.
Se non vi ho ancora convinto con le mie argomentazioni assolutamente fondate e perfettamente dimostrabili, vi invito a considerare il caso umano numero due: l'Onorevole Calderoli. L'ex Ministro per la Devoluzione ha dichiarato pubblicamente che la propria legge elettorale era una "porcata", ma solo dopo averla votata e approvata. Di cosa credete che si tratti se non di impulsività?
E' ovvio che ho ragione, senza dubbio.
Questo criterio può essere applicato a tutti gli esponenti della lega.
Bossi? La sua impulsività l'aveva portato a far cadere il primo governo Berlusconi e a promuovere la secessione dei popoli padani (a trovarli!). Poi ha capito che lo stipendio da parlamentare italiano gli era utile per pagarsi la macchina nuova ed ha preferito rientrare nei ranghi.
Borghezio? Quando nel 1993 ha picchiato un bambino marocchino è stato costretto ha pagare un risarcimento di settecentocinquantamila lire. Dopo questo fatto ha capito di aver agito con impulsività, e quando se l'è dovuta prendere con un campo di immigrati a Torino ha preferito fare il piromane per evitare di essere riconosciuto.
Come potete facilmente notare, i leghisti non sono persone cattive, ma semplicemente malate di impulsività eccessiva. Dobbiamo aiutarli a superare questi problemi, istituire delle strutture di supporto per il recupero dei leghisti colpiti dall'impulsivitas celticorum.
Quando incontrate un leghista, non dovete voltargli le spalle, aiutatelo a superare i propri limiti impulsivi. Dategli tempo di ragionare. Regalategli un futuro migliore.
14 ottobre 2006
Il ribelle imbelle
"Poiché avverto i segni già evidenti di un'assuefazione agli strappi della legalità e delle regole fondamentali della democrazia da parte di questo governo (dalla conquista del potere in modo dubbio alla occupazione e spartizione di tutti i vertici delle istituzioni, alla distruzione sistematica di tutte le riforme varate dal Governo precedente, al connubio impressionante tra affari e politica fino alla persecuzione e alla vendetta nei confronti del leader dell’opposizione) [...] ritengo che tra le forma democratiche e non violente che vi sono per difendere i diritti dei cittadini e la democrazia italiana vi sia quella dello sciopero della fame. Adotterò nei prossimi giorni questa forma estrema di dissenso, dopo aver valutato freddamente e consapevolmente tutte le conseguenze che ne possono derivare."
E così il Sottomesso agli Affari Interni di Forza Italia ha deciso di astenersi dal mangiare. Sembra faccia sul serio. Il tentativo del Governo di aumentare la concorrenza televisiva (anche a scapito della Rai d'altronde - e forse di Rai Tre, oltrettutto) è stata la goccia che ha fatto traboccare il già ricolmo vaso della pazienza di Sandro Bondi.
Va bene aver osato sconfiggere di mezza lunghezza l'Oracolo di Milano2; va bene tentare di processarlo per crimini che non ha commesso, e se li ha commessi comunque non sta bene ricordarglielo; va bene perfino rivolgersi ad Egli in persona restando in posizione eretta e senza l'uso del plurale maiestatico, ma questo è troppo! E per Sandro Bondi, quando è troppo è troppo!
Si sciopera. Niente più pasti luculliani cucinati amorevolmente dallo Chef Michele di Arcore (esiste sul serio), e neppure pizze di gruppo con gli altri papaveri di Forza Italia. Dieta stretta fino alle sue estreme conseguenze. Quest'ennesima prova d'amore è, bisogna ammetterlo, ammirabile in Sandro Bondi, pronto a immolare se stesso per colui che lo convertì sulla via di Brescia a colpi di Rolex. Niente male per un ex comunista.
Preferisco astenermi da commenti riguardanti l'opportunità di una tale manovra politica e le fesserie che l'hanno accompagnata, vorrei solo fare presente all'Onorevole Bondi che, prima che riesca a smaltire tutte le scorte accumulate durante questi anni da stipendiato pubblico (e che stipendio!) ed avere un aspetto, quantomeno, emaciato, la legge sarà bella che passata e l'Onorevole Bondi non avrà contribuito alla lotta per la tutela dei beni del Cavaliere, ma solo a quella contro il colesterolo, vetero-communista anch'esso, ovviamente.
E così il Sottomesso agli Affari Interni di Forza Italia ha deciso di astenersi dal mangiare. Sembra faccia sul serio. Il tentativo del Governo di aumentare la concorrenza televisiva (anche a scapito della Rai d'altronde - e forse di Rai Tre, oltrettutto) è stata la goccia che ha fatto traboccare il già ricolmo vaso della pazienza di Sandro Bondi.
Va bene aver osato sconfiggere di mezza lunghezza l'Oracolo di Milano2; va bene tentare di processarlo per crimini che non ha commesso, e se li ha commessi comunque non sta bene ricordarglielo; va bene perfino rivolgersi ad Egli in persona restando in posizione eretta e senza l'uso del plurale maiestatico, ma questo è troppo! E per Sandro Bondi, quando è troppo è troppo!
Si sciopera. Niente più pasti luculliani cucinati amorevolmente dallo Chef Michele di Arcore (esiste sul serio), e neppure pizze di gruppo con gli altri papaveri di Forza Italia. Dieta stretta fino alle sue estreme conseguenze. Quest'ennesima prova d'amore è, bisogna ammetterlo, ammirabile in Sandro Bondi, pronto a immolare se stesso per colui che lo convertì sulla via di Brescia a colpi di Rolex. Niente male per un ex comunista.
Preferisco astenermi da commenti riguardanti l'opportunità di una tale manovra politica e le fesserie che l'hanno accompagnata, vorrei solo fare presente all'Onorevole Bondi che, prima che riesca a smaltire tutte le scorte accumulate durante questi anni da stipendiato pubblico (e che stipendio!) ed avere un aspetto, quantomeno, emaciato, la legge sarà bella che passata e l'Onorevole Bondi non avrà contribuito alla lotta per la tutela dei beni del Cavaliere, ma solo a quella contro il colesterolo, vetero-communista anch'esso, ovviamente.
13 ottobre 2006
The great conspiracy
The Great Conspiracy è un documentario canadese dedicato all'11 Settembre, prodotto e diretto da Barry Zwicker, giornalista e attivista politico che diresse l'inchiesta civile internazionale sul tema che si tenne presso l'Università di Toronto nel maggio 2004.
Il filmato (diviso in sette parti, Dio benedica YouTube) è affascinante per chi capisce l'inglese parlato da un canadese. Per semplificarvi la vita ho messo il link alla trascrizione in pdf, sempre in inglese, ovviamente.
Adesso andate a comprare un pacco di pop corn, di quelli fosforescenti che si preparano nel microonde, un paio di bibite (a scelta), sbragatevi comodi e godetevi la visione del film. Potete anche vederlo a più riprese, così non sarete costretti a stare 75 minuti davanti allo schermo del pc e forse non vi verrà un tumore al cervello (CONTROLADESTRA ci tiene alla vostra salute).
Il presente documentario non rappresenta necessariamente il punto di vista del blog, ma ci siamo quasi...
Il filmato (diviso in sette parti, Dio benedica YouTube) è affascinante per chi capisce l'inglese parlato da un canadese. Per semplificarvi la vita ho messo il link alla trascrizione in pdf, sempre in inglese, ovviamente.
Adesso andate a comprare un pacco di pop corn, di quelli fosforescenti che si preparano nel microonde, un paio di bibite (a scelta), sbragatevi comodi e godetevi la visione del film. Potete anche vederlo a più riprese, così non sarete costretti a stare 75 minuti davanti allo schermo del pc e forse non vi verrà un tumore al cervello (CONTROLADESTRA ci tiene alla vostra salute).
Il presente documentario non rappresenta necessariamente il punto di vista del blog, ma ci siamo quasi...
12 ottobre 2006
Deficienza di massa o una massa di deficienti?
La Grandiosa Corea del Nord ha effettuato il primo test atomico della sua storia. Manco il tempo di esaurire l'eco dell'esplosione che già si raccoglievano le reazioni internazionali all'evento, tutte sostanzialmente simili: condanna decisa, toccherà alle Nazioni Unite darsi da fare per punire l'altezzosità del regime di Pyongyang.
Giusto. Niente da eccepire. Anche se la bomba, molto probabilmente, non supera neppure la potenza di un kilotone (stando agli esperti dell'AIEA) ed è talmente ingombrante che per metterla su un missile non basterebbe un gigantesco paranco, si tratta pur sempre di un'arma di distruzione di massa. E che arma! Una bomba atomica!
Qui non stiamo parlando di gas mostarda o missili katiuscia, qui parliamo di un ordigno nucleare. Oltre all'esplosione devastante, genera danni per le generazioni successive. Una cosa spaventosa.
Tutti sono d'accordo che l'intervento del Consiglio di Sicurezza sarà la mossa migliore contro Kim Jong Il, anche gli Stati Uniti, anche George Dabliu Bush. Ha dichiarato di fronte al mondo che sarà necessario trovare una soluzione alla crisi e pianificare degli interventi per sanzionare la condotta della Corea del Nord, all'interno del dettato della Carta dell'ONU.
Non vi sembra strano che nessuna televisione abbia registrato un dialogo come questo?
giornalista: "Signor Presidente, francamente, quando avete intenzione di attaccare?"
Bush: "Attaccare? Attaccare cosa?"
giornalista: "La Corea del Nord. Ha un'arma di distruzione di massa. Voi siete i salvatori del mondo, ci avete liberato dal temibilissimo Saddam Hussein, cosa aspettate a salvarci dalla minaccia di Kim Jong Il? che fate, iniziate con i cruiser o spedite gli stealth a fare il lavoro sporco?"
Bush: "Ehm, non attaccheremo nessuno, noi sosteniamo la risoluzione pacifica delle controversie attraverso le Nazioni Unite"
giornalista: "Ahwahwahwahwahw! No, seriamente, quando attaccate?"
Bush: "Spegnetegli il microfono!"
Possibile che nessuno si sia chiesto come mai gli Stati Uniti erano tanto ansiosi di radere al suolo l'Iraq, e adesso che uno "stato canaglia" tira fuori una bomba atomica aspettano cheti cheti le decisioni del Consiglio di Sicurezza?
I giornalisti sanno ancora fare il loro mestiere?
Perchè nessuno chiede anche ai nostri politici che hanno appoggiato spassionatamente Bush nella "guerra al terrore" (tremate gente!) se non si dovrebbe smantellare la Corea pezzo per pezzo e impiantarci la democrazia come i Iraq?
Perchè?
Mh?
Giusto. Niente da eccepire. Anche se la bomba, molto probabilmente, non supera neppure la potenza di un kilotone (stando agli esperti dell'AIEA) ed è talmente ingombrante che per metterla su un missile non basterebbe un gigantesco paranco, si tratta pur sempre di un'arma di distruzione di massa. E che arma! Una bomba atomica!
Qui non stiamo parlando di gas mostarda o missili katiuscia, qui parliamo di un ordigno nucleare. Oltre all'esplosione devastante, genera danni per le generazioni successive. Una cosa spaventosa.
Tutti sono d'accordo che l'intervento del Consiglio di Sicurezza sarà la mossa migliore contro Kim Jong Il, anche gli Stati Uniti, anche George Dabliu Bush. Ha dichiarato di fronte al mondo che sarà necessario trovare una soluzione alla crisi e pianificare degli interventi per sanzionare la condotta della Corea del Nord, all'interno del dettato della Carta dell'ONU.
Non vi sembra strano che nessuna televisione abbia registrato un dialogo come questo?
giornalista: "Signor Presidente, francamente, quando avete intenzione di attaccare?"
Bush: "Attaccare? Attaccare cosa?"
giornalista: "La Corea del Nord. Ha un'arma di distruzione di massa. Voi siete i salvatori del mondo, ci avete liberato dal temibilissimo Saddam Hussein, cosa aspettate a salvarci dalla minaccia di Kim Jong Il? che fate, iniziate con i cruiser o spedite gli stealth a fare il lavoro sporco?"
Bush: "Ehm, non attaccheremo nessuno, noi sosteniamo la risoluzione pacifica delle controversie attraverso le Nazioni Unite"
giornalista: "Ahwahwahwahwahw! No, seriamente, quando attaccate?"
Bush: "Spegnetegli il microfono!"
Possibile che nessuno si sia chiesto come mai gli Stati Uniti erano tanto ansiosi di radere al suolo l'Iraq, e adesso che uno "stato canaglia" tira fuori una bomba atomica aspettano cheti cheti le decisioni del Consiglio di Sicurezza?
I giornalisti sanno ancora fare il loro mestiere?
Perchè nessuno chiede anche ai nostri politici che hanno appoggiato spassionatamente Bush nella "guerra al terrore" (tremate gente!) se non si dovrebbe smantellare la Corea pezzo per pezzo e impiantarci la democrazia come i Iraq?
Perchè?
Mh?
10 ottobre 2006
I conti non tornano e neppure i voti
Sono sempre stato affascinato dalla capacità di Silvio Berlusconi di modificare la realtà che lo circonda a suo piacimento. E' qualcosa che sta a metà tra la faccia di bronzo e la schizofrenìa, con una buona dose di fortuna a condire il tutto. Fortuna, perchè deve solo ringraziare il cielo che i suoi elettori sono talmente assuefatti alle smielate cazzate che dice, che non riescono più a vivere senza.
Chi come me gira quotidianamente nei meandri del sito di Forza Italia (no, non sono masochista) non può fare a meno di provare pena per tutte quelle aspettative che prima o poi saranno deluse dall'Idolo vivente. L'ultima su cui mi si è posato l'occhio è l'ormai leggendaria conta dei voti. Potete crederci o no, ma sul forum del sito c'è ancora gente che chiede disperatamente "ma quei voti li ricontiamo oppure no?", "che fine a fatto il riconteggio?", "ehi, ci siamo arresi? Dove è finito il riconteggio dei voti?".
Avendo trovato 70 centesimi sul marciapiede mentre tornavo a casa, oggi mi sento particolarmente magnanimo ed ho deciso di dire la verità a chi aspetta ancora a bocca aperta di sapere se Silvio salirà di nuovo al potere entro questa legislatura. Purtroppo non si tratta di buone notizie.
Il riconteggio non si può fare. Fatevene una ragione.
Non lo dico io, lo dice la legge. La vostra legge.
In particolare l'articolo 79 comma 2, del DPR 361/1957 modificato dalla "porcata" 270/2005, vieta espressamente all'ufficio centrale circoscrizionale di tornare sul voto, contestandone la legittimità o richiedendo una nuova valutazione dei voti già conteggiati. Gli unici voti ricontrollabili sono quelli contestati al momento dello scrutinio, operazione, peraltro, già conclusa con esito inconcludente.
Coraggio adesso, non fate così, non è poi così grave. Si chiama "alternanza" è una cosa che va avanti già da qualche centinaio di anni in tutto il mondo e non ci è mai morto nessuno. Almeno fino ad ora...
Chi come me gira quotidianamente nei meandri del sito di Forza Italia (no, non sono masochista) non può fare a meno di provare pena per tutte quelle aspettative che prima o poi saranno deluse dall'Idolo vivente. L'ultima su cui mi si è posato l'occhio è l'ormai leggendaria conta dei voti. Potete crederci o no, ma sul forum del sito c'è ancora gente che chiede disperatamente "ma quei voti li ricontiamo oppure no?", "che fine a fatto il riconteggio?", "ehi, ci siamo arresi? Dove è finito il riconteggio dei voti?".
Avendo trovato 70 centesimi sul marciapiede mentre tornavo a casa, oggi mi sento particolarmente magnanimo ed ho deciso di dire la verità a chi aspetta ancora a bocca aperta di sapere se Silvio salirà di nuovo al potere entro questa legislatura. Purtroppo non si tratta di buone notizie.
Il riconteggio non si può fare. Fatevene una ragione.
Non lo dico io, lo dice la legge. La vostra legge.
In particolare l'articolo 79 comma 2, del DPR 361/1957 modificato dalla "porcata" 270/2005, vieta espressamente all'ufficio centrale circoscrizionale di tornare sul voto, contestandone la legittimità o richiedendo una nuova valutazione dei voti già conteggiati. Gli unici voti ricontrollabili sono quelli contestati al momento dello scrutinio, operazione, peraltro, già conclusa con esito inconcludente.
Coraggio adesso, non fate così, non è poi così grave. Si chiama "alternanza" è una cosa che va avanti già da qualche centinaio di anni in tutto il mondo e non ci è mai morto nessuno. Almeno fino ad ora...
09 ottobre 2006
Per quel pezzetto di stoffa
Hijab è il nome tecnico del velo che portano le donne che credono nell'Islam. Totalmente differente dal Burka, simbolo di sottomissione becera alla strapotenza maschile e, peraltro, illegale in Italia (vietato travestirsi per rendersi irriconoscibili).
Dopo le dichiarazioni di Jack Straw che hanno sollevato un vespaio di polemiche, si comincia a discutere della questione velo anche in sede europea. Su Repubblica è apparsa un'intervista a Franco Frattini, Commissario per la giustizia e l'immigrazione, sorta di Mastella versione cavoletti di Bruxelles.
Tra le altre cose, Frattini ci fa sapere che vorrebbe "sentire le stesse donne musulmane affermare: prima siamo europee e poi islamiche". Insomma, le donne musulmane dovrebbero spontaneamente rifiutare il velo per simpatia verso l'euro, unico elemento utile per riconoscere l'integrazione europea, visto che ancora non se ne vede l'ombra.
Spero di non essere aggredito troppo per quello che sto per scrivere, ma stando al ragionamento di Frattini, allora gli uomini di religione ebraica non dovrebbero più portare la Kippà (la papalina, tanto per interderci)? Oppure le donne cattoliche non dovrebbero più portare la croce al collo?
In fondo sono tutti simboli religiosi, non capisco che male ci possa essere quando una persona veste se stessa con l'effigie del proprio credo. Differente la situazione in cui tali simboli vengono imposti agli altri, ma non mi sembra questo il caso. Certo, poi bisognerà vedere se quelle donne indossano spontaneamente il velo o sono costrette a portarlo, ma non si più condannare il tutto tramite il caso singolo, è un processo d'induzione eccessivo, anche per un legislatore del calibro (si fa per dire) di Frattini.
Dopo le dichiarazioni di Jack Straw che hanno sollevato un vespaio di polemiche, si comincia a discutere della questione velo anche in sede europea. Su Repubblica è apparsa un'intervista a Franco Frattini, Commissario per la giustizia e l'immigrazione, sorta di Mastella versione cavoletti di Bruxelles.
Tra le altre cose, Frattini ci fa sapere che vorrebbe "sentire le stesse donne musulmane affermare: prima siamo europee e poi islamiche". Insomma, le donne musulmane dovrebbero spontaneamente rifiutare il velo per simpatia verso l'euro, unico elemento utile per riconoscere l'integrazione europea, visto che ancora non se ne vede l'ombra.
Spero di non essere aggredito troppo per quello che sto per scrivere, ma stando al ragionamento di Frattini, allora gli uomini di religione ebraica non dovrebbero più portare la Kippà (la papalina, tanto per interderci)? Oppure le donne cattoliche non dovrebbero più portare la croce al collo?
In fondo sono tutti simboli religiosi, non capisco che male ci possa essere quando una persona veste se stessa con l'effigie del proprio credo. Differente la situazione in cui tali simboli vengono imposti agli altri, ma non mi sembra questo il caso. Certo, poi bisognerà vedere se quelle donne indossano spontaneamente il velo o sono costrette a portarlo, ma non si più condannare il tutto tramite il caso singolo, è un processo d'induzione eccessivo, anche per un legislatore del calibro (si fa per dire) di Frattini.
08 ottobre 2006
Addio
E' morta Anna Politkovskaya, una grande giornalista russa, uccisa da qualcuno mentre usciva dall'ascensore di casa sua. Non era la prima volta che cercavano di farla fuori, poco prima dell'incidente di Beslan tentarono di avvelenarla.
Ma la sua eredità Anna l'ha lasciata. Forse così non parlerà più, non griderà più le cose orribili che l'esercito russo compie giornalmente in Cecenia e in Dagestan, non farà più sentire il suo disprezzo per un governo di Mosca che autorizza certi massacri, ma i suoi articoli, il suo lavoro parleranno per lei. E sono convinto che qualche altro coraggioso o coraggiosa raccoglierà la sua eredità in un paese che, per parafrasare il titolo di un suo libro, sta lentamente scivolando dalla democrazia in qualcosa che è meglio non nominare, tant'è la paura, quasi una certezza, che prima o poi le parole di Anna si avverino.
Ma la sua eredità Anna l'ha lasciata. Forse così non parlerà più, non griderà più le cose orribili che l'esercito russo compie giornalmente in Cecenia e in Dagestan, non farà più sentire il suo disprezzo per un governo di Mosca che autorizza certi massacri, ma i suoi articoli, il suo lavoro parleranno per lei. E sono convinto che qualche altro coraggioso o coraggiosa raccoglierà la sua eredità in un paese che, per parafrasare il titolo di un suo libro, sta lentamente scivolando dalla democrazia in qualcosa che è meglio non nominare, tant'è la paura, quasi una certezza, che prima o poi le parole di Anna si avverino.
07 ottobre 2006
Agorafobia
Non lo dice ma lo dice. La scampagnata romana è rimandata. Niente "opposizione dura nelle piazze", almeno per ora, sicuramente mai più. Con lo sciopero (giusto) dei giornalisti in atto era difficile capire come si stessero muovendo le cose in questi ultimi due giorni; i brevi comunicati stampa che sostituivano i telegiornali non permettevano di coprendere fino in fondo l'andazzo.
Ma adesso è tutto chiaro: si cerca un accordo in Parlamento, si lavora su quei settori della maggioranza maggiormente scontenti della manovra (scusate il gioco di parole), proprio come voleva fare il "traditore" Casini (l'unico vero "moderato" da quelle parti). I Marescialli del regime vengono spediti qua e là a divulgare l'inversione ad U del Cavaliere: Bondi, al Giornale, dice che "Forza Italia non verrà meno alla sua funzione di opposizione rigorosa, contiamo di fare una parte consistente del lavoro parlamentare con le altre forze del centrodestra", ed aggiunge che "noi non vogliamo fare un’operazione politicista - confonderebbe i nostri elettori -, ma di sostanza. Il confronto con la maggioranza deve essere sulla modifica di punti importanti". Guai a far capire ai propri esaltati elettori che l'anti-comunismo è solo un'altra parola vuota inventata dai creativi di Publitalia.
Alla fine, quindi, tutto è tornato alla normalità. La tanto disputata piazza è rimasta ha chi l'ha sempre avuta di diritto: le forze di sinistra. Avevamo dimenticato quanto ci fosse caro quello spiazzo aperto dove far sentire la nostra voce, urlando, sventolando e, perchè no, stando in semplice silenzio. Che Forza Italia si tenga le sue di piazze: le convention di partito dove applaudire a comando e le più virtuali sedi televisive dove ascoltare in religioso silenzio le parole dell'idolo vivente. Che i suoi elettori si sbizzarriscano sul web con pindarici voli su giustizie ed ingiutizie e continuino a riunirsi nei salotti privati, come è giusto che sia per ogni fans club che si rispetti.
Ma adesso è tutto chiaro: si cerca un accordo in Parlamento, si lavora su quei settori della maggioranza maggiormente scontenti della manovra (scusate il gioco di parole), proprio come voleva fare il "traditore" Casini (l'unico vero "moderato" da quelle parti). I Marescialli del regime vengono spediti qua e là a divulgare l'inversione ad U del Cavaliere: Bondi, al Giornale, dice che "Forza Italia non verrà meno alla sua funzione di opposizione rigorosa, contiamo di fare una parte consistente del lavoro parlamentare con le altre forze del centrodestra", ed aggiunge che "noi non vogliamo fare un’operazione politicista - confonderebbe i nostri elettori -, ma di sostanza. Il confronto con la maggioranza deve essere sulla modifica di punti importanti". Guai a far capire ai propri esaltati elettori che l'anti-comunismo è solo un'altra parola vuota inventata dai creativi di Publitalia.
Alla fine, quindi, tutto è tornato alla normalità. La tanto disputata piazza è rimasta ha chi l'ha sempre avuta di diritto: le forze di sinistra. Avevamo dimenticato quanto ci fosse caro quello spiazzo aperto dove far sentire la nostra voce, urlando, sventolando e, perchè no, stando in semplice silenzio. Che Forza Italia si tenga le sue di piazze: le convention di partito dove applaudire a comando e le più virtuali sedi televisive dove ascoltare in religioso silenzio le parole dell'idolo vivente. Che i suoi elettori si sbizzarriscano sul web con pindarici voli su giustizie ed ingiutizie e continuino a riunirsi nei salotti privati, come è giusto che sia per ogni fans club che si rispetti.
04 ottobre 2006
In teoria...
Impossibile non interessarsi alla questione. Soprattutto dopo che più o meno tutti i telegiornali d'Italia, buona parte dei quotidiani (tra cui il Corriere e Repubblica, almeno sottoforma multimediale) e le trasmissioni di gossip come Studio Aperto e Verisssssimo se ne sono largamente occupate.
Per chi ancora sguazzasse nella propria lurida ignoranza ci penso io ad aggiornarlo: Sara Tommasi farà il nuovo calendario di Max. Stando all'opinione di tutti i telegiornali eccetera eccetera, dopo aver udito questa sconvolgente notizia, all'italiano medio non restava molto altro da fare che accasciarsi in un angolo e morire. Manco avessimo trovato la cura per l'aids o il sistema per portare Pannella al Governo.
Scommetto che la prima cosa che vi è venuta in mente è stata: ma chi minchia è Sara Tommasi? Suppongo tocchi ancora a me togliervi da questo imbarazzante empasse: ebbene, Sara Tommasi è, oltre ad una gnocca di indubbio livello, un'ex-schedina, un'ex-paperetta e da quest'anno una disadattata sull'Isola dei Famosi. Ma quello che certamente salta di più agli occhi, e su cui tutti i telegiornali eccetera eccetera hanno spinto molto, è che è Dottoressa in Marketing. Ma c'è di più: la laurea è stata conseguita presso l'Università Bocconi di Milano.
Non so cosa sia più sconvolgente:
1- che un'ex-paperetta possegga un cervello
2- che un'ex-paperetta si sia laureata alla Bocconi
3- che esista una facoltà che insegna come truffare la gente
Sono dubbi che mi attanaglieranno stanotte, già lo so. Ma a parte gli scherzi, quello che veramente mi distrugge è che una ragazza, bella, laureata in Marketing alla Bocconi, non riesca a trovare sistema migliore per esprimersi che vendere il proprio corpo al miglior offerente. E' una cosa che mi lascia basito.
Anche qui mi si aprono più opzioni:
1- la ragazza in questione non è così intelligente come la vogliono far passare
2- alla Bocconi ci sono le lauree in saldo
3- tutt'e due le cose
Dopo aver sentito una sua dichiarazione mi sono convinto che la risposta esatta sia la numero tre. La giovinetta in fiore ha dichiarato agli autorevoli microfoni di Studio Aperto qualcosa del tipo: "visto che studio economia ragiono da economista: adesso sono giovane ed ho il mio corpo da vendere, e, ovviamente, cerco di ricavarci il massimo. E' un ragionamento economico, sono brava ed intelligente".
Bell'idea quella di far passare un rozzo tentativo di raggiungere il facile successo come un'intricata teoria economica.
Stando al ragionamento della Dott.ssa Tommasi potrei far passare le mie scoregge per esternalità negative e sorridere compiaciuto mentre spiego ai disgustati ed ignoranti astanti che sto solo mettendo in pratica le mie profonde conoscenze economiche.
Per chi ancora sguazzasse nella propria lurida ignoranza ci penso io ad aggiornarlo: Sara Tommasi farà il nuovo calendario di Max. Stando all'opinione di tutti i telegiornali eccetera eccetera, dopo aver udito questa sconvolgente notizia, all'italiano medio non restava molto altro da fare che accasciarsi in un angolo e morire. Manco avessimo trovato la cura per l'aids o il sistema per portare Pannella al Governo.
Scommetto che la prima cosa che vi è venuta in mente è stata: ma chi minchia è Sara Tommasi? Suppongo tocchi ancora a me togliervi da questo imbarazzante empasse: ebbene, Sara Tommasi è, oltre ad una gnocca di indubbio livello, un'ex-schedina, un'ex-paperetta e da quest'anno una disadattata sull'Isola dei Famosi. Ma quello che certamente salta di più agli occhi, e su cui tutti i telegiornali eccetera eccetera hanno spinto molto, è che è Dottoressa in Marketing. Ma c'è di più: la laurea è stata conseguita presso l'Università Bocconi di Milano.
Non so cosa sia più sconvolgente:
1- che un'ex-paperetta possegga un cervello
2- che un'ex-paperetta si sia laureata alla Bocconi
3- che esista una facoltà che insegna come truffare la gente
Sono dubbi che mi attanaglieranno stanotte, già lo so. Ma a parte gli scherzi, quello che veramente mi distrugge è che una ragazza, bella, laureata in Marketing alla Bocconi, non riesca a trovare sistema migliore per esprimersi che vendere il proprio corpo al miglior offerente. E' una cosa che mi lascia basito.
Anche qui mi si aprono più opzioni:
1- la ragazza in questione non è così intelligente come la vogliono far passare
2- alla Bocconi ci sono le lauree in saldo
3- tutt'e due le cose
Dopo aver sentito una sua dichiarazione mi sono convinto che la risposta esatta sia la numero tre. La giovinetta in fiore ha dichiarato agli autorevoli microfoni di Studio Aperto qualcosa del tipo: "visto che studio economia ragiono da economista: adesso sono giovane ed ho il mio corpo da vendere, e, ovviamente, cerco di ricavarci il massimo. E' un ragionamento economico, sono brava ed intelligente".
Bell'idea quella di far passare un rozzo tentativo di raggiungere il facile successo come un'intricata teoria economica.
Stando al ragionamento della Dott.ssa Tommasi potrei far passare le mie scoregge per esternalità negative e sorridere compiaciuto mentre spiego ai disgustati ed ignoranti astanti che sto solo mettendo in pratica le mie profonde conoscenze economiche.
03 ottobre 2006
Piazza: voce del verbo piazzare
Manifestazione di piazza all'Italiana
Ingredienti:
10.000 persone assortite
5.000 bandiere colorate di partito
3.000 spillette
5 o 6 striscioni giganti
un pizzico di megafoni
comizi q.b.
Preparazione:
Si conducono le persone a Roma in Pulmann, dopo aver preventivamente comunicato alla questura data, ora e percorso della manifestazione. Si cosparge a velo di bandiere e spillette e si muniscono i più caciaroni di megafoni. Si guarnisce con gli striscioni, stando ben attenti che siano visibili dalle telecamere.
Si lascia svolgere la manifestazione per un paio d'ore evitando scontri con la polizia. All'ultimo si aggiungono i comizi, meglio se brevi e concisi. Si chiude il tutto con le dichiarazioni del leader.
Vi sembra una cosa così incredibilmente complessa? Non credo vi si siano annodati i villi cerebrali mentre leggevate, giusto?
Perfino un idiota sarebbe capace di organizzare una manifestazione di piazza.
Eppure dalle parti di Arcore non ci riescono. C'è chi dice sì, c'è chi dice no, c'è chi la vuole fare a Milano (mai vista una protesta contro il Governo a Milano, ma si sa, la Lega a Roma non può farsi vedere senza scorta), c'è chi vuole decidere per tutti, c'è chi vuole sapere chi porta i panini, c'è chi preferisce manifestare prima in Parlamento (è illegale introdurre striscioni in aula, ma comunque), c'è chi non sa che pesci pigliare e c'è perfino chi vorrebbe che scendessero in piazza gli italiani all'estero, manifestando di fronte alle ambasciate (Romagnoli, FI).
A destra non la stanno vivendo per niente bene 'sta cosa. Stanno facendo un falò per cuocere un ovetto. Così rischiano di non riuscire ad organizzare nulla e farsi venire solamente l'ulcera. Ma c'è un motivo per cui a destra non riescono a gestire una situazione come questa.
Non l'hanno mai fatto prima. Non sanno che significhi manifestare, non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire prendere un treno con la propria bandierina sulla spalla, andare a Roma, passare una giornata campale, camminare fino allo sfinimento in mezzo alla folla e ripartire la sera stessa o il giorno seguente dopo una notte in sacco a pelo. Anche Alleanza Nazionale si è dimenticata come si fa: avendo ripudiato la propria matrice sociale ha ripudiato, di riflesso, anche la propria matrice più terra-terra, più umana. La Lega ce l'avrebbe la matrice terra-terra, ma non sono mai andati a manifestare all'estero e sono un po' intimiditi.
Staremo a vedere cosa succederà. Personalmente vivo questi momenti con malcelata soddisfazione: sono anni che predico la mancanza di cultura politica (nel senso più becero del termine) da quelle parti e i fatti mi stanno dando, finalmente, ragione. Di riflesso mi faccio i complimenti da solo, nella speranza di non essere smentito da un'improvvisa revanche del sentimento politico destrorso.
Ingredienti:
10.000 persone assortite
5.000 bandiere colorate di partito
3.000 spillette
5 o 6 striscioni giganti
un pizzico di megafoni
comizi q.b.
Preparazione:
Si conducono le persone a Roma in Pulmann, dopo aver preventivamente comunicato alla questura data, ora e percorso della manifestazione. Si cosparge a velo di bandiere e spillette e si muniscono i più caciaroni di megafoni. Si guarnisce con gli striscioni, stando ben attenti che siano visibili dalle telecamere.
Si lascia svolgere la manifestazione per un paio d'ore evitando scontri con la polizia. All'ultimo si aggiungono i comizi, meglio se brevi e concisi. Si chiude il tutto con le dichiarazioni del leader.
Vi sembra una cosa così incredibilmente complessa? Non credo vi si siano annodati i villi cerebrali mentre leggevate, giusto?
Perfino un idiota sarebbe capace di organizzare una manifestazione di piazza.
Eppure dalle parti di Arcore non ci riescono. C'è chi dice sì, c'è chi dice no, c'è chi la vuole fare a Milano (mai vista una protesta contro il Governo a Milano, ma si sa, la Lega a Roma non può farsi vedere senza scorta), c'è chi vuole decidere per tutti, c'è chi vuole sapere chi porta i panini, c'è chi preferisce manifestare prima in Parlamento (è illegale introdurre striscioni in aula, ma comunque), c'è chi non sa che pesci pigliare e c'è perfino chi vorrebbe che scendessero in piazza gli italiani all'estero, manifestando di fronte alle ambasciate (Romagnoli, FI).
A destra non la stanno vivendo per niente bene 'sta cosa. Stanno facendo un falò per cuocere un ovetto. Così rischiano di non riuscire ad organizzare nulla e farsi venire solamente l'ulcera. Ma c'è un motivo per cui a destra non riescono a gestire una situazione come questa.
Non l'hanno mai fatto prima. Non sanno che significhi manifestare, non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire prendere un treno con la propria bandierina sulla spalla, andare a Roma, passare una giornata campale, camminare fino allo sfinimento in mezzo alla folla e ripartire la sera stessa o il giorno seguente dopo una notte in sacco a pelo. Anche Alleanza Nazionale si è dimenticata come si fa: avendo ripudiato la propria matrice sociale ha ripudiato, di riflesso, anche la propria matrice più terra-terra, più umana. La Lega ce l'avrebbe la matrice terra-terra, ma non sono mai andati a manifestare all'estero e sono un po' intimiditi.
Staremo a vedere cosa succederà. Personalmente vivo questi momenti con malcelata soddisfazione: sono anni che predico la mancanza di cultura politica (nel senso più becero del termine) da quelle parti e i fatti mi stanno dando, finalmente, ragione. Di riflesso mi faccio i complimenti da solo, nella speranza di non essere smentito da un'improvvisa revanche del sentimento politico destrorso.
02 ottobre 2006
Aria di finanziaria
Su Repubblica.it sono comparse delle schede esplicative riguardanti la manovra finanziari in corso. Le stime sono del Sole24Ore.
Chi ci guadagna
Chi ci perde
Le aliquote IRPEF
Le detrazioni
Chiaramente non si tratta di cifre esaustive, ma sono utili come specchietto per controllare a grandi linee la propria situazione finanziaria e fare un bilancio per l'anno che verrà.
Nel frattempo si registra un po' di sfasamento nella CDL. Fini si è risentito di non essere stato invitato ad Arcore, proprio oggi che la mamma di Silvio faceva le fettuccine. Casini non vuole scendere in piazza, preferisce opporsi da seduto dai banchi di Montecitorio. Bossi vuole procurar battaglia, ma è indeciso se tenere una manifestazione della Lega Nord a Milano o a Roma (consiglio da amico: meglio Milano, fidati Umberto...). Berlusconi sta facendo ancora la cura del silenzio, riso in bianco e verdure bollite, neanche soffrisse di fegato.
Insomma, molta flautolenza e poca consistenza come disse Sordi "Arpagone" in un celebre film.
Chi ci guadagna
Chi ci perde
Le aliquote IRPEF
Le detrazioni
Chiaramente non si tratta di cifre esaustive, ma sono utili come specchietto per controllare a grandi linee la propria situazione finanziaria e fare un bilancio per l'anno che verrà.
Nel frattempo si registra un po' di sfasamento nella CDL. Fini si è risentito di non essere stato invitato ad Arcore, proprio oggi che la mamma di Silvio faceva le fettuccine. Casini non vuole scendere in piazza, preferisce opporsi da seduto dai banchi di Montecitorio. Bossi vuole procurar battaglia, ma è indeciso se tenere una manifestazione della Lega Nord a Milano o a Roma (consiglio da amico: meglio Milano, fidati Umberto...). Berlusconi sta facendo ancora la cura del silenzio, riso in bianco e verdure bollite, neanche soffrisse di fegato.
Insomma, molta flautolenza e poca consistenza come disse Sordi "Arpagone" in un celebre film.
01 ottobre 2006
Degregoriogate
Questo splendido esemplare della specie umana altri non è che l'Onorevole Sergio De Gregorio, ex-Forza Italia (potevi restarci, no?), ex-Italia dei Valori, quasi ex-membro della maggioranza. E' il genio che si è fatto eleggere a Presidente della Commissione Difesa del Senato grazie ai voti dei suoi ex-colleghi di partito. E' anche quel genio che neppure sei mesi dopo l'inizio della legislatura aveva già abbandonato il suo ex-gruppo dell'Italia dei Valori per strisciare dentro il gruppo Italiani nel Mondo e prenderne orgogliosamente il timone. E' lo stesso onorato individuo che adesso sembra rifiutarsi di votare la Finanziaria anche se sotto la spada di Damocle della fiducia.
Ma, forse, la caratteristica più distintiva di Sergio De Gregorio è che rappresenta, senza mezzi termini, il peggio del peggio della legge elettorale votata dal centrodestra la scorsa legislatura. La "porcata" sesquipedale che ci ha impedito di votare delle persone, per limitare la nostra scelta a tanti bei disegnini di animaletti, fiorellini e bandierine, ha anche permesso a degli individui, senza alcun merito se non quello di esere riusciti a farsi inserire in pole position nelle liste, di rappresentare la nazione in Parlamento.
E' un fatto che, semplicemente, mi fa schifo.
Durante la rivoluzione francese introdussero la responsabilità giuridica dei membri del Governo, ovverosia che i Ministri dovevano rispondere di fronte alla giustizia di quello che facevano come Ministri dello Stato. Sappiamo tutti com'è andata a finire. Il boia si slogò i polsi a furia di tagliare teste e furono costretti ad introdurre la ghigliottina. E' dalla fine del '700, quindi, che i politici hanno capito che meno responsabilità hanno di fronte al popolo e più campano, almeno politicamente parlando.
Non dico che si debba arrivare a tanto, anche perchè credo che in Italia la ghigliottina si surriscalderebbe fino a fondersi, ma è certo che una legge elettorale maggioritaria pura ci permetterebbe di avere almeno la possibilità di controllare chi spediamo a governarci, sapere come si chiama, che lavoro fa e se è un delinquente. Il mio sogno sarebbe istituire il potere di revoca dei parlamentari, ma non credo sia una strada praticabile (era così nelle costituzioni sovietiche...).
Comunque dovremmo muoverci tutti, destrorsi e sinistrorsi, e raccogliere le firme per un bel referendum abrogativo che ci ridia la possibilità di esprimere almeno una parvenza della nostra sovranità.
Ma, forse, la caratteristica più distintiva di Sergio De Gregorio è che rappresenta, senza mezzi termini, il peggio del peggio della legge elettorale votata dal centrodestra la scorsa legislatura. La "porcata" sesquipedale che ci ha impedito di votare delle persone, per limitare la nostra scelta a tanti bei disegnini di animaletti, fiorellini e bandierine, ha anche permesso a degli individui, senza alcun merito se non quello di esere riusciti a farsi inserire in pole position nelle liste, di rappresentare la nazione in Parlamento.
E' un fatto che, semplicemente, mi fa schifo.
Durante la rivoluzione francese introdussero la responsabilità giuridica dei membri del Governo, ovverosia che i Ministri dovevano rispondere di fronte alla giustizia di quello che facevano come Ministri dello Stato. Sappiamo tutti com'è andata a finire. Il boia si slogò i polsi a furia di tagliare teste e furono costretti ad introdurre la ghigliottina. E' dalla fine del '700, quindi, che i politici hanno capito che meno responsabilità hanno di fronte al popolo e più campano, almeno politicamente parlando.
Non dico che si debba arrivare a tanto, anche perchè credo che in Italia la ghigliottina si surriscalderebbe fino a fondersi, ma è certo che una legge elettorale maggioritaria pura ci permetterebbe di avere almeno la possibilità di controllare chi spediamo a governarci, sapere come si chiama, che lavoro fa e se è un delinquente. Il mio sogno sarebbe istituire il potere di revoca dei parlamentari, ma non credo sia una strada praticabile (era così nelle costituzioni sovietiche...).
Comunque dovremmo muoverci tutti, destrorsi e sinistrorsi, e raccogliere le firme per un bel referendum abrogativo che ci ridia la possibilità di esprimere almeno una parvenza della nostra sovranità.
Più o medio...
E' notte, ormai, quando i membri del governo escono da una seduta fiume del Consiglio; stanchi, emaciati. I posacenere pieni di cicche fumanti, se li vedesse Sirchia non sarebbe contento. In mano hanno un documento, firmato, bollato, inceralaccato. Si tratta della legge finanziaria, presto sarà firmata dal Capo dello Stato, presto sarà legge. I giornalisti trepidano sotto la pioggia nei loro trench color cammello in attesa di qualche notizia.
Il documento viene letto, ne vengono diramate copie per la stampa, per le amministrazioni, per i parlamentari, per i sottosegretari.
Nel frattempo, dall'altra parte della città, un po' più a destra, a via dell'umiltà, i creativi di Forza Italia sono al lavoro. Chiusi in una stanzetta, buia e poco ventilata, cercano di capire quale possa essere il punto debole della manovra. Pensa e ripensa, alla fine hanno trovato la soluzione. Alla fine hanno deciso. Subito viene diramata una circolare:
A tutti gli intervistanti! A tutti gli intervistanti! -stop- riferire giornalisti che manovra è batosta -stop- colpiranno ceto medio -stop-
Immediatamente, i mezzobusti milleusi della CDL si mettono all'opera: "La manovra è una batosta, colpiranno i ceti medi!" E poi: "Colpiranno i ceti medi, la manovra è una batosta!" Ed anche: "La manovra, o che batosta! Colpirà i ceti medi!" Perfino: "Una manovra media che batosterà colpendo".
Resta solo un punto da chiarire. Chi cacchio sono i ceti medi?
Quelli che guadagnano 15.000 euro l'anno? No, non credo, visto che l'aliquota resterà al 23%.
Allora saranno quelli che ne guadagnano 28.000? No, la loro è perfino più bassa (27 contro 33%).
Che siano quelli che ne guadagnano 55.000? Neppure loro, visto che anche questa aliquota viene abbassata (37 contro 38%).
Ci sono! Come ho fatto a non pensarci. Sono i redditi che superano i 75.000 euro all'anno! Eccolo il ceto medio, che verrà bastonato con un'aliquota del 43% che prima colpiva solo i redditi superiori ai 100.000 euro. Finalmente li abbiamo trovati. Adesso non resta che scatenarli in piazza, per protestare contro l'iniquità di questa manovra batosta.
Forza, andiamo! Dobbiamo organizzare i pullmann, come fanno a sinistra, dobbiamo andare tutti a Roma! Su, quanti siamo?
...
...
Ah...
Davvero?...
Solo il 2% della popolazione?...
...
...
Capisco...
Il documento viene letto, ne vengono diramate copie per la stampa, per le amministrazioni, per i parlamentari, per i sottosegretari.
Nel frattempo, dall'altra parte della città, un po' più a destra, a via dell'umiltà, i creativi di Forza Italia sono al lavoro. Chiusi in una stanzetta, buia e poco ventilata, cercano di capire quale possa essere il punto debole della manovra. Pensa e ripensa, alla fine hanno trovato la soluzione. Alla fine hanno deciso. Subito viene diramata una circolare:
A tutti gli intervistanti! A tutti gli intervistanti! -stop- riferire giornalisti che manovra è batosta -stop- colpiranno ceto medio -stop-
Immediatamente, i mezzobusti milleusi della CDL si mettono all'opera: "La manovra è una batosta, colpiranno i ceti medi!" E poi: "Colpiranno i ceti medi, la manovra è una batosta!" Ed anche: "La manovra, o che batosta! Colpirà i ceti medi!" Perfino: "Una manovra media che batosterà colpendo".
Resta solo un punto da chiarire. Chi cacchio sono i ceti medi?
Quelli che guadagnano 15.000 euro l'anno? No, non credo, visto che l'aliquota resterà al 23%.
Allora saranno quelli che ne guadagnano 28.000? No, la loro è perfino più bassa (27 contro 33%).
Che siano quelli che ne guadagnano 55.000? Neppure loro, visto che anche questa aliquota viene abbassata (37 contro 38%).
Ci sono! Come ho fatto a non pensarci. Sono i redditi che superano i 75.000 euro all'anno! Eccolo il ceto medio, che verrà bastonato con un'aliquota del 43% che prima colpiva solo i redditi superiori ai 100.000 euro. Finalmente li abbiamo trovati. Adesso non resta che scatenarli in piazza, per protestare contro l'iniquità di questa manovra batosta.
Forza, andiamo! Dobbiamo organizzare i pullmann, come fanno a sinistra, dobbiamo andare tutti a Roma! Su, quanti siamo?
...
...
Ah...
Davvero?...
Solo il 2% della popolazione?...
...
...
Capisco...
28 settembre 2006
Rassegna stampa
Un'informazione libera, incondizionata. Un giornale super partes, che analizza le questioni giorno per giorno con imparzialità e moderazione. La complessità degli eventi viene sbrogliata con competenza e precisione, analizzando gli eventi, riportandoli, semplificando le questioni importanti per renderle chiare anche alle menti più deboli. Anche un bradipo potrebbe leggerlo senza stancarsi la vista.
...C'è anche un regalo questa mattina...
...C'è anche un regalo questa mattina...
25 settembre 2006
Ci penso io!
Visti i continui tentativi di maquillage portati avanti dal Fans Club di Silvio Berlusconi, ho deciso di dare il mio modesto contributo all'opera dell'On. Bondi, appena nominato al vertice di una commissione che dovrebbe rinnovare l'intero movimento forzuto.
Per aiutarlo nell'onerosa ricerca delle origini del partito come punto di partenza per il rinnovamento, ho pescato da internet un documento che, sono sicuro, il Sottomesso agli Affari Interni di Forza Italia non potrà disdegnare.
E' il Decreto d'Archiviazione (2002) del Tribunale di Caltanissetta del processo a Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri per concorso in strage con finalità mafiose e terrorismo. Al num. 13 di suddetto documento sono riportati gli stralci delle deposizioni di tale Ezio Cartotto rilasciate in varie occasioni a vari Magistrati.
Il decreto è un atto pubblico, come tale può essere liberamente divulgato. La scelta dei brani, tra quelli più interessanti, è dovuta semplicemente all'eccessiva lunghezza del testo che ne rendeva impossibile la pubblicazione per intero. Spero che possano essere di una qualche utilità all'On. Bondi e a tutti coloro che si cimenteranno nel tentativo di restaurare la traballante facciata della premiata ditta Berlusconi e Associati. In bocca al lupo ragazzi!
Occorre evidenziare che Cartotto al P.M. di Palermo (verb. 20/6/1997) ha riferito che tra maggio e giugno del 1992 era stato contattato da Marcello Dell’Utri, il quale lo mise a parte di un suo progetto politico; egli sosteneva che, di fronte al venir meno dei referenti politici del gruppo FININVEST, era necessario adoperarsi per evitare un’affermazione delle sinistre che avrebbero certamente creato gravi difficoltà per questo gruppo.
Poiché tale sua idea non era condivisa all’interno della FINIVEST, Dell’Utri lo invitò ad “operare come sotto il servizio militare e cioè preparare i piani, chiuderli in un cassetto e tirarli fuori in caso di necessità”.
[...]
Il giornalista sin dal 1981 più volte aveva curato incontri e predisposto conferenze per il personale delle imprese facenti capo alla FININVEST su richiesta di Dell’Utri in ordine a problematiche politiche; questa attività divenne più frenetica dal settembre del 1992. Fu in quel periodo che Dell’Utri lo invitò a svolgere opera di vera e propria consulenza politica per lavorare ad un progetto di individuazione di nuovi referenti per il gruppo di Berlusconi. Cartotto ha dichiarato al P.M. di Palermo (verb. 20/6/1997 P.M. Palermo) di essere stato assunto da PUBLITALIA e di aver cominciato a lavorare in un ufficio all’ottavo piano nei pressi di quello di Dell’Utri insieme ad una serie di collaboratori messigli a disposizione da quest’ultimo.
[...]
“Ricordo - ha riferito ancora il teste - che gli prospettai la possibilità di trovare intese con i partiti di sinistra. Questa ipotesi la scartò in quanto tali forze politiche avevano un rapporto privilegiato con i gruppi imprenditoriali concorrenti riconducibili a “Repubblica” e a “L’Espresso” che non avrebbe mai consentito di raggiungere lo scopo. Gli sottoposi l’ulteriore possibilità di coinvolgere o comunque di dar vita ad un legame con la Lega Nord, partito emergente in continua crescita. Dell’Utri si manifestò più possibilista innanzi a questa via, anche se in definitiva ritenne di scartarla perché si trattava di uomini nuovi che non presentavano adeguata affidabilità. Mostrò, invece, maggiore interesse per la terza ipotesi che gli suggerii, vale a dire il cambiamento all’interno dei partiti tradizionali. Pensavo alla scissione della DC, come si era ventilato da alcuni settori del medesimo partito, con la creazione di una DC del nord da contrapporsi a quella del sud. Il dott. Dell’Utri nell’aderire a questa proposta disse che si rendeva necessario creare un aggregato di quel partito anche al sud. Tuttavia in concreto l’idea non sembrava percorribile perché il potere non poteva essere ceduto da coloro che lo detenevano. Conclusivamente mostrò di voler privilegiare la quarta via che gli avevo prospettato, vale a dire quella della creazione di un gruppo contenitore. Preciso che tutti questi discorsi che ho riassunto si sono sviluppati nell’arco di un paio di mesi, durante gli incontri che avevamo al Palace Hotel di Milano. Ricordo di aver predisposto degli appunti nei quali avevo esposto le linee delle proposte di cui ho detto. Con certezza posso dire che Dell’Utri decise di dar corso all’iniziativa “contenitore” nel giugno 1992.” Sul punto in realtà la contraddizione di Cartotto si rivela apparente, ove si tenga conto di quanto egli ha dichiarato al P.M. di Torino, quale indagato di reati tributari. Nel verbale dell’8/2/1996, egli aveva difatti affermato che, dopo una lunga serie di incontri con Dell’Utri per confrontarsi su tali argomenti, all’incirca a settembre del 1992, stipulò un contratto con PUBLITALIA “secondo il quale il dott. Dell’Utri mi chiese di fare un’operazione di ‘marketing sociale’, a seguito della quale potevano anche nascere possibilità di lavoro per PUBLITALIA, ma che consisteva soprattutto in una serie quanto più vasta possibile di contatti con gruppi o associazioni al fine di verificare l’opinione che costoro avevano della situazione sociale e politica, al fine di creare o migliorare i rapporti di queste associazioni, enti e gruppi con il gruppo FINIVEST attraverso la PUBLITALIA”.
[...]
“Il dottor dell’Utri decise di affidarmi il compito di dar vita ad un “processo” accelerato di formazione e di trasformazione dei quadri dirigenti del gruppo Fininvest in dirigenti politici, a far data dalla ripresa del lavoro dopo la sospensione feriale estiva. Preciso di essere stato invitato a metà settembre nel 1992 a Montecarlo, assieme agli ospiti istituzionali del gruppo, alla tradizionale convention annuale. Fui invitato a partecipare, “per sentire il polso” ai vari dirigenti del gruppo.” Di questa convention, Cartotto aveva pure parlato al P.M. di Palermo, dicendo che nel corso di essa Berlusconi invitò i suoi dipendenti a prepararsi a qualsiasi evenienza per combattere i “nemici” che oramai contavano molto di più degli “amici” che in passato li avevano aiutati.
[...]
Ha poi sostenuto che nell’aprile del 1993 fu convocato da Berlusconi, il quale gli disse che aveva necessità di prendere una decisione definitiva, optando tra la proposta di Dell’Utri e quella di Confalonieri. Alla riunione prese parte, oltre a Cartotto e a Berlusconi, anche Bettino Craxi, invitato per la sua particolare competenza politica e per la sua risalente amicizia con il presidente della FININVEST, mentre non furono invitati i sostenitori delle opposte posizioni tra le quali l’imprenditore lombardo avrebbe dovuto scegliere. Si valutò in quell’occasione l’idea che il gruppo di Berlusconi appoggiasse direttamente alcune forze politiche, sostenendo una nuova aggregazione politica; una ragione di contrasto tra Craxi e Berlusconi fu la possibile alleanza in un nuovo contenitore politico con l’allora MSI, che a dire del primo avrebbe fatto perdere i voti di centro e avrebbe ricompattato la Lega Nord (anziché scardinarla, come secondo lui sarebbe stato auspicabile), ma ad avviso del secondo sarebbe stata utile nella prospettiva di raccogliere in un unico fronte tutte le forze non comuniste. Craxi comunque diede il via libera al progetto di Berlusconi.
Per aiutarlo nell'onerosa ricerca delle origini del partito come punto di partenza per il rinnovamento, ho pescato da internet un documento che, sono sicuro, il Sottomesso agli Affari Interni di Forza Italia non potrà disdegnare.
E' il Decreto d'Archiviazione (2002) del Tribunale di Caltanissetta del processo a Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri per concorso in strage con finalità mafiose e terrorismo. Al num. 13 di suddetto documento sono riportati gli stralci delle deposizioni di tale Ezio Cartotto rilasciate in varie occasioni a vari Magistrati.
Il decreto è un atto pubblico, come tale può essere liberamente divulgato. La scelta dei brani, tra quelli più interessanti, è dovuta semplicemente all'eccessiva lunghezza del testo che ne rendeva impossibile la pubblicazione per intero. Spero che possano essere di una qualche utilità all'On. Bondi e a tutti coloro che si cimenteranno nel tentativo di restaurare la traballante facciata della premiata ditta Berlusconi e Associati. In bocca al lupo ragazzi!
Occorre evidenziare che Cartotto al P.M. di Palermo (verb. 20/6/1997) ha riferito che tra maggio e giugno del 1992 era stato contattato da Marcello Dell’Utri, il quale lo mise a parte di un suo progetto politico; egli sosteneva che, di fronte al venir meno dei referenti politici del gruppo FININVEST, era necessario adoperarsi per evitare un’affermazione delle sinistre che avrebbero certamente creato gravi difficoltà per questo gruppo.
Poiché tale sua idea non era condivisa all’interno della FINIVEST, Dell’Utri lo invitò ad “operare come sotto il servizio militare e cioè preparare i piani, chiuderli in un cassetto e tirarli fuori in caso di necessità”.
[...]
Il giornalista sin dal 1981 più volte aveva curato incontri e predisposto conferenze per il personale delle imprese facenti capo alla FININVEST su richiesta di Dell’Utri in ordine a problematiche politiche; questa attività divenne più frenetica dal settembre del 1992. Fu in quel periodo che Dell’Utri lo invitò a svolgere opera di vera e propria consulenza politica per lavorare ad un progetto di individuazione di nuovi referenti per il gruppo di Berlusconi. Cartotto ha dichiarato al P.M. di Palermo (verb. 20/6/1997 P.M. Palermo) di essere stato assunto da PUBLITALIA e di aver cominciato a lavorare in un ufficio all’ottavo piano nei pressi di quello di Dell’Utri insieme ad una serie di collaboratori messigli a disposizione da quest’ultimo.
[...]
“Ricordo - ha riferito ancora il teste - che gli prospettai la possibilità di trovare intese con i partiti di sinistra. Questa ipotesi la scartò in quanto tali forze politiche avevano un rapporto privilegiato con i gruppi imprenditoriali concorrenti riconducibili a “Repubblica” e a “L’Espresso” che non avrebbe mai consentito di raggiungere lo scopo. Gli sottoposi l’ulteriore possibilità di coinvolgere o comunque di dar vita ad un legame con la Lega Nord, partito emergente in continua crescita. Dell’Utri si manifestò più possibilista innanzi a questa via, anche se in definitiva ritenne di scartarla perché si trattava di uomini nuovi che non presentavano adeguata affidabilità. Mostrò, invece, maggiore interesse per la terza ipotesi che gli suggerii, vale a dire il cambiamento all’interno dei partiti tradizionali. Pensavo alla scissione della DC, come si era ventilato da alcuni settori del medesimo partito, con la creazione di una DC del nord da contrapporsi a quella del sud. Il dott. Dell’Utri nell’aderire a questa proposta disse che si rendeva necessario creare un aggregato di quel partito anche al sud. Tuttavia in concreto l’idea non sembrava percorribile perché il potere non poteva essere ceduto da coloro che lo detenevano. Conclusivamente mostrò di voler privilegiare la quarta via che gli avevo prospettato, vale a dire quella della creazione di un gruppo contenitore. Preciso che tutti questi discorsi che ho riassunto si sono sviluppati nell’arco di un paio di mesi, durante gli incontri che avevamo al Palace Hotel di Milano. Ricordo di aver predisposto degli appunti nei quali avevo esposto le linee delle proposte di cui ho detto. Con certezza posso dire che Dell’Utri decise di dar corso all’iniziativa “contenitore” nel giugno 1992.” Sul punto in realtà la contraddizione di Cartotto si rivela apparente, ove si tenga conto di quanto egli ha dichiarato al P.M. di Torino, quale indagato di reati tributari. Nel verbale dell’8/2/1996, egli aveva difatti affermato che, dopo una lunga serie di incontri con Dell’Utri per confrontarsi su tali argomenti, all’incirca a settembre del 1992, stipulò un contratto con PUBLITALIA “secondo il quale il dott. Dell’Utri mi chiese di fare un’operazione di ‘marketing sociale’, a seguito della quale potevano anche nascere possibilità di lavoro per PUBLITALIA, ma che consisteva soprattutto in una serie quanto più vasta possibile di contatti con gruppi o associazioni al fine di verificare l’opinione che costoro avevano della situazione sociale e politica, al fine di creare o migliorare i rapporti di queste associazioni, enti e gruppi con il gruppo FINIVEST attraverso la PUBLITALIA”.
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“Il dottor dell’Utri decise di affidarmi il compito di dar vita ad un “processo” accelerato di formazione e di trasformazione dei quadri dirigenti del gruppo Fininvest in dirigenti politici, a far data dalla ripresa del lavoro dopo la sospensione feriale estiva. Preciso di essere stato invitato a metà settembre nel 1992 a Montecarlo, assieme agli ospiti istituzionali del gruppo, alla tradizionale convention annuale. Fui invitato a partecipare, “per sentire il polso” ai vari dirigenti del gruppo.” Di questa convention, Cartotto aveva pure parlato al P.M. di Palermo, dicendo che nel corso di essa Berlusconi invitò i suoi dipendenti a prepararsi a qualsiasi evenienza per combattere i “nemici” che oramai contavano molto di più degli “amici” che in passato li avevano aiutati.
[...]
Ha poi sostenuto che nell’aprile del 1993 fu convocato da Berlusconi, il quale gli disse che aveva necessità di prendere una decisione definitiva, optando tra la proposta di Dell’Utri e quella di Confalonieri. Alla riunione prese parte, oltre a Cartotto e a Berlusconi, anche Bettino Craxi, invitato per la sua particolare competenza politica e per la sua risalente amicizia con il presidente della FININVEST, mentre non furono invitati i sostenitori delle opposte posizioni tra le quali l’imprenditore lombardo avrebbe dovuto scegliere. Si valutò in quell’occasione l’idea che il gruppo di Berlusconi appoggiasse direttamente alcune forze politiche, sostenendo una nuova aggregazione politica; una ragione di contrasto tra Craxi e Berlusconi fu la possibile alleanza in un nuovo contenitore politico con l’allora MSI, che a dire del primo avrebbe fatto perdere i voti di centro e avrebbe ricompattato la Lega Nord (anziché scardinarla, come secondo lui sarebbe stato auspicabile), ma ad avviso del secondo sarebbe stata utile nella prospettiva di raccogliere in un unico fronte tutte le forze non comuniste. Craxi comunque diede il via libera al progetto di Berlusconi.
24 settembre 2006
Seppuku
Voglio raccontarvi una storia.
Nell'anno 1600 dopo Cristo si svolse, nel lontanissimo Giappone, la battaglia di Sekigahara. Fu l'ultima grande battaglia dell'epoca Sengoku, l'ultima cioè, prima che si istituisse lo Shogunato e il Giappone prosperasse in pace all'interno dei propri confini.
Non è importante ricordare chi combattè quello scontro, nè conoscere i nomi di chi vinse o perse. Vi basti sapere che fu una battaglia estremamente cruenta: moltissimi Samurai rimasero uccisi sul campo e molti altri morirono in seguito alle ferite riportate. Tantissimi persero la vita a causa di esecuzioni e vendette trasversali.
I Generali e i Nobili che non erano periti in combattimento avevano, invece, a quel tempo, la possibilità di lavare l'onta della sconfitta mettendo in pratica l'antichissima tradizione Shintoista del Seppuku, il suicidio rituale. Era un modo che avevano i Samurai per recuperare il proprio onore; per dimostrare, in un ultimo atto di coraggio, che erano degni di appartenere alla più importante casta guerriera dell'antico Giappone.
A quel tempo aveva fatto la sua comparsa, nell'arcipelago nipponico, il Cristianesimo, grazie all'opera di proselitismo della Compagnia del Gesù, giunta dall'Europa con i primi mercanti portoghesi all'inizio del '500. Vi è da dire che la religione cristiana non ebbe mai un gran successo nell'Impero, anche perchè la tradizione Shintoista locale si era legata indissolubilmente al culto del Buddha e ciò impedì la divulgazione del Vangelo. Tuttavia alcune conversioni vi furono, anche eccellenti, e tra questi vi furono anche molti che combatterono la battaglia di Sekigahara.
A questo punto nacque un grosso problema. Una volta finita la battaglia, i Generali convertiti al Cristianesimo si rifiutarono di mettere in atto il Seppuku: la loro vita apparteneva a Dio, e solo questi poteva decidere quando dovesse avere termine.
I Samurai tradizionalisti che avevano vinto la battaglia, e che si aspettavano un gesto d'onore da parte degli sconfitti, non sapevano come comportarsi. Che fare? Possibile che non volessero onorare se stessi e i propri avversari sacrificando la propria vita com'era tradizione? Sembrava proprio di sì.
Alla fine la questione venne risolta.
I vincitori tagliarono la testa agli sconfitti, e con ciò si ottenne un duplice vantaggio: i cristiani sconfitti non sarebbero morti suicidi e avrebbero potuto ricevere degna sepoltura; i Samurai tradizionalisti non dovettero a loro volta subire l'onta di non aver ricevuto gli onori del Seppuku.
Il dibattito politico sull'eutanasia, condotto in questi giorni dai nostri parlamentari, mi ha riportato alla mente la battaglia di Sekigahara. Una disputa d'onore. Da un lato, coloro che si dicono Cattolici e che a causa del loro credo non concepiscono l'idea che qualcuno possa voler morire di sua propria volontà, anche se ridotto ad un vegetale capace di comunicare solo tramite un computer. Dall'altro lato, coloro che si ergono a difesa del diritto di tutti di decidere come e dove morire, più per una presa di posizione che per altro. Chi ha ragione, chi ha torto?
Il problema è che qui non si tratta di capire se sia giusto o meno permettere l'eutanasia. Si tratta di capire chi sono le persone che la desiderano e perchè. Nessun uomo politico si è posto questa domanda. Tutti si chiedono da che parte stia il bene o il male, ma nessuno si interessa delle persone, di coloro che soffrono nei loro letti attaccati a delle macchine, che comunicano con gli sguardi, che vedono solo un soffitto bianco dalla mattina alla sera perchè non possono più muoversi.
L'unica cosa giusta, vera, è che queste persone devono essere tutelate giuridicamente, in un modo o nell'altro. Gli si deve dare una certezza, che sia il semplice testamento biologico o la possibilità completa di decidere giorno e ora della propria dipartita.
I nostri politici mi ricordano tanti Samurai: che discutono sul modo giusto o sbagliato di andare al creatore. Con l'unica differenza che i Samurai decidevano per il loro onore e per se stessi. Questi tizi pretendono di decidere per noi senza neppure interpellarci.
Nell'anno 1600 dopo Cristo si svolse, nel lontanissimo Giappone, la battaglia di Sekigahara. Fu l'ultima grande battaglia dell'epoca Sengoku, l'ultima cioè, prima che si istituisse lo Shogunato e il Giappone prosperasse in pace all'interno dei propri confini.
Non è importante ricordare chi combattè quello scontro, nè conoscere i nomi di chi vinse o perse. Vi basti sapere che fu una battaglia estremamente cruenta: moltissimi Samurai rimasero uccisi sul campo e molti altri morirono in seguito alle ferite riportate. Tantissimi persero la vita a causa di esecuzioni e vendette trasversali.
I Generali e i Nobili che non erano periti in combattimento avevano, invece, a quel tempo, la possibilità di lavare l'onta della sconfitta mettendo in pratica l'antichissima tradizione Shintoista del Seppuku, il suicidio rituale. Era un modo che avevano i Samurai per recuperare il proprio onore; per dimostrare, in un ultimo atto di coraggio, che erano degni di appartenere alla più importante casta guerriera dell'antico Giappone.
A quel tempo aveva fatto la sua comparsa, nell'arcipelago nipponico, il Cristianesimo, grazie all'opera di proselitismo della Compagnia del Gesù, giunta dall'Europa con i primi mercanti portoghesi all'inizio del '500. Vi è da dire che la religione cristiana non ebbe mai un gran successo nell'Impero, anche perchè la tradizione Shintoista locale si era legata indissolubilmente al culto del Buddha e ciò impedì la divulgazione del Vangelo. Tuttavia alcune conversioni vi furono, anche eccellenti, e tra questi vi furono anche molti che combatterono la battaglia di Sekigahara.
A questo punto nacque un grosso problema. Una volta finita la battaglia, i Generali convertiti al Cristianesimo si rifiutarono di mettere in atto il Seppuku: la loro vita apparteneva a Dio, e solo questi poteva decidere quando dovesse avere termine.
I Samurai tradizionalisti che avevano vinto la battaglia, e che si aspettavano un gesto d'onore da parte degli sconfitti, non sapevano come comportarsi. Che fare? Possibile che non volessero onorare se stessi e i propri avversari sacrificando la propria vita com'era tradizione? Sembrava proprio di sì.
Alla fine la questione venne risolta.
I vincitori tagliarono la testa agli sconfitti, e con ciò si ottenne un duplice vantaggio: i cristiani sconfitti non sarebbero morti suicidi e avrebbero potuto ricevere degna sepoltura; i Samurai tradizionalisti non dovettero a loro volta subire l'onta di non aver ricevuto gli onori del Seppuku.
Il dibattito politico sull'eutanasia, condotto in questi giorni dai nostri parlamentari, mi ha riportato alla mente la battaglia di Sekigahara. Una disputa d'onore. Da un lato, coloro che si dicono Cattolici e che a causa del loro credo non concepiscono l'idea che qualcuno possa voler morire di sua propria volontà, anche se ridotto ad un vegetale capace di comunicare solo tramite un computer. Dall'altro lato, coloro che si ergono a difesa del diritto di tutti di decidere come e dove morire, più per una presa di posizione che per altro. Chi ha ragione, chi ha torto?
Il problema è che qui non si tratta di capire se sia giusto o meno permettere l'eutanasia. Si tratta di capire chi sono le persone che la desiderano e perchè. Nessun uomo politico si è posto questa domanda. Tutti si chiedono da che parte stia il bene o il male, ma nessuno si interessa delle persone, di coloro che soffrono nei loro letti attaccati a delle macchine, che comunicano con gli sguardi, che vedono solo un soffitto bianco dalla mattina alla sera perchè non possono più muoversi.
L'unica cosa giusta, vera, è che queste persone devono essere tutelate giuridicamente, in un modo o nell'altro. Gli si deve dare una certezza, che sia il semplice testamento biologico o la possibilità completa di decidere giorno e ora della propria dipartita.
I nostri politici mi ricordano tanti Samurai: che discutono sul modo giusto o sbagliato di andare al creatore. Con l'unica differenza che i Samurai decidevano per il loro onore e per se stessi. Questi tizi pretendono di decidere per noi senza neppure interpellarci.
Speciale Report
Questa sera ricomicia Report, condotto da Milena Gabanelli, in onda su Rai Tre a partire dalle 21:00. Puntata speciale sull'11 Settembre. Verrà presentato un documentario dal titolo "Confronting the evidence", prodotto da un milionario americano, tale Jimmy Walter, che ha sganciato circa sette milioni di dollari per tentare di far riaprire la commissione d'inchiesta del Senato sulla tragedia, con ben pochi risultati fino ad oggi.
Il filmato pone una serie di interrogativi sull'attentato, solleva obiezioni, confuta tesi; insomma, infastidisce molto. Tant'è che tutti i maggiori network americani l'hanno rifiutato, nonostante gli fosse stato offerto gratuitamente. I giornali, però, non disdegnano di pubblicare, dietro compenso, intere splash pages di pubblicità per il documentario.
Dopo la visione del video, circa 10.000 persone, tra cittadini e agenti di sicurezza, si sono convinti a fare causa all'Agenzia per la protezione ambientale e al Sindaco di Nuova York in merito alla respirabilità dell'aria piena di polveri, subito dopo il crollo, e alle sue conseguenze sulla salute. Conseguenze taciute dalle autorità.
Di video sull'attentato, comunque, è pieno il mondo. E molti di essi sollevano svariati dubbi sulla versione ufficiale data dalla Casa Bianca e dalla Commissione d'Inchiesta.
Uno di questi è il seguente, diviso in due parti, prodotto dal sito Luogocomune.net che ci permette di avere un piccolo assaggio dei dubbi e dei quesiti di cui scrivevo qualche riga più su.
Ispirato spudoratamente dal post di Lameduck.
Il filmato pone una serie di interrogativi sull'attentato, solleva obiezioni, confuta tesi; insomma, infastidisce molto. Tant'è che tutti i maggiori network americani l'hanno rifiutato, nonostante gli fosse stato offerto gratuitamente. I giornali, però, non disdegnano di pubblicare, dietro compenso, intere splash pages di pubblicità per il documentario.
Dopo la visione del video, circa 10.000 persone, tra cittadini e agenti di sicurezza, si sono convinti a fare causa all'Agenzia per la protezione ambientale e al Sindaco di Nuova York in merito alla respirabilità dell'aria piena di polveri, subito dopo il crollo, e alle sue conseguenze sulla salute. Conseguenze taciute dalle autorità.
Di video sull'attentato, comunque, è pieno il mondo. E molti di essi sollevano svariati dubbi sulla versione ufficiale data dalla Casa Bianca e dalla Commissione d'Inchiesta.
Uno di questi è il seguente, diviso in due parti, prodotto dal sito Luogocomune.net che ci permette di avere un piccolo assaggio dei dubbi e dei quesiti di cui scrivevo qualche riga più su.
Ispirato spudoratamente dal post di Lameduck.
22 settembre 2006
E io pago!
Le notizie che ci arrivano dalla Spagna sono come una ventata d'aria fresca, se paragonate all'odore di fritto che viene dalle aule parlamentari nostrane.
E' di oggi l'annuncio del Governo di Zapatero di un cambio di rotta nelle donazioni alla Chiesa Cattolica Spagnola: niente più finanziamento statale. Al posto dei soldi pubblici, i vescovi si finanzieranno solo attraverso la "aportaciòn voluntaria del IRPF", l'8 per mille per intenderci, che verrà innalzato dallo 0,52% allo 0,7%.
I vescovi saranno anche costretti a presentare annualmente un rendiconto di spesa del finanziamento ricevuto. Insomma, dovranno giustificare come spendono i soldi dei cittadini spagnoli. Per ultimo, ma non meno importante, lo Stato applicherà l'IVA sulle transazioni degli immobili ecclesiastici senza più effettuare le esenzioni previste dal precedente accordo concordatario.
Continua, quindi, la corsa di Zapatero verso un atteggiamento di maggiore rigore nei confronti del clero cattolico. Dopo i matrimoni per gli omosessuali e l'abolizione dell'ora di religione, la Spagna si sta lentamente affacciando a diventare una società moderna, multietnica, multiculturale e, soprattutto, laica. Lo Stato in funzione dei cittadini, tutti.
In Italia, invece, discutiamo perfino su a chi spetti la difesa della persona del Santo Padre al di fuori del territorio italiano. Come se il Papa fosse un'Istituzione. Strano che nessuno abbia pensato di affidargli un altro ministero oltre quello di Cristo. In Italia si discute persino sulla presenza o meno del crocifisso nelle classi. Forse pochi si ricordano che fece la sua comparsa nel 1922, grazie all'opera di un certo Benito Mussolini, che usò la croce come piede di porco per scardinare le resistenze (flebili) del clero al suo autoritarismo politico.
Possibile che il Governo italiano, i Governi italiani, debbano sempre muoversi facendo attenzione a non disturbare la Chiesa di Roma? Possibile che la CEI riesca ad influenzare le politiche pubbliche più dell'opinione dei cittadini, l'unica opinione alla quale i nostri onorevoli dipendenti devono render conto?
Zapatero, che aspetti, perchè non vieni da queste parti? Come disse Berlusconi al Parlamento Europeo, qua c'è il sole, il mare; che ti costa?
E' di oggi l'annuncio del Governo di Zapatero di un cambio di rotta nelle donazioni alla Chiesa Cattolica Spagnola: niente più finanziamento statale. Al posto dei soldi pubblici, i vescovi si finanzieranno solo attraverso la "aportaciòn voluntaria del IRPF", l'8 per mille per intenderci, che verrà innalzato dallo 0,52% allo 0,7%.
I vescovi saranno anche costretti a presentare annualmente un rendiconto di spesa del finanziamento ricevuto. Insomma, dovranno giustificare come spendono i soldi dei cittadini spagnoli. Per ultimo, ma non meno importante, lo Stato applicherà l'IVA sulle transazioni degli immobili ecclesiastici senza più effettuare le esenzioni previste dal precedente accordo concordatario.
Continua, quindi, la corsa di Zapatero verso un atteggiamento di maggiore rigore nei confronti del clero cattolico. Dopo i matrimoni per gli omosessuali e l'abolizione dell'ora di religione, la Spagna si sta lentamente affacciando a diventare una società moderna, multietnica, multiculturale e, soprattutto, laica. Lo Stato in funzione dei cittadini, tutti.
In Italia, invece, discutiamo perfino su a chi spetti la difesa della persona del Santo Padre al di fuori del territorio italiano. Come se il Papa fosse un'Istituzione. Strano che nessuno abbia pensato di affidargli un altro ministero oltre quello di Cristo. In Italia si discute persino sulla presenza o meno del crocifisso nelle classi. Forse pochi si ricordano che fece la sua comparsa nel 1922, grazie all'opera di un certo Benito Mussolini, che usò la croce come piede di porco per scardinare le resistenze (flebili) del clero al suo autoritarismo politico.
Possibile che il Governo italiano, i Governi italiani, debbano sempre muoversi facendo attenzione a non disturbare la Chiesa di Roma? Possibile che la CEI riesca ad influenzare le politiche pubbliche più dell'opinione dei cittadini, l'unica opinione alla quale i nostri onorevoli dipendenti devono render conto?
Zapatero, che aspetti, perchè non vieni da queste parti? Come disse Berlusconi al Parlamento Europeo, qua c'è il sole, il mare; che ti costa?
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