Guardateli. Non sono carini? Tutti con la cravattina e la giacchetta, tutti sorridenti. Bolton con i baffi appena cotonati. Si scambiano larghi sorrisi e tante, tantissime parole. Un fiume ininterrotto di discorsi, accuse reciproche, proposte di risoluzione, alzate di mano.
Il Consiglio di Insicurezza dell'ONU ha dimostrato per l'ennesima volta la sua immobilità, la sua incapacità di prendere decisioni che possano generare degli effetti reali. Certo, la colpa non è di questi membri, ma dell'impostazione che venne data al Consiglio dai suoi creatori, in particolare Roosevelt (ecco, come al solito un americano). La creazione dei membri permanenti con diritto di veto è una delle stronzate più grandi della storia dell'uomo. Per la cronaca: l'unico momento nel quale il Consiglio riuscì effettivamente a lavorare fu durante la guerra di Corea, negli anni '50, quando l'URSS si autosospese (rimasti in campo solo gli "occidentali" fu semplice per loro prendere le decisioni in accordo e letizia).
Ma torniamo a bomba. Ieri notte (in Italia) hanno votato e approvato una bella risoluzione, scritta su carta profumata e con la filigrana di fiorellini, che "deplora fortemente la perdita di vite innocenti" e tutti si sono detti estremamente colpiti e scioccati della guerra in Libano. Bolton ha assicurato che non è riuscito a toccare cibo all cena di gala al Plaza. De la Sabliere, il rappresentante francese, ha parlato di un buon compromesso, poi si è ritirato nella toilette del Consiglio per vomitare, suppongo. Che siano stati influenzati dalle parole dell'ambasciatore israeliano? Dan Gillerman ha infatti affermato che Israele è in possesso di un video di FoxNews nel quale si vedono dei razzi partire da una palazzina di tre piani a Cana simile a quella in cui erano rifugiati le persone e i bambini massacrati selvaggiamente. Nessuno dei presenti ha chiesto di visionare il video e Gillerman ha tirato un sospiro di sollievo. Eccolo, il video(cliccate su un qualunque video e cercate "Hezbolla Rockets?") e come potete osservare non potete osservare niente.
Dulcis in fundu, la Rice ha seraficamente osservato che per il cessate il fuoco definitivo bisognerà aspettare almeno una settimana, non quattordici giorni come chiedeva Olmert. Povero Olmert, ci contava così tanto nelle sue due settimane d'impunità. Così tante vite da togliere e così poco tempo per farlo.
31 luglio 2006
30 luglio 2006
On. Carfagna buonasera!
Io ancora non riesco a capacitarmi che abbiamo un'ex qualunquina seduta tra i banchi del Parlamento. Mi dà quasi più fastidio che vederci stravaccato Cicchitto o Calderoli, non posso farci niente. La mia speranza è che sia stata votata solo grazie al sistema proporzionale e che gli elettori della circoscrizione di Campania 2 non avessero veramente intenzione di pagarle lo stipendio per cinque anni di legislatura. Altrimenti mi viene malignamente da pensare che gli estimatori di Forza Italia di Salerno e dintorni, confondano le elezioni con le erezioni, che sono tutta un'altra faccenda.
L'ultima dichiarazione della nostra Onorevolina tutto pepe, riguarda lo scandalo calcio: in questa interrogazione al Ministro Melandri, si scaglia contro le sentenze d'appello che, secondo lei, mettono a grave rischio non le società, ma, a quanto pare, la salute mentale della tifoseria che infatti "non ha alcuna responsabilita’ e che andrebbe delusa nella propria passione calcistica. Una situazione gravissima nella quale si intrecciano esigenze sportive e problemi economici. Infatti i club colpiti sono tutti di primo piano e gia’ si assiste alla ’fuga’ all’estero di molti campioni. Una crisi che rischia di avvitarsi su se stessa anche per la perdita parziale dei ricavi dagli sponsor e dei diritti tv e di parte dei proventi di biglietti e abbonamenti e per le pesanti perdite in Borsa per le società quotate con grave nocumento anche per i risparmiatori".
Gravissimo nocumento, certamente. Mi viene quasi il dubbio che qualcuno gliel'abbia scritta, questa cosa. Ma chi sono io per pensare male di una donna che si è fatta (e forse rifatta) da sola. Di una giovinetta arrivata sesta a Miss Italia (tipico titolo di preferenza per chi sceglie i candidati in Forza Italia), che balla, canta e presenta un po' dappertutto, sia in Rai che a Mediaset, sempre grazie alla "guida" spirituale di San Silvio da Arcore.
Racconta Stefania Orlando a Dagospia: "Quando venni licenziata dalla conduzione di Piazza Grande di Rai due, nei corridoi di viale Mazzini mi dissero che dovevo andarmene per far posto a un'altra che aveva importanti estimatori. Poi scoprii che fu Mara Carfagna a prendere il mio posto. D'altronde, Mara poteva godere della stima professionale di Silvio Berlusconi...". Sicuramente Silvio, già ai tempi, aveva adocchiato la Carfagna, intuendone subito (sotto i pochi veli che la coprivano) le potenzialità politiche e di leadership che certamente caratterizzano ogni aspirante soubrette di questo mondo. Sotto quante veline, letterine, si nasconde una nuova Tina Anselmi, una nuova Nilde Iotti? Chissà!
Certo è che la Carfagna è cosciente di questa sua predestinazione: "Sarebbe più utile, a mio... a nostro avviso, cominciare a selezionare dal basso, nell’organizzazione di base dei partiti, le donne migliori e più capaci... Solo in questo modo potrà nascere una classe dirigente al femminile, radicata nel territorio e legittimata dal consenso popolare. A questo proposito, se posso aggiungere... Io sono un piccolo ma eloquente esempio vivente di questo mio ragionamento". D'altronde, da brava donna di spettacolo, se la suona e se la canta...
L'ultima dichiarazione della nostra Onorevolina tutto pepe, riguarda lo scandalo calcio: in questa interrogazione al Ministro Melandri, si scaglia contro le sentenze d'appello che, secondo lei, mettono a grave rischio non le società, ma, a quanto pare, la salute mentale della tifoseria che infatti "non ha alcuna responsabilita’ e che andrebbe delusa nella propria passione calcistica. Una situazione gravissima nella quale si intrecciano esigenze sportive e problemi economici. Infatti i club colpiti sono tutti di primo piano e gia’ si assiste alla ’fuga’ all’estero di molti campioni. Una crisi che rischia di avvitarsi su se stessa anche per la perdita parziale dei ricavi dagli sponsor e dei diritti tv e di parte dei proventi di biglietti e abbonamenti e per le pesanti perdite in Borsa per le società quotate con grave nocumento anche per i risparmiatori".
Gravissimo nocumento, certamente. Mi viene quasi il dubbio che qualcuno gliel'abbia scritta, questa cosa. Ma chi sono io per pensare male di una donna che si è fatta (e forse rifatta) da sola. Di una giovinetta arrivata sesta a Miss Italia (tipico titolo di preferenza per chi sceglie i candidati in Forza Italia), che balla, canta e presenta un po' dappertutto, sia in Rai che a Mediaset, sempre grazie alla "guida" spirituale di San Silvio da Arcore.
Racconta Stefania Orlando a Dagospia: "Quando venni licenziata dalla conduzione di Piazza Grande di Rai due, nei corridoi di viale Mazzini mi dissero che dovevo andarmene per far posto a un'altra che aveva importanti estimatori. Poi scoprii che fu Mara Carfagna a prendere il mio posto. D'altronde, Mara poteva godere della stima professionale di Silvio Berlusconi...". Sicuramente Silvio, già ai tempi, aveva adocchiato la Carfagna, intuendone subito (sotto i pochi veli che la coprivano) le potenzialità politiche e di leadership che certamente caratterizzano ogni aspirante soubrette di questo mondo. Sotto quante veline, letterine, si nasconde una nuova Tina Anselmi, una nuova Nilde Iotti? Chissà!
Certo è che la Carfagna è cosciente di questa sua predestinazione: "Sarebbe più utile, a mio... a nostro avviso, cominciare a selezionare dal basso, nell’organizzazione di base dei partiti, le donne migliori e più capaci... Solo in questo modo potrà nascere una classe dirigente al femminile, radicata nel territorio e legittimata dal consenso popolare. A questo proposito, se posso aggiungere... Io sono un piccolo ma eloquente esempio vivente di questo mio ragionamento". D'altronde, da brava donna di spettacolo, se la suona e se la canta...
22 luglio 2006
Parto
Ho l'aereo alle sei. Non dico per dove. Volevo solo augurare un'ottima estate a tutti, buoni e cattivi, destroidi e sinistroidi, centristi e laicisti, radicali e padani, giornalisti e impiegati di Libero e chi più ne ha più ne metta.
Spero di non dover interrompere le mie vacanze per tornare di corsa a Roma a votare. Spero che gli 8 dissidenti al Senato la smettano di fare i ragazzini e ricomincino a fare i politici. Spero di vedere la villa al mare di Berlusca sequestrata per abuso edilizio e rasa al suolo. Spero che D'Alema vinca la Barcolana. Spero che Zidane vada al diavolo. Spero di non vedere come ogni anno la mia bella italietta andare a fuoco. Spero che il mio libro da viaggio non sia una schifezza. Spero che non piova dove vado io e che invece i miliardari abitanti di Porto Cervo siano costretti a riunire gli animali a coppie. Speriamo!
Beh, ora devo andare. Altrimenti resto qui. Buone vacanze!
Spero di non dover interrompere le mie vacanze per tornare di corsa a Roma a votare. Spero che gli 8 dissidenti al Senato la smettano di fare i ragazzini e ricomincino a fare i politici. Spero di vedere la villa al mare di Berlusca sequestrata per abuso edilizio e rasa al suolo. Spero che D'Alema vinca la Barcolana. Spero che Zidane vada al diavolo. Spero di non vedere come ogni anno la mia bella italietta andare a fuoco. Spero che il mio libro da viaggio non sia una schifezza. Spero che non piova dove vado io e che invece i miliardari abitanti di Porto Cervo siano costretti a riunire gli animali a coppie. Speriamo!
Beh, ora devo andare. Altrimenti resto qui. Buone vacanze!
21 luglio 2006
Un paese che muore
Il Libano sta morendo, non lentamente, bensì inesorabilmente. Questa guerra non sta fermando gli Hezbollah e non sta rendendo Israele un luogo sicuro in cui vivere. Questa guerra sta uccidendo un popolo. Questa guerra dovrebbe essere fermata, ma il cosiddetto mondo occidentale non ha la forza (nè la palle) di andare a dire ad Israele di piantarla di credersi senza macchia nè paura. Troppi interessi in ballo con l'unica democrazia (sarà!) della regione, troppo forti le lobby, troppo divisa l'opinione pubblica dei paesi che contano.
L'occidente non ha le palle neppure per fermare l'estremismo islamico. Bisognerebbe generare ricchezza nei paesi del Medio Oriente, ci vorrebbero programmi di cooperazione, fondi per lo sviluppo, acqua. Si dovrebbe rinunciare al petrolio, nazionalizzarlo, ma ciò non si può fare, si fermerebbero le corazzate multinazionali, si fermerebbe la globalizzazione e i ricchi non farebbero più tanti soldi. Allora chi se ne frega se ogni tanto qualche islamico fa un corso rapido di chimica e si fa saltare per strada, l'importante è foraggiare i governi di quei paesi perchè mantengano la popolazione ignorante e disinformata e tengano aperto il rubinetto del greggio. Poi, quando quei governi sono zeppi di armi ed iniziano a chiedere troppo, si inizia una bella guerra o si rovescia il regime e se ne impone un altro. E la tarantella riprende, sempre uguale.
I nostri governi delle nostre democrazie sono felici che ci si scanni in Medio Oriente, così come sono felici che ci siano le guerre in Africa o la povertà in Sud America. Le aree più ricche del mondo in termini di risorse naturali ed umane, sono anche quelle dove lo sviluppo è ancora un sogno, dove si devasta l'ambiente grazie alle delocalizzazioni industriali, dove si sbriciola la cultura imponendo i nostri valori preconfezionati (ma più sicuri!).
Nel farsi odiare, gli americani sono i primi della classe e non c'è da meravigliarsi. Teniamo duro, continuando così anche noi europei riusciremo prima o poi ad avere il nostro bell'antieuropeismo. Hurrà!
Attenzione, immagini esplicite e violente
L'occidente non ha le palle neppure per fermare l'estremismo islamico. Bisognerebbe generare ricchezza nei paesi del Medio Oriente, ci vorrebbero programmi di cooperazione, fondi per lo sviluppo, acqua. Si dovrebbe rinunciare al petrolio, nazionalizzarlo, ma ciò non si può fare, si fermerebbero le corazzate multinazionali, si fermerebbe la globalizzazione e i ricchi non farebbero più tanti soldi. Allora chi se ne frega se ogni tanto qualche islamico fa un corso rapido di chimica e si fa saltare per strada, l'importante è foraggiare i governi di quei paesi perchè mantengano la popolazione ignorante e disinformata e tengano aperto il rubinetto del greggio. Poi, quando quei governi sono zeppi di armi ed iniziano a chiedere troppo, si inizia una bella guerra o si rovescia il regime e se ne impone un altro. E la tarantella riprende, sempre uguale.
I nostri governi delle nostre democrazie sono felici che ci si scanni in Medio Oriente, così come sono felici che ci siano le guerre in Africa o la povertà in Sud America. Le aree più ricche del mondo in termini di risorse naturali ed umane, sono anche quelle dove lo sviluppo è ancora un sogno, dove si devasta l'ambiente grazie alle delocalizzazioni industriali, dove si sbriciola la cultura imponendo i nostri valori preconfezionati (ma più sicuri!).
Nel farsi odiare, gli americani sono i primi della classe e non c'è da meravigliarsi. Teniamo duro, continuando così anche noi europei riusciremo prima o poi ad avere il nostro bell'antieuropeismo. Hurrà!
Attenzione, immagini esplicite e violente
Errata Corrige
A quanto pare mi ero sbagliato. Fino ad oggi avevo sempre pensato che l'operazione Abu Omar fosse stata condotta da un gruppetto di agenti guidati da Marco Mancini, voglioso di fare "il grande salto" ed iniziare una proficua collaborazione con la CIA a scapito dell'Italia. Non che Mancini non abbia colpe: oltre ad essere l'esecutore degli ordini, restano le dichiarazioni dei vari capi-centro ad inquadrarlo come una persona non esattamente ligia al suo dovere. Tuttavia è un bonzo al confronto dei suoi capi.
Il marcio nell'organizzazione raggiunge i piani alti e straripa dal soffitto, andando a sfiorare (per ora) il doppiopetto di chi so io.
Una registrazione su tutte:
"Sono molto malato e non ho nulla da perdere. In questa storia, preferisco saltare io, piuttosto che far saltare il direttore. Perché se salta il direttore, salta il governo e saltano pure i rapporti con gli americani".
A parlare è il generale Gustavo Pignero; il "direttore" è, chiaramente, Nicolò Pollari; il "governo" è quello del 2003, cioè il governo Berlusconi e gli "americani" sono la CIA e tutto il sistema di sicurezza anti-terrorismo da loro ideato, una trappola per aggirare le leggi nazionali e i diritti umani.
Queste parole sono state registrate dallo stesso Mancini, di fronte al Ferrari Store a Roma, in via Tomacelli, durante un colloquio di un'oretta con il generale Pignero. Si è ficcato una cimice nella giacca ed ha provato ad estorcere qualche dichiarazione al suo interlocutore, quanto bastava per assicurarsi una via di fuga in caso di problemi con la giustizia. E c'è riuscito, a quanto pare: tant'è vero che sono stati revocati i suoi arresti domiciliari e la procura di Milano a cominciato a stringere il cerchio intorno ai vertici del SISMI.
C'è da aggiungere che Mancini sembra essere munito anche di un imponente fattore C: lo stesso giorno della registrazione, Mancini era seguito dalla Digos e il suo telefonino era sotto controllo. Durante la chiacchierata con Pignero, a Mancini squilla il cellulare e la telefonata viene registrata sia dalla cimice sotto la giacca, sia dalla Digos. Insomma, nessun trucco, la conversazione c'è stata e coincide per data ed ora con quelle del pedinamento.
Adesso non ci resta che aspettare qualche altro scaricabarile per dare inizio ai festeggiamenti, tanto, come si dice, più in basso di così non si può andare, si può solo risalire...
Il marcio nell'organizzazione raggiunge i piani alti e straripa dal soffitto, andando a sfiorare (per ora) il doppiopetto di chi so io.
Una registrazione su tutte:
"Sono molto malato e non ho nulla da perdere. In questa storia, preferisco saltare io, piuttosto che far saltare il direttore. Perché se salta il direttore, salta il governo e saltano pure i rapporti con gli americani".
A parlare è il generale Gustavo Pignero; il "direttore" è, chiaramente, Nicolò Pollari; il "governo" è quello del 2003, cioè il governo Berlusconi e gli "americani" sono la CIA e tutto il sistema di sicurezza anti-terrorismo da loro ideato, una trappola per aggirare le leggi nazionali e i diritti umani.
Queste parole sono state registrate dallo stesso Mancini, di fronte al Ferrari Store a Roma, in via Tomacelli, durante un colloquio di un'oretta con il generale Pignero. Si è ficcato una cimice nella giacca ed ha provato ad estorcere qualche dichiarazione al suo interlocutore, quanto bastava per assicurarsi una via di fuga in caso di problemi con la giustizia. E c'è riuscito, a quanto pare: tant'è vero che sono stati revocati i suoi arresti domiciliari e la procura di Milano a cominciato a stringere il cerchio intorno ai vertici del SISMI.
C'è da aggiungere che Mancini sembra essere munito anche di un imponente fattore C: lo stesso giorno della registrazione, Mancini era seguito dalla Digos e il suo telefonino era sotto controllo. Durante la chiacchierata con Pignero, a Mancini squilla il cellulare e la telefonata viene registrata sia dalla cimice sotto la giacca, sia dalla Digos. Insomma, nessun trucco, la conversazione c'è stata e coincide per data ed ora con quelle del pedinamento.
Adesso non ci resta che aspettare qualche altro scaricabarile per dare inizio ai festeggiamenti, tanto, come si dice, più in basso di così non si può andare, si può solo risalire...
17 luglio 2006
Cercasi bilocale luminoso con bunker
Se ancora non avete fatto testamento vi conviene chiamare prima possibile il vostro notaio di fiducia. Dopodichè recatevi al supermercato più vicino, saccheggiate il reparto scatolame, comprate un badile e iniziate a scavare il vostro bunker anti-aereo in giardino. Vi consiglio di inserire nel progetto una toilette, visto che i tempi di permanenza potrebbero essere lunghi.
Stando all'articolo pubblicato da Vittorio Feltri su Libero, siamo pressochè ad un passo dalla distruzione del mondo: questo perchè Hamas ed Hezbollah "aggrediscono Israele e si scopre che la quarta guerra mondiale è qualcosa di più di un incubo notturno riservato a pochi intellettuali pazzoidi e d'estrazione liberale e cattolica".
Porco mondo, stiamo per fare una fine orribile e l'unico che è venuto a dircelo è Feltri? Inoltre perchè nessuno mi ha avvertito che c'è stata anche la terza guerra mondiale? Feltri, perchè non mi hai avvisato anche allora? Chissà che figata che è stata e io me la sono persa.
Ma questa quarta guerra mondiale, quando sarebbe iniziata? Secondo il nostro informatore "quantomeno dall'11 settembre 2001, è scoppiata a tutti gli effetti e fa tremare i polsi a chiunque non sia stolto o rosso, ormai sostanzialmente sinonimi. Israele è sempre di mezzo. Diciamo pure che è il pompelmo della discordia".
Ma non era il "pomo"? Forse è una battuta, ma nel mio stato d'ansia per l'imminente catastrofe non riesco a capirla.
Dobbiamo fare qualcosa, bisogna spargere la voce. Quantomeno per far sì che non passi sotto silenzio come la terza, di cui solo Feltri, Farina e un altro paio di esperti geopolitici conoscono gli accadimenti.
Stando all'articolo pubblicato da Vittorio Feltri su Libero, siamo pressochè ad un passo dalla distruzione del mondo: questo perchè Hamas ed Hezbollah "aggrediscono Israele e si scopre che la quarta guerra mondiale è qualcosa di più di un incubo notturno riservato a pochi intellettuali pazzoidi e d'estrazione liberale e cattolica".
Porco mondo, stiamo per fare una fine orribile e l'unico che è venuto a dircelo è Feltri? Inoltre perchè nessuno mi ha avvertito che c'è stata anche la terza guerra mondiale? Feltri, perchè non mi hai avvisato anche allora? Chissà che figata che è stata e io me la sono persa.
Ma questa quarta guerra mondiale, quando sarebbe iniziata? Secondo il nostro informatore "quantomeno dall'11 settembre 2001, è scoppiata a tutti gli effetti e fa tremare i polsi a chiunque non sia stolto o rosso, ormai sostanzialmente sinonimi. Israele è sempre di mezzo. Diciamo pure che è il pompelmo della discordia".
Ma non era il "pomo"? Forse è una battuta, ma nel mio stato d'ansia per l'imminente catastrofe non riesco a capirla.
Dobbiamo fare qualcosa, bisogna spargere la voce. Quantomeno per far sì che non passi sotto silenzio come la terza, di cui solo Feltri, Farina e un altro paio di esperti geopolitici conoscono gli accadimenti.
16 luglio 2006
Il Re è morto, viva il Re!
Una delle qualità stellari di Silvio Berlusconi, sulla quale i suoi creativi hanno battuto molto durante la campagna elettorale, è la capacità di farsi tutti amici. Ad ogni gitarella fuori porta del Cavaliere i suoi TG, i suoi giornali e "Telecamere" hanno sempre sottolineato il rapporto di profonda stima reciproca che sembrava legare il nostro Presidente del Consiglio agli altri grandi del mondo, in particolare Bush, Putin e Blair. L'apologia del personaggio si compiva regolarmente a forza di vigorose pacche sulle spalle, bevute di vodka con colbacco, grandi sorrisi, flirtaggi con le varie first ladies, sedute di karaoke con l'onnipresente Apicella e meno documentate gare di rutti, ma solo in privato.
Questa apparenza di rapporto privilegiato di Berlusconi con codesti signori ha rovinato spesso il sonno a Sircana e agli altri consiglieri politici di Prodi. Il rischio, in caso di vittoria, era di ritrovarsi a dover allacciare dei rapporti diplomatici con delle persone che avrebbero preferito mille volte una bel falò sulla spiaggia, tornito di canzoni napoletane, ad un trattato di commercio.
Il G8 sanpietroburghese in corso di svolgimento sta volatilizzando i timori della sinistra. Come è sempre accaduto dai tempi dei Merovingi, a sopravvivere è il corpo politico di un governante, mentre il suo corpo fisico può anche essere seppellito e dimenticato in fretta. Gli interessi di Gran Bretagna, Stati Uniti e Russia sono, giustamente, molto più importanti di qualunque legame fraterno possa stabilirsi tra i rappresentanti del popolo. Viene quasi il dubbio che tale fantomatica amicizia non fosse mai esistita, ma, come ogni cosa in politica, fosse solo un mezzo per raggiungere un risultato.
Inoltre, chi come me è stato incline a sudare freddo durante le apparizioni internazionali del Cavaliere, ha anche un altro motivo per andare in sollucchero: finalmente siamo rappresentati da qualcuno di cui non dobbiamo vergognarci. Perlomeno Prodi parla un inglese perfetto e un altro paio di lingue altrettanto bene, perlomeno non lo vedremo mai offrire i suoi servigi di latin lover alla premier finlandese, perlomeno è capace di gestire una crisi internazionale.
L'avete sentita l'ultima? Il Capo del Governo israeliano Olmert ha chiamato ieri Prodi per comunicargli le condizioni di Israele per il cessate il fuoco, condizioni che Prodi ha prontamente girato al Primo Ministro Libanese Fouad Siniora. Secondo voi, se Berlusconi fosse rimasto al potere, Olmert avrebbe fatto finta di sbagliare numero?
Questa apparenza di rapporto privilegiato di Berlusconi con codesti signori ha rovinato spesso il sonno a Sircana e agli altri consiglieri politici di Prodi. Il rischio, in caso di vittoria, era di ritrovarsi a dover allacciare dei rapporti diplomatici con delle persone che avrebbero preferito mille volte una bel falò sulla spiaggia, tornito di canzoni napoletane, ad un trattato di commercio.
Il G8 sanpietroburghese in corso di svolgimento sta volatilizzando i timori della sinistra. Come è sempre accaduto dai tempi dei Merovingi, a sopravvivere è il corpo politico di un governante, mentre il suo corpo fisico può anche essere seppellito e dimenticato in fretta. Gli interessi di Gran Bretagna, Stati Uniti e Russia sono, giustamente, molto più importanti di qualunque legame fraterno possa stabilirsi tra i rappresentanti del popolo. Viene quasi il dubbio che tale fantomatica amicizia non fosse mai esistita, ma, come ogni cosa in politica, fosse solo un mezzo per raggiungere un risultato.
Inoltre, chi come me è stato incline a sudare freddo durante le apparizioni internazionali del Cavaliere, ha anche un altro motivo per andare in sollucchero: finalmente siamo rappresentati da qualcuno di cui non dobbiamo vergognarci. Perlomeno Prodi parla un inglese perfetto e un altro paio di lingue altrettanto bene, perlomeno non lo vedremo mai offrire i suoi servigi di latin lover alla premier finlandese, perlomeno è capace di gestire una crisi internazionale.
L'avete sentita l'ultima? Il Capo del Governo israeliano Olmert ha chiamato ieri Prodi per comunicargli le condizioni di Israele per il cessate il fuoco, condizioni che Prodi ha prontamente girato al Primo Ministro Libanese Fouad Siniora. Secondo voi, se Berlusconi fosse rimasto al potere, Olmert avrebbe fatto finta di sbagliare numero?
15 luglio 2006
NoTaxiArea
Una foto della Regina nel portafoglio, il Times aperto alla pagina della borsa e, alle cinque in punto, tè e sandwiches coi cetriolini. Il tutto mentre, molto compostamente, siedono sulle panchine appena di fronte al numero 10 di Downing Street in attesa che termini la riunione del Primo Ministro con i vertici del sindacato.
Se penso ad uno sciopero di tassisti inglesi, la mia mente stereotipata me lo propone più o meno così, con la musichetta di God save the Queen che passa in sottofondo.
Naturalmente tutto ciò è pura fantasia e credo che gli scioperi d'oltremanica si svolgano più o meno con le stesse modalità dei nostri. Certo è che, però, non si può fare a meno di paragonare, almeno con l'immaginazione, i composti tassisti degli altri paesi con i nostri, ben più cafoni e inclini alla violenza gratuita.
Non avrei mai pensato, prima che iniziassero le proteste per il decreto Bersani, che mi sarei potuto scagliare così contro una categoria di lavoratori, eppure eccomi qua. C'è una profonda differenza tra le proteste che si sono sempre viste in Italia da parte degli addetti al servizio pubblico e quelle di oggi dei tassisti: il rispetto per gli altri. A meno di profondissime crisi sociali, durante gli scioperi passati dei ferrotranvieri, degli addetti agli aeroporti, degli impiegati dei pubblici uffici e quant'altro, il lavoro si interrompeva, si "incrociavano le braccia", ma non si danneggiava volontariamente l'utente o il cittadino in genere.
La cosa mostruosa di questo sciopero (illegale, per giunta) è la volontà di fare danno a chi non c'entra nulla: taxi che camminano a due a due per intralciare il traffico, blocco delle piazze, violenze, insomma di tutto e di più da parte di una categoria che fino ad oggi ha goduto dei benefici dell'impunità.
Se loro, i tassisti, hanno dei presunti diritti, noi cittadini comuni ne abbiamo uno garantito costituzionalmente: la libertà di circolazione. Facciamo sentire la nostra voce e diamoci da fare per far in modo che cessino queste stupide proteste. Facciamo sentire il nostro appoggio alla linea del governo in modo che anche loro sappiano di avere le "spalle coperte".
Il blog Rinascita Nazionale propone uno scipero contro i tassisti: muoviamoci in autobus, in bici, coi pattini, a piedi, in macchina (se proprio non se ne può fare a meno) ma non usiamo il taxi. Facciamogli vedere che anche noi cittadini possiamo fa' un po' de casino per i nostri diritti.
Se penso ad uno sciopero di tassisti inglesi, la mia mente stereotipata me lo propone più o meno così, con la musichetta di God save the Queen che passa in sottofondo.
Naturalmente tutto ciò è pura fantasia e credo che gli scioperi d'oltremanica si svolgano più o meno con le stesse modalità dei nostri. Certo è che, però, non si può fare a meno di paragonare, almeno con l'immaginazione, i composti tassisti degli altri paesi con i nostri, ben più cafoni e inclini alla violenza gratuita.
Non avrei mai pensato, prima che iniziassero le proteste per il decreto Bersani, che mi sarei potuto scagliare così contro una categoria di lavoratori, eppure eccomi qua. C'è una profonda differenza tra le proteste che si sono sempre viste in Italia da parte degli addetti al servizio pubblico e quelle di oggi dei tassisti: il rispetto per gli altri. A meno di profondissime crisi sociali, durante gli scioperi passati dei ferrotranvieri, degli addetti agli aeroporti, degli impiegati dei pubblici uffici e quant'altro, il lavoro si interrompeva, si "incrociavano le braccia", ma non si danneggiava volontariamente l'utente o il cittadino in genere.
La cosa mostruosa di questo sciopero (illegale, per giunta) è la volontà di fare danno a chi non c'entra nulla: taxi che camminano a due a due per intralciare il traffico, blocco delle piazze, violenze, insomma di tutto e di più da parte di una categoria che fino ad oggi ha goduto dei benefici dell'impunità.
Se loro, i tassisti, hanno dei presunti diritti, noi cittadini comuni ne abbiamo uno garantito costituzionalmente: la libertà di circolazione. Facciamo sentire la nostra voce e diamoci da fare per far in modo che cessino queste stupide proteste. Facciamo sentire il nostro appoggio alla linea del governo in modo che anche loro sappiano di avere le "spalle coperte".
Il blog Rinascita Nazionale propone uno scipero contro i tassisti: muoviamoci in autobus, in bici, coi pattini, a piedi, in macchina (se proprio non se ne può fare a meno) ma non usiamo il taxi. Facciamogli vedere che anche noi cittadini possiamo fa' un po' de casino per i nostri diritti.
14 luglio 2006
Che dormano tranquilli
In casi come questi, a Roma, si dice che è andata di lusso. Secondo il mio modestissimo parere, le sentenze sullo scandalo calcio sono state fin troppo clementi per quella che doveva essere la loro funzione principale: dare l'esempio.
Questa sera, molti dirigenti del pallone si libereranno dalla schiavitù da sonniferi e si abbandoneranno finalmente ad un meritato sonno ristoratore. Checchè ne dicano, sono tutti contenti. Prima fra tutti la Juventus, graziata dalla serie C e forse, visto che vi sarà il ricorso in appello, anche con meno di 30 punti di penalità. Al secondo posto il Milan, addirittura in serie A e con una stagione di purgatorio nelle zone centrali della classifica. Lazio e Fiorentina possono starci: un anno in B sicuro come la morte, ma con così pochi punti di penalità da rendere possibile il riaggancio della serie maggiore entro l'anno.
Le persone imputate se la cavano con qualche osso rotto, ma niente di irreparabile.
Una nota di colore (rosa): stamattina la Gazzetta aveva già pubblicato tutte le sentenze con una precisione quasi sospetta. Le cose sono due: o la Gazzetta ha un gran culo, oppure i suoi redattori sono tutti esperti cabalisti. Oppure è stata informata per vie traverse e con largo anticipo. Chi può dirlo.
Nel frattempo, a pochi minuti dall'uscita ufficiale delle sentenze, già si è formata la fila per i commenti inutili e/o cretini: la palma d'oro credo spetti di diritto all'On. Maroni, secondo il quale si tratta di "un atto di ritorsione verso il Milan, ora speriamo nell'appello". Pure?
Questa sera, molti dirigenti del pallone si libereranno dalla schiavitù da sonniferi e si abbandoneranno finalmente ad un meritato sonno ristoratore. Checchè ne dicano, sono tutti contenti. Prima fra tutti la Juventus, graziata dalla serie C e forse, visto che vi sarà il ricorso in appello, anche con meno di 30 punti di penalità. Al secondo posto il Milan, addirittura in serie A e con una stagione di purgatorio nelle zone centrali della classifica. Lazio e Fiorentina possono starci: un anno in B sicuro come la morte, ma con così pochi punti di penalità da rendere possibile il riaggancio della serie maggiore entro l'anno.
Le persone imputate se la cavano con qualche osso rotto, ma niente di irreparabile.
Una nota di colore (rosa): stamattina la Gazzetta aveva già pubblicato tutte le sentenze con una precisione quasi sospetta. Le cose sono due: o la Gazzetta ha un gran culo, oppure i suoi redattori sono tutti esperti cabalisti. Oppure è stata informata per vie traverse e con largo anticipo. Chi può dirlo.
Nel frattempo, a pochi minuti dall'uscita ufficiale delle sentenze, già si è formata la fila per i commenti inutili e/o cretini: la palma d'oro credo spetti di diritto all'On. Maroni, secondo il quale si tratta di "un atto di ritorsione verso il Milan, ora speriamo nell'appello". Pure?
Che tramino, che tramino, che tramino...
Li ho sentiti solo io i congiuntivi sbagliati o li ha detti davvero? Boh, la mia memoria grammaticale fa un po' acqua. Comunque sia la colpa è della foga del momento, sicuramente in condizioni normali e con un discorso scritto da qualcun altro non avrebbe mai sbagliato.
Ho deciso di far rivedere questo video perchè è probabile che sentiremo ancora delle dichiarazioni deliranti come queste se la sentenza sullo scandalo calcio andrà come dico io. Berlusconi ha deciso, per ora, di svestire i panni dell'ex proprietario del paese per indossare quelli del neo proprietario del Milan e difendere gli interessi (suoi!) dei tifosi. "E' giusto che paghino i veri responsabili dei reati sportivi, i dirigenti e gli arbitri" ha già dichiarato, misconoscendo sia Meani che Galliani, e pensare che quest'ultimo l'aveva aiutato anche nella creazione di Forza Italia; è proprio vero che in amore e in guerra tutto è permesso.
Francesco Saverio Borrelli ha risposto a tono alle parole del Silvio Nazionale affermando che: "Anche se mi accendo una sigaretta Berlusconi pensa che lo faccio contro Forza Italia o contro il Milan", si sapeva, l'unica novità è che Borrelli fuma. Il Commissario Guido Rossi è stato ancora più netto: "A me quello che dice Berlusconi non interessa". Questa dichiarazione, mi fa venire in mente una cosa: che fino ad oggi tutti quanti si erano dimenticati che, effettivamente, il primo amore di Berlusconi è stato proprio il Milan e non la politica. Da quando ha iniziato la sua parabola governativa, però, si è lentamente disinteressato delle questioni rossonere per inseguire quelle più pressanti di evitare la galera. Adesso che non può che rassegnarsi a questo dorato esilio, per passare il tempo non gli resta che il suo hobby e, chiaramente, la nostra speranza è che gli faccia scordare le soddisfazioni della politica e gli dia qualche bella gatta da pelare. Qualcosa che lo costringa a "scendere in campo" da quelle parti e dimenticarsi della parentesi romana della sua vita. In fondo i tifosi del Milan non saranno mai numerosi come gli accoliti di Forza Italia, no?
13 luglio 2006
Poveri ma allegri
Sembra esista un rapporto inverso tra la ricchezza di un paese e la felicità dei suoi abitanti, almeno stando alla classifica internazionale pubblicata ieri sul sito del Corriere. Al primo posto in assoluto abbiamo l'arcipelago delle Vanuatu, un piccolo gruppo di isole nella Melanesia corrispondenti alle Nuove Ebridi. Questo allegro paese occupa il 128° posto nella classifica dello sviluppo umano ed ha un tasso di analfabetizzazione del 34%, mentre il suo PNL pro capite è più o meno un ventesimo del nostro. Dal secondo al decimo posto troviamo molti altri paesi classificati come in via di sviluppo: Colombia, Costa Rica, Dominica, Panama, Cuba, Honduras, Guatemala, El Salvador, Saint Vincent and Grenadines.
Il primo paese "europeo" che incontriamo nella classifica è Malta, al 40° posto. Il nostro "bel paese" è al 66° posto, tra la Svizzera e l'Iran. Di certo non un gran risultato, eppure siamo al primo posto al mondo per numero di cellulari e di televisori, dovremmo sprizzare gioia da ogni poro! Invece non è così, siamo un popolo sostanzialmente triste, così come molti altri nostri cugini tecnologizzati e ricchi. Quindi tanti gadgets non danno la felicità, e neppure tanti reality show, e tantomeno ne danno i fast food e i megastore... ... ... Notato nulla di strano?
Forse sto un po' esagerando, ma il 90% delle cose che noi abbiamo in Italia e che non danno la felicità le abbiamo importate dagli USA. Tutti i simboli del progresso e della ricchezza dei singoli che ci ritroviamo in giro per casa o nelle strade sono oggetti, se non americani, perlomeno d'ispirazione d'oltreatlantico. Non da ultima la nuova moda dei SUV e delle megaville sul mare.
Evidentemente non abbiamo capito nulla. Stiamo prendendo a modello uno dei paesi più tristi del pianeta, mi stupisco che a New York riescano ancora ad andare in giro senza mettersi a piangere per strada. Sapete che posto occupano i nostri cugini d'America nella classifica? Sono relegati al 150° posto su 180 paesi in totale, vi rendete conto?
Dopo di loro ci sono solo una manciata di stati africani nei quali l'aspettativa di vita è ancorata a due secoli fa e dove i bambini giocano con i kalashnikov; dopo gli USA ci sono paesi come il Rwanda e il Sudan! In Nigeria sono più felici che a Las Vegas! Riuscite a crederci?
Il primo paese "europeo" che incontriamo nella classifica è Malta, al 40° posto. Il nostro "bel paese" è al 66° posto, tra la Svizzera e l'Iran. Di certo non un gran risultato, eppure siamo al primo posto al mondo per numero di cellulari e di televisori, dovremmo sprizzare gioia da ogni poro! Invece non è così, siamo un popolo sostanzialmente triste, così come molti altri nostri cugini tecnologizzati e ricchi. Quindi tanti gadgets non danno la felicità, e neppure tanti reality show, e tantomeno ne danno i fast food e i megastore... ... ... Notato nulla di strano?
Forse sto un po' esagerando, ma il 90% delle cose che noi abbiamo in Italia e che non danno la felicità le abbiamo importate dagli USA. Tutti i simboli del progresso e della ricchezza dei singoli che ci ritroviamo in giro per casa o nelle strade sono oggetti, se non americani, perlomeno d'ispirazione d'oltreatlantico. Non da ultima la nuova moda dei SUV e delle megaville sul mare.
Evidentemente non abbiamo capito nulla. Stiamo prendendo a modello uno dei paesi più tristi del pianeta, mi stupisco che a New York riescano ancora ad andare in giro senza mettersi a piangere per strada. Sapete che posto occupano i nostri cugini d'America nella classifica? Sono relegati al 150° posto su 180 paesi in totale, vi rendete conto?
Dopo di loro ci sono solo una manciata di stati africani nei quali l'aspettativa di vita è ancorata a due secoli fa e dove i bambini giocano con i kalashnikov; dopo gli USA ci sono paesi come il Rwanda e il Sudan! In Nigeria sono più felici che a Las Vegas! Riuscite a crederci?
12 luglio 2006
Bello de mamma!
"Non provo altro che disprezzo per Materazzi e se le cose che ha detto sono vere, allora voglio i suoi genitali su un piatto".
Alla faccia dell'amore materno! A parlare è Malika Zidane, mamma di Zinedine, intervistata da "The Mirror". Una persona maliziosa potrebbe dire che adesso si spiegano molte cose.
Questa è solo l'ultima delle dichiarazioni dei familiari del francese sulla faccenda della testata a Materazzi. Tutta la famiglia e i compagni di squadra hanno fatto quadrato intorno al loro eroe. "Sappiamo tutti come sono fatti gli italiani, fanno sempre così. Quando sentono che stanno subendo, provocano. Quando ho visto Zidane andarsene così, avrei voluto spaccare la faccia a Materazzi. A volte un giocatore fa il furbo, dicendo cose per le quali vorresti ucciderlo. Gli italiani barano, ma non possiamo farci nulla", parola di Gallas, difensore. Il cugino di Zidane afferma che sicuramente Materazzi ha detto che Zinedine sarebbe "un figlio di un Harkis". Sicuramente. Non ci sono dubbi.
Questa sera Zidane darà la sua versione ufficiale dei fatti a Canal Plus, alle 20. Speriamo che getti acqua sul fuoco e dimostri di non essere quel teppista che appare dai video. Per ora le dichiarazioni deliranti dei francesi si sprecano: leviamo la coppa agli italiani, gli italiani hanno barato, hanno rubato, Materazzi è un bastardo, Macellazzi secondo Le Figaro.
La mia idea su tutta questa storia è questa:
sicuramente Materazzi ha offesa la nonna, la zia e tutta la famiglia Zidane dandogli del terrorista, dell'Harkis e anche qualche altro nomignolo (perchè non Kapò a questo punto?). Ma ciò giustifica sul serio una testata da parte di un giocatore dell'esperienza di Zidane? Un giocatore che ha giocato in Italia, che si è già incontrato con Materazzi sul campo? Se è vero che noi italiani facciamo sempre così, allora Zidane dovrebbe esserci abituato e reagire di conseguenza, cioè ignorando le provocazioni.
La verità è che Zidane non è esattamente un agnellino, ricorda più un ariete: visti anche i precendenti, sembra avere una propensione a farsi rispettare incornando gli avversari.
Ultimo appunto: chi ha giocato a calcio o a calcetto lo sa benissimo che durante le partite ci si insulta e ci si offende anche tra amici, figurarsi tra avversari. Io personalmente devo aver spedito all'inferno un centinaio di volte tutti i parenti e i vicini di casa dei giocatori della squadra avversaria e quanche volta anche della mia. Con questo non voglio giustificare le azioni di Materazzi, che avrebbe fatto meglio a stare zitto, ma non si può permettere che si santifichi Zidane, perchè quello che ha fatto è e resterà gravissimo anche dopo le sue dichiarazioni ufficiali.
Alla faccia dell'amore materno! A parlare è Malika Zidane, mamma di Zinedine, intervistata da "The Mirror". Una persona maliziosa potrebbe dire che adesso si spiegano molte cose.
Questa è solo l'ultima delle dichiarazioni dei familiari del francese sulla faccenda della testata a Materazzi. Tutta la famiglia e i compagni di squadra hanno fatto quadrato intorno al loro eroe. "Sappiamo tutti come sono fatti gli italiani, fanno sempre così. Quando sentono che stanno subendo, provocano. Quando ho visto Zidane andarsene così, avrei voluto spaccare la faccia a Materazzi. A volte un giocatore fa il furbo, dicendo cose per le quali vorresti ucciderlo. Gli italiani barano, ma non possiamo farci nulla", parola di Gallas, difensore. Il cugino di Zidane afferma che sicuramente Materazzi ha detto che Zinedine sarebbe "un figlio di un Harkis". Sicuramente. Non ci sono dubbi.
Questa sera Zidane darà la sua versione ufficiale dei fatti a Canal Plus, alle 20. Speriamo che getti acqua sul fuoco e dimostri di non essere quel teppista che appare dai video. Per ora le dichiarazioni deliranti dei francesi si sprecano: leviamo la coppa agli italiani, gli italiani hanno barato, hanno rubato, Materazzi è un bastardo, Macellazzi secondo Le Figaro.
La mia idea su tutta questa storia è questa:
sicuramente Materazzi ha offesa la nonna, la zia e tutta la famiglia Zidane dandogli del terrorista, dell'Harkis e anche qualche altro nomignolo (perchè non Kapò a questo punto?). Ma ciò giustifica sul serio una testata da parte di un giocatore dell'esperienza di Zidane? Un giocatore che ha giocato in Italia, che si è già incontrato con Materazzi sul campo? Se è vero che noi italiani facciamo sempre così, allora Zidane dovrebbe esserci abituato e reagire di conseguenza, cioè ignorando le provocazioni.
La verità è che Zidane non è esattamente un agnellino, ricorda più un ariete: visti anche i precendenti, sembra avere una propensione a farsi rispettare incornando gli avversari.
Ultimo appunto: chi ha giocato a calcio o a calcetto lo sa benissimo che durante le partite ci si insulta e ci si offende anche tra amici, figurarsi tra avversari. Io personalmente devo aver spedito all'inferno un centinaio di volte tutti i parenti e i vicini di casa dei giocatori della squadra avversaria e quanche volta anche della mia. Con questo non voglio giustificare le azioni di Materazzi, che avrebbe fatto meglio a stare zitto, ma non si può permettere che si santifichi Zidane, perchè quello che ha fatto è e resterà gravissimo anche dopo le sue dichiarazioni ufficiali.
11 luglio 2006
L'ultima dei Padani
"Onorevole Calderoli, dove vedrà la partita domenica?" "Quale partita?".
Dev'essersi svolto più o meno così il breve dialogo tra un giornalista curioso e l'ex-Ministro per gli Affari Padani alla vigilia della finale di coppa del mondo. Difficile pensare che Calderoli non sapesse che l'Italia si stava giocando il tutto e per tutto contro la Francia, più facile ipotizzare un disinteresse "politico" alla faccenda. Per i Padani, questa finale, è stata un vero cruccio: chi ha detto che l'avrebbe vista, chi no, chi addirittura che avrebbe tifato per l'Italia, chi cercava di sviare il discorso e chi manifestava superiorità al gretto gioco del pallone. Chi più chi meno, insomma, tutti aspettavano il risultato, pronti a dare addosso agli italiani beceri in caso di sconfitta e ancora più pronti ad esaltare l'apporto lumbard alla squadra in caso di vittoria.
Vittoria fu. Il durissimo padano si è riscoperto caciarone italiano, recuperando dal cesso il tricolore e rinfrescandosi la memoria per cantare "Fratelli d'Italia".
Incoerenza? Sicuramente sì, ma, diciamoci la verità, nessuno si aspetta mai troppo dai padani, presi in questo periodo anche da enormi problemi esistenziali per il futuro del movimento. Che sia la volta buona che smettano di parlare di secessioni, terroni, e orgoglio padano? Speriamo. Nel frattempo, i commenti sulla vittoria si sprecano, primo fra tutti proprio quello di Calderoli, al quale, come per incanto, non solo è tornata la memoria ma anche un pizzico di orgoglio italico.
Solo che Calderoli non è certo un poeta, nè tantomeno un fine politico, inoltre è anche razzista. Quello che doveva essere un gesto di grande dimostrazione d'affetto per la nostra nazionale si è trasformato in un incidente diplomatico tra la Francia e l'Italia:
"Quella di Berlino è una vittoria della nostra identità, dove una squadra che ha schierato lombardi, campani, veneti o calabresi, ha vinto contro una squadra che ha perso, immolando per il risultato la propria identità, schierando negri, islamici e comunisti".
Grazie Calderoli, tanto per cambiare hai dimostrato di essere uno xenofobo di prim'ordine, complimenti. Forse era meglio se restavi padano, almeno non mi sarei dovuto vergognare, come italiano, di quello che hai detto!
PS:
i giocatori erano in maglietta, calzoncini corti e calzettoni. Da cosa l'avresti capito che sono comunisti?
Dev'essersi svolto più o meno così il breve dialogo tra un giornalista curioso e l'ex-Ministro per gli Affari Padani alla vigilia della finale di coppa del mondo. Difficile pensare che Calderoli non sapesse che l'Italia si stava giocando il tutto e per tutto contro la Francia, più facile ipotizzare un disinteresse "politico" alla faccenda. Per i Padani, questa finale, è stata un vero cruccio: chi ha detto che l'avrebbe vista, chi no, chi addirittura che avrebbe tifato per l'Italia, chi cercava di sviare il discorso e chi manifestava superiorità al gretto gioco del pallone. Chi più chi meno, insomma, tutti aspettavano il risultato, pronti a dare addosso agli italiani beceri in caso di sconfitta e ancora più pronti ad esaltare l'apporto lumbard alla squadra in caso di vittoria.
Vittoria fu. Il durissimo padano si è riscoperto caciarone italiano, recuperando dal cesso il tricolore e rinfrescandosi la memoria per cantare "Fratelli d'Italia".
Incoerenza? Sicuramente sì, ma, diciamoci la verità, nessuno si aspetta mai troppo dai padani, presi in questo periodo anche da enormi problemi esistenziali per il futuro del movimento. Che sia la volta buona che smettano di parlare di secessioni, terroni, e orgoglio padano? Speriamo. Nel frattempo, i commenti sulla vittoria si sprecano, primo fra tutti proprio quello di Calderoli, al quale, come per incanto, non solo è tornata la memoria ma anche un pizzico di orgoglio italico.
Solo che Calderoli non è certo un poeta, nè tantomeno un fine politico, inoltre è anche razzista. Quello che doveva essere un gesto di grande dimostrazione d'affetto per la nostra nazionale si è trasformato in un incidente diplomatico tra la Francia e l'Italia:
"Quella di Berlino è una vittoria della nostra identità, dove una squadra che ha schierato lombardi, campani, veneti o calabresi, ha vinto contro una squadra che ha perso, immolando per il risultato la propria identità, schierando negri, islamici e comunisti".
Grazie Calderoli, tanto per cambiare hai dimostrato di essere uno xenofobo di prim'ordine, complimenti. Forse era meglio se restavi padano, almeno non mi sarei dovuto vergognare, come italiano, di quello che hai detto!
PS:
i giocatori erano in maglietta, calzoncini corti e calzettoni. Da cosa l'avresti capito che sono comunisti?
10 luglio 2006
Bravò, bravò!
Tanto di cappello al buon Materazzi. E' vero che ha procurato il rigore alla Francia nei primi minuti di gioco, grazie soprattutto alle sue movenze da pachiderma più che ad un fallo vero e proprio, ma è stato senza ombra di dubbio il salvatore dell'Italia.
Ha segnato il gol, ha segnato il rigore, ma soprattutto ci ha tolto di mezzo l'asso di Francia, il vecchio Zidane. Cosa gli abbia sussurrato non si sa, il Guardian dice che Materazzi avrebbe apostrofato l'algerino con il termine "terrorista". Io sono convinto che più che di terrorismo si fosse trattato di qualche commento molto poco gentile sulla nonna o, peggio, sulla mamma. Comunque chissà, forse dal labiale del nostro eroe potremo capire qual'è la molla che fa venire i 5 minuti a Zidane; ad averlo scoperto prima ci saremmo risparmiati le sofferenze agli europei.
Insomma ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto la nostra quarta coppa del mondo. Ieri notte, Roma sembrava invasa da una frotta di cavallette accaldate: tutti che si spogliavano, che si tuffavano nelle fontane, che si accalcavano l'uno sull'altro tra uno sventolìo continuo di bandiere e un "Fratelli d'Italia". I coretti contro i francesi si sprecavano. Io ero lì in mezzo, non saprei dire esattamente dove; sicuramente mi trovavo in un'area compresa tra il tropico del cancro e il circolo polare, un po' spostato sulla sinistra, dietro a quello con i fumogeni.
Oggi mi riposo, me lo sono meritato.
Non me la sento neppure di infierire contro chicchessia... però, c'è un però. Una perla da raccontare ci sarebbe, molto gustosa in effetti. Non dovrei... ... ... E va bene, la trascrivo, però non la commento, giuro!
Tratto da La Padania:
Domenica sera tiferò Italia.
Sono un padano doc da venti generazioni, leghista da sempre, e tiferò Italia.[...] Ho sempre avuto il massimo rispetto per le opinioni di tutti, anche per le posizioni più radicali. Non considero l’estremismo una malattia infantile dell’ideologismo, in politica far la voce grossa spesso - purtroppo - è l’unico modo per ottenere ciò per cui si lotta. Ma francamente non riesco a capire quale vantaggio sul piano politico si possa ricevere dal tifare contro la squadra italiana: per fare un dispetto a Prodi? Perché così si raggiunge prima il federalismo? Una sorta di ritorsione dispettosa per l’esito del referendum sulla devolution? Andiamo... Il mondo del calcio è già troppo contaminato dalla politica, per una volta lasciamolo in pace!
Ma se proprio qualcuno tra i miei compagni di avventura non riesce a fare a meno di buttarla in politica, gli chiedo: tu leghista fai il tifo per la Francia? Per il Paese più centralista d’Europa? Per quello che ha le regole più blande sull’immigrazione clandestina? Per quello che da sempre boicotta i prodotti delle terre padane, vino e formaggio in particolare?
ROBERTO MARONI
Ha segnato il gol, ha segnato il rigore, ma soprattutto ci ha tolto di mezzo l'asso di Francia, il vecchio Zidane. Cosa gli abbia sussurrato non si sa, il Guardian dice che Materazzi avrebbe apostrofato l'algerino con il termine "terrorista". Io sono convinto che più che di terrorismo si fosse trattato di qualche commento molto poco gentile sulla nonna o, peggio, sulla mamma. Comunque chissà, forse dal labiale del nostro eroe potremo capire qual'è la molla che fa venire i 5 minuti a Zidane; ad averlo scoperto prima ci saremmo risparmiati le sofferenze agli europei.
Insomma ce l'abbiamo fatta, abbiamo vinto la nostra quarta coppa del mondo. Ieri notte, Roma sembrava invasa da una frotta di cavallette accaldate: tutti che si spogliavano, che si tuffavano nelle fontane, che si accalcavano l'uno sull'altro tra uno sventolìo continuo di bandiere e un "Fratelli d'Italia". I coretti contro i francesi si sprecavano. Io ero lì in mezzo, non saprei dire esattamente dove; sicuramente mi trovavo in un'area compresa tra il tropico del cancro e il circolo polare, un po' spostato sulla sinistra, dietro a quello con i fumogeni.
Oggi mi riposo, me lo sono meritato.
Non me la sento neppure di infierire contro chicchessia... però, c'è un però. Una perla da raccontare ci sarebbe, molto gustosa in effetti. Non dovrei... ... ... E va bene, la trascrivo, però non la commento, giuro!
Tratto da La Padania:
Domenica sera tiferò Italia.
Sono un padano doc da venti generazioni, leghista da sempre, e tiferò Italia.[...] Ho sempre avuto il massimo rispetto per le opinioni di tutti, anche per le posizioni più radicali. Non considero l’estremismo una malattia infantile dell’ideologismo, in politica far la voce grossa spesso - purtroppo - è l’unico modo per ottenere ciò per cui si lotta. Ma francamente non riesco a capire quale vantaggio sul piano politico si possa ricevere dal tifare contro la squadra italiana: per fare un dispetto a Prodi? Perché così si raggiunge prima il federalismo? Una sorta di ritorsione dispettosa per l’esito del referendum sulla devolution? Andiamo... Il mondo del calcio è già troppo contaminato dalla politica, per una volta lasciamolo in pace!
Ma se proprio qualcuno tra i miei compagni di avventura non riesce a fare a meno di buttarla in politica, gli chiedo: tu leghista fai il tifo per la Francia? Per il Paese più centralista d’Europa? Per quello che ha le regole più blande sull’immigrazione clandestina? Per quello che da sempre boicotta i prodotti delle terre padane, vino e formaggio in particolare?
ROBERTO MARONI
09 luglio 2006
Le porga la chioma
Rapidissimo post.
In bocca al lupo alla squadra e a Lippi per la finale, facciamo vedere ai francesi che ci ricordiamo come si prende a calci una palla. E inoltre vorrei stringere virtualmente la mano a tutti quelli che, come me, questa sera suderanno sette camicie davanti al televisore o maxischermo che sia. Coraggio! Coraggio! sono solo 90 minuti di passione!
Non ho molto altro da aggiungere.
Tranne una cosa, alla faccia del Nano di Arcore e dei suoi accoliti:
FORZA ITALIAAAAAA!!!
PS:
Bossi & Co., per favore, chiudete la porta del buco quando vi rintanate stasera, è una riunione per soli italiani.
In bocca al lupo alla squadra e a Lippi per la finale, facciamo vedere ai francesi che ci ricordiamo come si prende a calci una palla. E inoltre vorrei stringere virtualmente la mano a tutti quelli che, come me, questa sera suderanno sette camicie davanti al televisore o maxischermo che sia. Coraggio! Coraggio! sono solo 90 minuti di passione!
Non ho molto altro da aggiungere.
Tranne una cosa, alla faccia del Nano di Arcore e dei suoi accoliti:
FORZA ITALIAAAAAA!!!
PS:
Bossi & Co., per favore, chiudete la porta del buco quando vi rintanate stasera, è una riunione per soli italiani.
08 luglio 2006
Tutta la verità, nient'atro che la verità
Sembra che Renato Farina abbia confessato. Almeno stando ai titoli di molti quotidiani, ma cosa abbia effettivamente detto al tavolo dell'interrogatorio non possiamo saperlo. I verbali sono stati, giustamente, secretati.
Quello che è certo è che qualcosa inizia a scricchiolare. Le dichiarazioni di D'Ambrosio (ex capo-centro del SISMI a Milano) sulle mire alla 007 di Mancini hanno cominciato a mettere in luce se non il quadro accusatorio, perlomeno quello clinico:
"Nell'autunno 2002, Bob Lady mi disse che Mancini, più di una volta, si era offerto alla Cia come agente doppio. Cioè di poter continuare a operare nel Sismi, ma in realtà facendolo nell'interesse della Cia. Lady mi disse che esisteva traccia di tutto questo nel sistema informatico dell'Agenzia e aggiunse che la Cia aveva rifiutato questa offerta per un duplice motivo: da un lato temevano che fosse una provocazione, dall'altro temevano che Mancini fosse un personaggio troppo venale".
Quadro clinico che è andato via via peggiorando dopo le dichiarazioni di Sergio Federico, ex capo-centro di Trieste:
"Mancini coordinava tutti i capi-centro Sismi del Nord Italia e ci convocò a rapporto a Bologna. Mi prese in disparte e mi fece un discorso riservato. Mi disse che aveva bisogno di poter fare affidamento assoluto sui suoi capi-centro. In particolare, mi disse che tale disponibilità doveva essere estesa ad attività "non ortodosse" e mi chiese se io fossi disponibile".
In tutto questo intreccio internazionale, con spie doppiogiochiste, operazioni segrete e stilografiche che diventano elicotteri, cosa c'entra Renato Farina, detto il "Betulla"? Un uomo che anche fisicamente (un "corpaccione" il suo, così dice) non ricorda certo James Bond, nè quello di Connery nè quello di Moore. Non un uomo d'azione, senza dubbio: in tutte le sue molteplici apparizioni televisive non credo di avergli visto muovere niente oltre la bocca, mentre parlava.
Eppure qualcosa c'entra. Tant'è vero che è stato interrogato ed ha pure confessato. E' addirittura presente in alcune intercettazioni telefoniche:
Pollari (D) parla con Pio Pompa (P), il contatto di "Betulla", alle 13.26 del 22 maggio, tre ore e mezza prima che Farina entri al palazzo di giustizia per un'intervista al giudice Spataro che aveva come scopo quello di sondare a che punto era l'inchiesta.
P: "Direttore, Betulla si incontra alle 17 con il titolare di Milano. E' una cosa importante".
D: "Perché?"
P: "Si incontra perché gli ha accordato di vederlo sulla questione famosa. Dopo ci risentiamo in modo che gli ponga pure qualche domanda che ci può essere utile".
D: "Si, ma lui sa cosa dire?"
P: "Sa cosa dire, ma è il caso... che si ripassi la lezione insieme a noi"
D: "Certo, certo".
Dopo averlo interrogato per 7 ore (l'ANSA dice 5, ma comunque...), oggi il vicedirettore del giornale di Berlusconi si sente in dovere di giustificare le sue azioni a Vittorio Feltri. Azioni mosse, secondo lui, dalla constatazione del pericolo in cui l'Italia si trova:
"Quando è cominciata la quarta guerra mondiale, quella scatenata da Osama Bin Laden in nome dell'islam contro l'Occidente crociato ed ebreo, ero animato da propositi eroici [...] Anche stavolta, dal 2001 a oggi, anzi ieri (se c'è un domani dipende se mi credi), mi sono comportato alla mia maniera: alè, in battaglia. Stavolta sono stato esaudito, ma così no, così è troppo pesante. Non mi sono rotto una gamba, non ho avuto bucato il polmone da una scheggia di piombo, ma è stato amputato il mio onore".
Non me la sento di mettere in dubbio l'onestà intellettuale di una persona, non prima che l'inchiesta sia conclusa. Però che egli potesse disporre di informazioni riservate è fin troppo lampante: insomma, come ha fatto Farina a venire a conoscenza di ben due (2) guerre mondiali rimaste totalmente segrete fino ad oggi? Chi gliel'ha detto? Da chi ha ottentuto queste rivelazioni? Che abbia confessato anche questo?
Le dichiarazioni e le intercettazioni sono tratte dal sito di La Repubblica che ha pubblicato un dossier sul caso
Quello che è certo è che qualcosa inizia a scricchiolare. Le dichiarazioni di D'Ambrosio (ex capo-centro del SISMI a Milano) sulle mire alla 007 di Mancini hanno cominciato a mettere in luce se non il quadro accusatorio, perlomeno quello clinico:
"Nell'autunno 2002, Bob Lady mi disse che Mancini, più di una volta, si era offerto alla Cia come agente doppio. Cioè di poter continuare a operare nel Sismi, ma in realtà facendolo nell'interesse della Cia. Lady mi disse che esisteva traccia di tutto questo nel sistema informatico dell'Agenzia e aggiunse che la Cia aveva rifiutato questa offerta per un duplice motivo: da un lato temevano che fosse una provocazione, dall'altro temevano che Mancini fosse un personaggio troppo venale".
Quadro clinico che è andato via via peggiorando dopo le dichiarazioni di Sergio Federico, ex capo-centro di Trieste:
"Mancini coordinava tutti i capi-centro Sismi del Nord Italia e ci convocò a rapporto a Bologna. Mi prese in disparte e mi fece un discorso riservato. Mi disse che aveva bisogno di poter fare affidamento assoluto sui suoi capi-centro. In particolare, mi disse che tale disponibilità doveva essere estesa ad attività "non ortodosse" e mi chiese se io fossi disponibile".
In tutto questo intreccio internazionale, con spie doppiogiochiste, operazioni segrete e stilografiche che diventano elicotteri, cosa c'entra Renato Farina, detto il "Betulla"? Un uomo che anche fisicamente (un "corpaccione" il suo, così dice) non ricorda certo James Bond, nè quello di Connery nè quello di Moore. Non un uomo d'azione, senza dubbio: in tutte le sue molteplici apparizioni televisive non credo di avergli visto muovere niente oltre la bocca, mentre parlava.
Eppure qualcosa c'entra. Tant'è vero che è stato interrogato ed ha pure confessato. E' addirittura presente in alcune intercettazioni telefoniche:
Pollari (D) parla con Pio Pompa (P), il contatto di "Betulla", alle 13.26 del 22 maggio, tre ore e mezza prima che Farina entri al palazzo di giustizia per un'intervista al giudice Spataro che aveva come scopo quello di sondare a che punto era l'inchiesta.
P: "Direttore, Betulla si incontra alle 17 con il titolare di Milano. E' una cosa importante".
D: "Perché?"
P: "Si incontra perché gli ha accordato di vederlo sulla questione famosa. Dopo ci risentiamo in modo che gli ponga pure qualche domanda che ci può essere utile".
D: "Si, ma lui sa cosa dire?"
P: "Sa cosa dire, ma è il caso... che si ripassi la lezione insieme a noi"
D: "Certo, certo".
Dopo averlo interrogato per 7 ore (l'ANSA dice 5, ma comunque...), oggi il vicedirettore del giornale di Berlusconi si sente in dovere di giustificare le sue azioni a Vittorio Feltri. Azioni mosse, secondo lui, dalla constatazione del pericolo in cui l'Italia si trova:
"Quando è cominciata la quarta guerra mondiale, quella scatenata da Osama Bin Laden in nome dell'islam contro l'Occidente crociato ed ebreo, ero animato da propositi eroici [...] Anche stavolta, dal 2001 a oggi, anzi ieri (se c'è un domani dipende se mi credi), mi sono comportato alla mia maniera: alè, in battaglia. Stavolta sono stato esaudito, ma così no, così è troppo pesante. Non mi sono rotto una gamba, non ho avuto bucato il polmone da una scheggia di piombo, ma è stato amputato il mio onore".
Non me la sento di mettere in dubbio l'onestà intellettuale di una persona, non prima che l'inchiesta sia conclusa. Però che egli potesse disporre di informazioni riservate è fin troppo lampante: insomma, come ha fatto Farina a venire a conoscenza di ben due (2) guerre mondiali rimaste totalmente segrete fino ad oggi? Chi gliel'ha detto? Da chi ha ottentuto queste rivelazioni? Che abbia confessato anche questo?
Le dichiarazioni e le intercettazioni sono tratte dal sito di La Repubblica che ha pubblicato un dossier sul caso
06 luglio 2006
FORCES
Vittorio Feltri - direttore di Libero
Antonio Martino - ex Ministro della difesa
Giordano Bruno Guerri - direttore dell'Indipendente
Alberto Pasolini Zanelli - editorialista del Giornale
Cos'hanno in comune questi autorevoli membri dell'intellighenzia (o intelighenzja o intelligenzia o come cavolo si scrive) di destra? No, non è il quoziente intellettivo...
Fanno tutti parte di FORCES, acronimo di Fight Ordinances and Restrictions to Control and Eliminate Smoking. Un'associazione che si prefigge il nobile scopo di difendere il vizio del fumo perchè tutti devono essere liberi di fare quello che vogliono. In linea di massima, fino qui non ci sarebbe nulla da obiettare, senonchè l'organizzazione sembra avere le idee un po' distorte.
A: Ad esempio perchè voi di FORCES combattete contro il salutismo?
F:"E' l'irretimento di due concetti: la salute come giustificazione di un certo tipo di totalitarismo - ergo il termine salutismo".
A: Il problema è che smettere di fumare non è una questione di salutismo, è evitare a se stessi e agli altri un bel cancro al polmone. Che mi dite del fumo passivo?
F:"L’uso della parola "tutela" al riguardo del fumo passivo è inaccettabile, perché presuppone l’esistenza di un pericolo, che di fatto non esiste al punto di causare alcun danno. Parliamo invece di fastidio reciproco che fumatori e non fumatori possono talvolta creare, gli uni col proprio fumo, gli altri con le proprie lamentele, proibizioni, paure e risentimenti indotti dall'irresponsabile propaganda di Stato".
A: Mah sarà!
Insomma, perchè vi schierate così apertamente per il fumo?
F:"Siamo convinti che fumare sia potenzialmente dannoso, ma non più dannoso di altre attività quotidiane, come bere, guidare, giocare d'azzardo, o fare del sesso.
A: Infatti chi non si scola mezza bottiglia di bourbon ogni mattina, poi si mette alla guida alla ricerca di vecchiette a cui tranciare le gambe e alla fine fa una puntatina al Casinò per spendere quei pochi soldi che non ha ancora versato all'assicurazione. Per ultimo si diletta con dell'insano sesso fino a starne male.
Ma, sentite, non credete che sia utile vietare ai giovani di fumare?
F:"Innanzitutto bisogna smettere di considerare il fumo come qualcosa di sempre e solo negativo. Il che è falso scientificamente, ed è espressione di (e porta a) pregiudizi, superstizioni e condizionamenti sociali che debilitano una società civile al di là delle limitazioni del diritto di fumare. Fumare è una scelta legittima ed accettabile come mangiare, bere, e giocare d’azzardo".
A: Invitate anche Emilio Fede. Però il fumo è considerato quasi una droga...
F:"FORCES è antiproibizionista anche sulle droghe, trova questa schizofrenia scientifica e morale estremamente ipocrita, ed assai indicativa delle perversioni politiche, morali e sociali che caratterizzano gli anni recenti".
A: Ma non avevate criticato le stanze del buco? Comunque io non so più che chiedervi... Un'ultima cosa, però, non è che siete pagati dalla Marlboro, dalla Philip Morris?
F:"No - ma non considereremmo certo immorale l'esserlo".
A: Alla salute!
Antonio Martino - ex Ministro della difesa
Giordano Bruno Guerri - direttore dell'Indipendente
Alberto Pasolini Zanelli - editorialista del Giornale
Cos'hanno in comune questi autorevoli membri dell'intellighenzia (o intelighenzja o intelligenzia o come cavolo si scrive) di destra? No, non è il quoziente intellettivo...
Fanno tutti parte di FORCES, acronimo di Fight Ordinances and Restrictions to Control and Eliminate Smoking. Un'associazione che si prefigge il nobile scopo di difendere il vizio del fumo perchè tutti devono essere liberi di fare quello che vogliono. In linea di massima, fino qui non ci sarebbe nulla da obiettare, senonchè l'organizzazione sembra avere le idee un po' distorte.
A: Ad esempio perchè voi di FORCES combattete contro il salutismo?
F:"E' l'irretimento di due concetti: la salute come giustificazione di un certo tipo di totalitarismo - ergo il termine salutismo".
A: Il problema è che smettere di fumare non è una questione di salutismo, è evitare a se stessi e agli altri un bel cancro al polmone. Che mi dite del fumo passivo?
F:"L’uso della parola "tutela" al riguardo del fumo passivo è inaccettabile, perché presuppone l’esistenza di un pericolo, che di fatto non esiste al punto di causare alcun danno. Parliamo invece di fastidio reciproco che fumatori e non fumatori possono talvolta creare, gli uni col proprio fumo, gli altri con le proprie lamentele, proibizioni, paure e risentimenti indotti dall'irresponsabile propaganda di Stato".
A: Mah sarà!
Insomma, perchè vi schierate così apertamente per il fumo?
F:"Siamo convinti che fumare sia potenzialmente dannoso, ma non più dannoso di altre attività quotidiane, come bere, guidare, giocare d'azzardo, o fare del sesso.
A: Infatti chi non si scola mezza bottiglia di bourbon ogni mattina, poi si mette alla guida alla ricerca di vecchiette a cui tranciare le gambe e alla fine fa una puntatina al Casinò per spendere quei pochi soldi che non ha ancora versato all'assicurazione. Per ultimo si diletta con dell'insano sesso fino a starne male.
Ma, sentite, non credete che sia utile vietare ai giovani di fumare?
F:"Innanzitutto bisogna smettere di considerare il fumo come qualcosa di sempre e solo negativo. Il che è falso scientificamente, ed è espressione di (e porta a) pregiudizi, superstizioni e condizionamenti sociali che debilitano una società civile al di là delle limitazioni del diritto di fumare. Fumare è una scelta legittima ed accettabile come mangiare, bere, e giocare d’azzardo".
A: Invitate anche Emilio Fede. Però il fumo è considerato quasi una droga...
F:"FORCES è antiproibizionista anche sulle droghe, trova questa schizofrenia scientifica e morale estremamente ipocrita, ed assai indicativa delle perversioni politiche, morali e sociali che caratterizzano gli anni recenti".
A: Ma non avevate criticato le stanze del buco? Comunque io non so più che chiedervi... Un'ultima cosa, però, non è che siete pagati dalla Marlboro, dalla Philip Morris?
F:"No - ma non considereremmo certo immorale l'esserlo".
A: Alla salute!
05 luglio 2006
E ora... Forza Italia!!!
Diciamo la verità, non avevamo mai sentito il bisogno di urlare a squarcia gola "Forza Italia" come in questi giorni. Abbiamo vinto la semifinale con la Germania e non l'abbiamo fatto. Domenica giocheremo la finale della Coppa del Mondo e non potremo farlo.
Se c'è una cosa per la quale io augurerò sempre il peggio a Berlusconi è proprio questa. Ci ha derubato di "Forza Italia", ci ha tolto la nostra espressione, il nostro modo di dire, la nostra esclamazione. Ci ha tolto il gusto di urlarlo alla nostra Nazionale, fuori dalla finestra, prima di un evento sportivo, tra amici, alla televisione... Insomma siamo stati spogliati di una nostra prerogativa di italiani: poterci scambiare reciprocamente l'augurio di "Forza Italia!".
Qualcuno sta facendo qualche misero tentativo di riappropiarsene, ma c'è bisogno di qualcosa di più!
Io domenica voglio gridare "Forza Italia" senza dover dare spiegazioni ai miei allibiti amici dopo che ho urlato.
O tifosi di centrosinistra e pure di centrodestra! Coalizziamoci! Orsù! Riprendiamoci la nostra esclamazione!
"Forza Italia" non dev'essere solo del 20% degli italiani, non è prerogativa degli accoliti del Nano, è nostra! Cominciamo ad usarla su larga scala, prediamo le firme, facciamo una petizione per furto aggravato di gergo sportivo, con finalità pubblicitarie. In fondo, fino ad oggi è stata proprio questa la forza di Berlusconi: appropriandosi di questo termine è come se ci avesse messo un copyright sopra, ora chiunque lo pronunci sembra che si riferisca al partito. Se si cerca su google le parole "forza" e "Italia" compaiono solo siti di Sua Emittenza. Adesso rubiamoglielo noi! Riprendiamoci ciò che è nostro. Ricominciamo ad usare "Forza Italia", togliamogli l'aura malefica che ha assunto in questi anni. Combattiamolo con le stesse armi.
Io non ho idea di come potremmo fare. Forse con un blog, scambiandoci dei banner, passando la voce. Ma entro domenica prossima dobbiamo tutti quanti poter di nuovo pronunciare "Forza Italia" senza farci rinchiudere. Io ho fatto una piccola immagine che si potrebbe usare come banner, non è granchè, ma è un inizio...
Se c'è una cosa per la quale io augurerò sempre il peggio a Berlusconi è proprio questa. Ci ha derubato di "Forza Italia", ci ha tolto la nostra espressione, il nostro modo di dire, la nostra esclamazione. Ci ha tolto il gusto di urlarlo alla nostra Nazionale, fuori dalla finestra, prima di un evento sportivo, tra amici, alla televisione... Insomma siamo stati spogliati di una nostra prerogativa di italiani: poterci scambiare reciprocamente l'augurio di "Forza Italia!".
Qualcuno sta facendo qualche misero tentativo di riappropiarsene, ma c'è bisogno di qualcosa di più!
Io domenica voglio gridare "Forza Italia" senza dover dare spiegazioni ai miei allibiti amici dopo che ho urlato.
O tifosi di centrosinistra e pure di centrodestra! Coalizziamoci! Orsù! Riprendiamoci la nostra esclamazione!
"Forza Italia" non dev'essere solo del 20% degli italiani, non è prerogativa degli accoliti del Nano, è nostra! Cominciamo ad usarla su larga scala, prediamo le firme, facciamo una petizione per furto aggravato di gergo sportivo, con finalità pubblicitarie. In fondo, fino ad oggi è stata proprio questa la forza di Berlusconi: appropriandosi di questo termine è come se ci avesse messo un copyright sopra, ora chiunque lo pronunci sembra che si riferisca al partito. Se si cerca su google le parole "forza" e "Italia" compaiono solo siti di Sua Emittenza. Adesso rubiamoglielo noi! Riprendiamoci ciò che è nostro. Ricominciamo ad usare "Forza Italia", togliamogli l'aura malefica che ha assunto in questi anni. Combattiamolo con le stesse armi.
Io non ho idea di come potremmo fare. Forse con un blog, scambiandoci dei banner, passando la voce. Ma entro domenica prossima dobbiamo tutti quanti poter di nuovo pronunciare "Forza Italia" senza farci rinchiudere. Io ho fatto una piccola immagine che si potrebbe usare come banner, non è granchè, ma è un inizio...
03 luglio 2006
Dellutrologia
Di nuovo in aula. Il tuttofare di Silvio Berlusconi è stato richiamato al banco degli imputati nel processo d'appello che lo vede coinvolto per concorso esterno in associazione mafiosa. Assieme a lui doveva esserci il boss palermitano Gaetano (detto Tanino) Cinà, venuto a mancare dopo la sentenza di primo grado. Sentenza che li ha riconosciuti entrambi colpevoli per i rispettivi reati, condannandoli il primo a 9 e il secondo a 7 anni di galera.
Che Marcello conoscesse vari esponenti di Cosa Nostra è fuor di dubbio. E' lo stesso Cinà negli anni'70 a presentare a Dell'Utri il boss Francesco Di Carlo, il quale - in seguito collaboratore di giustizia - racconterà anche di un incontro avvenuto a Milano (a metà degli anni '70) tra Cinà, Stefano Bontate e Mimmo Teresi da una parte e Dell'Utri e Berlusconi dall'altra.
Marcello Dell'Utri giura di non essersi mai accorto di aver a che fare con dei poco di buono e noi non stentiamo a credergli, soprattutto pensando al fatto che è stato Dell'Utri a portare a Villa San Martino il pregiudicato siciliano Vittorio Mangano (anch'egli mafioso) per fargli fare da stalliere. Un rapporto di lavoro, quello di Mangano, durato più anni e costellato di lieti eventi, come il tentativo di rapimento di un amico di Berlusconi e vari furti di oggetti preziosi (mai denunciati).
Ma, in fondo, ad un amico si perdona di tutto. Sì, perchè Mangano e Dell'Utri pare che fossero amici, perlomeno dal tono usato in certe conversazioni telefoniche intercettate dalla Criminalpol ("Caro Marcello", "Caro Vittorio").
Il telefono di Mangano fu messo sotto controllo dal 5 al 15 Febbraio del 1980. In quest'arco di tempo, una telefonata è particolarmente interessante. I due parlano di cavalli: il mafioso (Mangano ovviamente!) propone a Dell'Utri un affare, aggiungendo che ha il cavallo che fa per lui. La telefonata termina con un appuntamento in albergo da Mangano dove i due cerceranno di "sbrogliare" una situazione. Nulla di particolare sembrerebbe, senonchè i "cavalli", nel linguaggio di Mangano, erano delle partite di droga. Questo particolare è ricordato anche da Paolo Borsellino in un'intervista a due giornalisti francesi che ebbe luogo 48 ore prima dell'attentato di Capaci. Chiaramente nessuno ha le prove per dimostrare che quella volta i due stessero parlando di droga e non di stalloni da monta, tuttavia il dubbio resta.
Comunque il processo d'appello si è aperto. E prima o poi si chiuderà, magari illuminato dalla presenza in aula di Silvio Berlusconi (una rarità di questi tempi!) come testimone, sebbene in primo grado si fosse avvalso della facoltà di non rispondere perchè imputato di un reato connesso.
Noi aspetteremo con ansia e, perchè no, con una bottiglia in fresco.
La parte "storica" è tratta dal libro "L'odore dei soldi" di Elio Veltri e Marco Travaglio.
Che Marcello conoscesse vari esponenti di Cosa Nostra è fuor di dubbio. E' lo stesso Cinà negli anni'70 a presentare a Dell'Utri il boss Francesco Di Carlo, il quale - in seguito collaboratore di giustizia - racconterà anche di un incontro avvenuto a Milano (a metà degli anni '70) tra Cinà, Stefano Bontate e Mimmo Teresi da una parte e Dell'Utri e Berlusconi dall'altra.
Marcello Dell'Utri giura di non essersi mai accorto di aver a che fare con dei poco di buono e noi non stentiamo a credergli, soprattutto pensando al fatto che è stato Dell'Utri a portare a Villa San Martino il pregiudicato siciliano Vittorio Mangano (anch'egli mafioso) per fargli fare da stalliere. Un rapporto di lavoro, quello di Mangano, durato più anni e costellato di lieti eventi, come il tentativo di rapimento di un amico di Berlusconi e vari furti di oggetti preziosi (mai denunciati).
Ma, in fondo, ad un amico si perdona di tutto. Sì, perchè Mangano e Dell'Utri pare che fossero amici, perlomeno dal tono usato in certe conversazioni telefoniche intercettate dalla Criminalpol ("Caro Marcello", "Caro Vittorio").
Il telefono di Mangano fu messo sotto controllo dal 5 al 15 Febbraio del 1980. In quest'arco di tempo, una telefonata è particolarmente interessante. I due parlano di cavalli: il mafioso (Mangano ovviamente!) propone a Dell'Utri un affare, aggiungendo che ha il cavallo che fa per lui. La telefonata termina con un appuntamento in albergo da Mangano dove i due cerceranno di "sbrogliare" una situazione. Nulla di particolare sembrerebbe, senonchè i "cavalli", nel linguaggio di Mangano, erano delle partite di droga. Questo particolare è ricordato anche da Paolo Borsellino in un'intervista a due giornalisti francesi che ebbe luogo 48 ore prima dell'attentato di Capaci. Chiaramente nessuno ha le prove per dimostrare che quella volta i due stessero parlando di droga e non di stalloni da monta, tuttavia il dubbio resta.
Comunque il processo d'appello si è aperto. E prima o poi si chiuderà, magari illuminato dalla presenza in aula di Silvio Berlusconi (una rarità di questi tempi!) come testimone, sebbene in primo grado si fosse avvalso della facoltà di non rispondere perchè imputato di un reato connesso.
Noi aspetteremo con ansia e, perchè no, con una bottiglia in fresco.
La parte "storica" è tratta dal libro "L'odore dei soldi" di Elio Veltri e Marco Travaglio.
01 luglio 2006
E' possibile che non sapessero?
Is it conceivable or possible that an operation of that kind, with deployment of resources on that scale in a friendly country that was an ally (being a member of the coalition in Iraq), was carried out without the national authorities – or at least Italian opposite numbers – being informed?
Questo è quello che il Senatore Dick Marty ha scritto nel suo rapporto al Consiglio d'Europa a proposito del rapimento dell'egiziano Abu Omar, avvenuto a Milano il 17 giugno del 2003. Dick Marty è un esperto magistrato che ha collaborato, in passato, anche con Giovanni Falcone per alcune inchieste riguardanti giri di denaro tra la Svizzera e l'Italia.
L'assemblea ha approvato il documento, scritto dopo mesi di indagini e di raccolta di dati, con 95 voti a favore, 16 contrari e 9 astenuti. Adesso toccherà ai 14 paesi coinvolti (tra cui l'Italia) spiegare il loro eventuale ruolo nelle operazioni clandestine effettuate nell'arco di più anni sotto la guida diretta della CIA. Ruolo spesso limitato alla semplice tacita autorizzazione, ma che raggiunge limiti inconcepibili in paesi come Polonia e Romania dove, secondo il rapporto, vennero istituiti dei veri e propri campi di prigionia.
Insomma anche l'Italia dovrà fornire delle spiegazioni sul rapimento di Abu Omar. In un mio precedente post ho già trascritto le pagine del rapporto che si occupano del nostro paese, chiunque fosse interessato lo troverà in archivio.
Quello che bisogna ricordare è che tali rapimenti erano volti a trasferire persone, che avevano chiesto asilo politico in Europa, verso paesi dove la tortura è un mezzo d'indagine perfettamente lecito. I meno fortunati di questi sospetti terroristi sono stati inviati a Guantanamo dove, non c'è bisogno di ricordarlo, la violazione dei più basilari diritti dell'uomo è all'ordine del giorno.
Queste foto mostrano uno dei tanti trasferimenti di terroristi verso la base in territorio cubano. Com'è facile vedere non viaggiano certo in prima classe. Nessuno pretende che dei criminali debbano pasteggiare a caviale e champagne, ma queste immagini mostrano chiaramente come le loro condizioni siano ben al di sotto degli standard minimi della Convenzione di Ginevra.
Secondo un rappresentante del Pentagono queste foto "appear to be genuine". Molto probabilmente si tratta di prigionieri che seguivano la rotta Afghanistan-Turchia-Guantanamo. Potrei sbagliarmi, ma non mi risulta che in Italia queste ed altre immagini di questo tipo, siano mai state pubblicate.
Aspettiamo con ansia quello che avrà da dire il buon Gianni Letta sul comportamento dello scorso governo. I nodi vengono sempre al pettine.
Questo è quello che il Senatore Dick Marty ha scritto nel suo rapporto al Consiglio d'Europa a proposito del rapimento dell'egiziano Abu Omar, avvenuto a Milano il 17 giugno del 2003. Dick Marty è un esperto magistrato che ha collaborato, in passato, anche con Giovanni Falcone per alcune inchieste riguardanti giri di denaro tra la Svizzera e l'Italia.
L'assemblea ha approvato il documento, scritto dopo mesi di indagini e di raccolta di dati, con 95 voti a favore, 16 contrari e 9 astenuti. Adesso toccherà ai 14 paesi coinvolti (tra cui l'Italia) spiegare il loro eventuale ruolo nelle operazioni clandestine effettuate nell'arco di più anni sotto la guida diretta della CIA. Ruolo spesso limitato alla semplice tacita autorizzazione, ma che raggiunge limiti inconcepibili in paesi come Polonia e Romania dove, secondo il rapporto, vennero istituiti dei veri e propri campi di prigionia.
Insomma anche l'Italia dovrà fornire delle spiegazioni sul rapimento di Abu Omar. In un mio precedente post ho già trascritto le pagine del rapporto che si occupano del nostro paese, chiunque fosse interessato lo troverà in archivio.
Quello che bisogna ricordare è che tali rapimenti erano volti a trasferire persone, che avevano chiesto asilo politico in Europa, verso paesi dove la tortura è un mezzo d'indagine perfettamente lecito. I meno fortunati di questi sospetti terroristi sono stati inviati a Guantanamo dove, non c'è bisogno di ricordarlo, la violazione dei più basilari diritti dell'uomo è all'ordine del giorno.
Queste foto mostrano uno dei tanti trasferimenti di terroristi verso la base in territorio cubano. Com'è facile vedere non viaggiano certo in prima classe. Nessuno pretende che dei criminali debbano pasteggiare a caviale e champagne, ma queste immagini mostrano chiaramente come le loro condizioni siano ben al di sotto degli standard minimi della Convenzione di Ginevra.
Secondo un rappresentante del Pentagono queste foto "appear to be genuine". Molto probabilmente si tratta di prigionieri che seguivano la rotta Afghanistan-Turchia-Guantanamo. Potrei sbagliarmi, ma non mi risulta che in Italia queste ed altre immagini di questo tipo, siano mai state pubblicate.
Aspettiamo con ansia quello che avrà da dire il buon Gianni Letta sul comportamento dello scorso governo. I nodi vengono sempre al pettine.
Iscriviti a:
Post (Atom)