"Adesso inizierò ad avanzare, roteando le braccia e chiudendo gli occhi, e se ti colpirò sarà soltanto colpa tua. Tiè."
Si può sintetizzare così la politica nei confronti dei libanesi portata avanti dal buon Ehud Olmert in questi ultimi giorni di tregua forzata. La condotta ridicola della guerra sta lentamente facendo sorgere lo spettro di una crisi governativa e di nuove elezioni, per l'esecutivo di Tel-Aviv. Da qui le due possibilità: o si esce dall'empasse rapidamente attraverso la diplomazia con l'Europa -sempre più ben disposta verso il governo libanese- o si cerca di chiudere una volta per tutte la faccenda, facendo fare una sciocchezza ai militanti sciiti che giustifichi una ripresa delle ostilità. Dopo l'assalto notturno terminato in sparatoria e i bombardamenti nella valle della Bekaa, ad Olmert non restano molte altre opzioni per cercare di innervosire gli Hezbollah. Un suo consulente politico ha timidamente avanzato l'ipotesi di fare pipì in diretta su un paio di copie del corano, ma sembra che Olmert si rifiuti di mostrare pubblicamente i gioielli di famiglia.
La notizia del giorno è, però, un'altra.
Amnesty International ha ufficialmente accusato Israele di aver portato avanti distruzioni deliberate di infrastrutture civili necessarie alla sopravvivenza della popolazione, durante la guerra. In questo rapporto si sottolinea soprattutto come l'esercito israeliano abbia scelto come obiettivi acquedotti, ospedali, supermercati, strade e abitazioni civili volutamente e con intenti non relativi agli scopi dichiarati dell'azione militare.
"The evidence strongly suggests that the extensive destruction of public works, power systems, civilian homes and industry was deliberate and an integral part of the military strategy, rather than "collateral damage" – incidental damage to civilians or civilian property resulting from targeting military objectives".
Non dev'essere fermato solo l'estremismo arabo, anche l'estremismo israeliano è un grave cancro di quella martoriata regione. Entrambi non vanno sottovalutati ed entrambi vanno combattuti. Ma non con le armi, solo con la diplomazia e la ragione.
24 agosto 2006
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3 commenti:
Caro attila,
tu dici che la condotta ridicola della guerra da parte di Holmert sta creando seri problemi al suo governo...
La guerra, quindi, doveva esser condotta dallo stesso in maniera più seria...
Per un diplomatico-pacifista come te questa è una vera novità!
Gentile anonimo.
Che la condotta della guerra sia stata ridicola non lo dico io, ma la stragrande maggioranza degli israeliani. Lo stesso governo ha annunciato ieri un'inchiesta ed il comandante in capo ha ammesso che ci possono essere stati degli errori nella condotta della guerra.
In effetti l'esito della stessa è stato, per certi versi, disastroso. Non solo non si è risolto il "problema" degli Hezbollah, ma anche politicamente Israele esce sconfitto, riuscendo a mantenere l'appoggio diretto solo degli Stati Uniti.
La mia era una affermazione basata su elementi di fatto e, come avrai potuto notare proseguendo la lettura, tertmino il post condannando quello che mi piace chiamare estremismo israeliano: ovvero l'uso indiscriminato di armi al posto della voce.
Studi recenti dimostrano che l'uomo impara a comunicare in tenerissima età, perdendo gradatamente tale facoltà fino a non saper più neppure sorridere al proprio vicino quando gli si mette tra le mani un kalashinkov o il pulsante di una rampa di missili teleguidati o peggio ancora il potere...
Caro Attila,
invece di ammettere di esserti lasciato prendere dalla foga, continui a dire cose che un pacifista-diplomatico non si sognerebbe mai di dire!
Se dici che è la guerra ad essere ridicola, continui ad essere in fase con le tue utopie;
se parli, invece, di ridicolo modo di condurre una guerra, allora è tutt'altra cosa...e non sei più in fase...
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