Siamo arrivati. Dopo qualche giorno di quieta crociera, finalmente i nostri baldi militari hanno messo piede sul suolo libanese. Tutti con l'equipaggiamento nuovo, tutti col basco azzurro d'ordinanza e tutti ottimisti. Anche i libanesi erano felici di vederli, almeno stando alle dichiarazioni raccolte e selezionate dai giornalisti sul posto.
Tanto per farci riconoscere ovunque, manco è passato un giorno che già si sta organizzando una partitella Italia-Francia con i soldati francesi dell'Unifil.
Intanto, in Italia, se ne sentono di tutti i colori. C'è addirittura chi afferma che non vi è alcuna differenza tra la missione in Afghanistan e questa in Libano. Ricordare a queste persone i motivi che ci hanno inizialmente condotto là, e che profonda differenza ci sia tra vestire le insegne dell'Onu e non farlo, è come cercare di insegnare la matematica ad un ungulato: non ne verrà niente di buono e avrete solo perso molto tempo.
Tanti si interrogano anche sui costi della missione. Strano che a preoccuparsene siano gli stessi individui che hanno autorizzato una valanga di scampagnate di guerra al seguito del nostro alleato siderostrisciato. Ma forse sono malizioso.
Il governo ha stanziato 200 milioni di euro per mandare in Libano 2.000 soldati. In Afghanistan, ogni sei mesi, l'Italia paga una bolletta di 160 milioni di euro, mentre in Iraq, fino ad oggi, abbiamo "investito" circa 630 milioni. Queste cifre iperboliche si riferiscono alle spese militari (stipendi, pieni di benzina e pranzi al sacco). Le spese umanitarie, ovvero la scusa per la quale siamo andati in guerra, sono di gran lunga inferiori, quasi ridicole al confronto (più o meno il rapporto è di uno a dieci).
Tutta questa informazione pilotata e mal gestita, sta creando un sacco di confusione tra la gente. Un sondaggio di Ipsos, per l'Associated Press, mette in luce proprio questo aspetto. Secondo il 54% della popolazione campionata, infatti, la missione è troppo costosa e sarebbe stato meglio utilizzare quei soldi per alleggerire la finanziaria. Allo stesso tempo però, il 50% è sostanzialmente d'accordo che l'Italia partecipi alla missione in Libano, mentre solo il 27% non è d'accordo (e tra questi, oltre a Calderoli, ci si può mettere anche un bel po' di pacifisti duri e puri). Un dato interessante è quello riguardante la linea di politica internazionale da seguire: il 69% afferma che bisogna impegnarsi a rendere più forte il ruolo dell'Europa, mentre solo il 25% vorrebbe continuare a fare comunella con Bush. Bilancio sostanzialmente positivo, mi sembra. Adesso non rimane che attendere per vedere se i militari saranno capaci di gestire una missione di peacekeeping (la prima vera dopo molto tempo) senza dimostrarsi dal grilletto facile. Ma soprattutto resta da vedere se riusciranno a battere i francesi su campo neutro. Le testate, col casco, dovrebbero fare male...
02 settembre 2006
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25 commenti:
POVERO ATTILA, SEI PROPRIO IRRECUPERABILE
Grazie anonimo.
lo prendo per un complimento.
Quelle persone per le quali non vi è alcuna differenza tra la missione in Afghanistan e quella in Libano son quelle a cui non importa chi coinvolge e dove si svolge, ma si accontentano del fatto che vi sia un conflitto in corso ...
Che vergogna...
@nicolò
Hai ragione... credo che guerrafondai definisca bene queste persone. Da una parte capisco anche chi, profondamente pacifista, preferirebbe che al posto dei soldati vadano in Libano solo le ONG. Ma credo che una missione di peacekeeping, sotto il controllo dell'ONU, possa essere una cosa buona ed un tentativo utile per iniziare il processo di pacificazione dell'area. Ancora di più se l'appello di D'Alema per i caschi blu a Gaza sarà ascoltato...
DIRE CHE I MILITARI ITALIANI SONO DAL GRILLETTO FACILE E' PROPRIO DA MENDECATTI
@Anonimo.
Ti ringrazio per l'apprezzamento e per il tentativo di costruire una discussione civile.
E' la prima volta che mi tocca citare un mio post:
"Adesso non rimane che attendere per vedere se i militari saranno capaci di gestire una missione di peacekeeping (la prima vera dopo molto tempo) senza dimostrarsi dal grilletto facile".
Mi sembra sostanzialmente lampante che non è offensivo nei confronti dei militari italiani, ma mi riferisco all'atteggiamneto necessario in una missione di peacekeeping, così diversa da ogni altro tipo di missione. Gli stessi comandanti si augurano che vada tutto bene ed ammettono che per molti soldati si tratta di qualcosa di nuovo.
Purtroppo non sono mancati sciagurati esempi isolati di militari che non si sono comportati in maniera totalmente ligia, ad esempio durante la battaglia dei ponti a Nassirya, documentati anche attraverso inchieste video.
E visto che quello che è successo una volta potrebbe succedere di nuovo, il mio auspicio è che i nostri soldati riescano a dimostrare di saper gestire una situazione potenzialmente di rischio, tutto qui.
Ovviamente pensala pure come ti pare, anzi, se riuscissi ad argomentare le tue idee con un linguaggio che superi le dieci parole, sarei anche interessato alle tue opinioni. Saluti
I MILITARI DAL GRILLETTO DIFFICILE IN GENERE MUOIONO
Spiacente, solo 8, le parole.
I MILITARI DAL GRILLETTO DIFFICILE IN GENERE MUOIONO FACENDO LA FINE DEI FESSI
Ok, così va meglio. Ah, si dice mentecatto
CHE PALLE, ATTILA!
ALLORA SI DICE atteggiamento E NON "atteggiamneto"
HAI PARLATO DI GRILLETTO FACILE PER AVERE UNA CARTA YOLLY DA GIOCARE NEL CASO IN CUI LE COSE DOVESSERO PRECIPITARE IN LIBANO.
POTRAI SEMPRE, INFATTI, ACCUSARE I NOSTRI DI GRILLETTO FACILE.
Io non intendo accusare nessuno, non capisco perchè dovrei. A meno che, chiaramente, ciò non fosse giustificato. Ma non credo sarà questo il caso, almeno spero.
Il problema principale è che non è una cosa semplice garantire la sicurezza di un'area quando ci sono così tanti "attori" in gioco: l'esercito regolare libanese, le milizie sciite, il blocco aeronavale israeliano, la popolazione civile... Il rischio di passi falsi è altissimo. Per questo è necessario che i nostri soldati capiscano bene il ruolo "umanitario" che devono svolgere, prima ancora che militare. Gli inizi sono promettenti, per ora, vedermo in seguito.
Inoltre, se ti leggi i miei precendenti post, scoprirai che sono totalmente a favore della missione Unifil e del ruolo che l'Italia ha scelto d'interpretare.
GIA', DOVEVO CAPIRE DAL TITOLO DEL POST COSA INTENTI TU PER MISSIONE UMANITARIA.
ANDIAM, ANDIAM SONO LE PAROLE DEI SETTE NANI AI QUALI TU TI ISPIRI NEL PENSARE AI NOSTRI MILITARI.
E COME NELLA FAMOSA FAVOLA, SE CI SCAPPA IL MORTO, I SETTE NANI SI DEVONO LIMITARE SOLO A PIANGERE BIANCANEVE IN ATTESA DELL'ENNESIMO ARRIVO DEL PRINCIPE VESTITO D'AZZURRO, IL SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU...
Bella ipotesi.
Resta da capire chi siano i sette nani. Uno è sicuramente Berlusconi, gli altri chissà.
Comunque, visto che vogliamo proprio ridurci a discussioni di questo tenore puerile (ringrazia che ho tempo da buttare), vorrei ricordarti che la canzoncina faceva "Andiam, andiam, andiamo a lavorar... firulì firlulà ecc.ecc.". Insomma si va a lavorare, non a sforacchiare civili o a torturare presunti terroristi. Ed è questo quello che volevo sottolineare col titolo del post il cui sentito, all'inizio, voleva avere solo un'accezione ironica.
Adesso, se non hai di meglio da propormi (ad esempio qualche argomento giuridico o politico a favore delle tue iperboli), direi di terminare qui questa sagra del surreale, oppure possiamo continuare ad insultarci tra le righe: tu continui a darmi dell'antipatriottico mendecatto e io continuo a supporre che tu sia solo un buontempone.
ANDIAM, ANDIAM...
Stamattina, durante un dibattiti televisivo, Marco Rizzo consigliava di non lasciarsi prendere da un precoce entusiasmo per questa missione, come hanno fatto e stanno facendo molti nostri politici, e poneva un dubbio: dal momento che l'intento degli Stati Uniti sembra essere quello di una guerra contro l'Iran, potrebbe esserci la possibilità che il contingente militare internazionale si trasformi in una specie di avamposto per questa futura operazione militare; naturalmente esiste anche la possibilità che tutti auspichiamo che questo non si verifichi e che la missione si riveli realmente di peacekeeping.
A mio parere occorre momentaneamente, e lo dico per gli entusisti, "sospendere il giudizio", aspettando di vedere l'evoluzione della situazione. Il movimento pacifista, come dice Agnoletto, non è andato in vacanza, il suo compito è di monitorare attentamente che questa missione non rischi di trasformarsi in una tragedia simile alle altre e richiedere l'immediato ritiro delle truppe nel caso in cui questo avvenga.
Mi piacerebbe sapere il tuo giudizio a questo proposito! Ciao!
@chiara
Condivido in parte quello che dicono sia Rizzo sia il molto più esperto Agnoletto.
Tuttavia trovo che un po' di entusiasmo per questa missione non guasti: intanto per il semplice fatto che noi italiani siamo finalmente riusciti ad uscire dall'imbarazzante empasse che ci ha visto per 5 anni indissolubilmente legati alla politica di Washington. Un indubbio successo diplomatico. Inoltre, la possibilità che partecipino alla missione anche paesi musulmani (primo fra tutti, pare, il Qatar!) mi sembra una cosa stupenda. Per quello che riguarda l'invio di truppe armate, una soluzione sempre mal vista (spesso a ragione) da chi auspica la pace, credo che non vi fosse molta altra scelta: l'incertezza della situazione, i rischi per la popolazione civile, la possibilità di una rottura della tregua, il blocco israeliano, tutti elementi che avrebbero messo seriamente a rischio l'invio di aiuti semplicemente umanitari.
Per farla breve sono felice che si sia riusciti, quanto meno, a fermare la violenza, per il resto vedremo! ;-)
Tu invece che ne pensi, credi che sia davvero possibile una guerra con l'Iran? Io sono molto dubbioso in proposito...
Andremo a sminare, come il solito. E i giornalisti embedded diranno mane e sera quanto bene ci vogliono i libanesi.
Questa missione è leggermente surreale. Si manda l'ONU a separare due fazioni, una delle quali si rifiuta sistematicamente di obbedire alle risoluzioni dell'ONU.
ANDREMO, LAMEDUCK?
MA DOVE VUOI ANDARE ? !
TU RIMARRAI SEMPRE A DEBITA DISTANZA, SEDUTA IN POLTRONA A FARE LA PACIFINTA SACCENTE!
@ attila
ciao, l'ipotesi non mi sembra così assurda. A me pare che gli Stati Uniti non aspettino altro, magari sono solo prevenuta, ma ormai, visto l'andazzo, ogni volta che si comincia a parlare di stati che possono costituire una minaccia, mi aspetto la guerra preventiva da un momento all'altro, lo so sono pessimista...naturalmente mi auguro che, almeno questa volta, l'Europa assuma una posizione forte basata sulla diplomazia e su interventi non violenti e che non si faccia trascinare nell'ennesima guerra...
Poi cio' che in casi come questi mi lascia sconcertata è l'uso dei famosi "due pesi e due misure": è lodevole cercare di fermare l'arricchimento in uranio dell'Iran, ma mi fa ridere (d'amarezza) il fatto che a scandalizzarsi siano gli Stati Uniti che possiedono 50000 testate nucleari, ognuna delle quali un milione di volte più potente di quella usata a Hiroshima. Perchè di questo nessuno, Europa compresa, non parla mai? E' tabù? Perchè nessuno chiede il disarmo degli Stati Uniti d'America? E' naturale che se la più grande potenza mondiale è armata fino ai denti gli altri vogliono esserlo altrettanto! Il disarmo (di tutti) è l'unica soluzione per la sopravvivenza del pianeta...
@anonimo (se scegli "altro" puoi scrivere il tuo nome, o ti vergogni??)
tu invece cosa fai per contribuire alla pace nel mondo?
@chiara
Sul problema del disarmo sono d'accordissimo, tuttavia sappiamo che parliamo più a livello ipotetico che reale, in quanto non credo esista nazione al mondo che abbia la volontà seria di perseguire il disarmo.
Per quello che riguarda la possibilità di una guerra tra Iran e USA, io non la vedo possibile perchè mi metto nei panni degli Americani:
- l'opinione pubblica è già esasperata da due campagne militari disastrose in Afghanistan e Iraq che per ora portano solo oneri e nessun onore.
- Gli interessi economici delle altre potenze in Iran non garantirebbero agli USA di trovare l'appoggio politico necessario sia alle Nazioni UNite che fuori
- La mancanza di interlocutori in medio oriente, così lampante in questa crisi libanese, non garantirebbe agli USA l'appoggio degli altri paesi dell'area.
- La consistenza dell'esercito Iraniano non è certo quella delle milizie talebane o dei militari Iracheni, piegati da più di 10 anni d'embargo.
- L'impegno economico già enorme e la quantità di soldati già dislocati in altri paesi che non potrebbero essere spostati in Iran con molta facilità.
- La posizione "indipendente" della politica europea: gli USA non avrebbero certo l'appoggio di Spagna e Italia così come fu per l'Iraq essendo cambiati i governi.
Insomma, se io fossi negli Stati Uniti ci penserei non una ma 100 volte prima di impelagarmi in un'ennesima guerra.
Cara chiara io faccio esattamente quello che fai tu, cioè niente.
In più solo quella di non farmi illusioni.
Tu stessa hai detto:"E' naturale che se la più grande potenza mondiale è armata fino ai denti gli altri vogliono esserlo altrettanto!".
Infatti sono nella natura dell'uomo la bramosia di potere, l'invidia, l'odio, la prepotenza ecc.
Siccome è impossibile eliminare questi difetti, l'umanità sarà sempre soggetta a grossi problemi, per esempio le guerre, ecc.
In ultimo, lo sai o no che le bombe atomiche non ce l'hanno solo gli Stati Uniti?
Caro anonimo (avrai un nome ma a noi non è dato saperlo). Mi stupisce un po' constatare che tu sei a conoscenza di cosa faccio o non faccio io per la causa della pace...mi complimento per la chiaroveggenza, dato che neanche ci conosciamo, ma lasciamo stare...
Non mi sembra di avere scritto da nessuna parte che gli Stati Uniti sono gli unici a possedere la bomba atomica. Constato solamente che la più grande potenza mondiale, che possiede decine di migliaia di bombe atomiche con le quali potrebbe FAR SCOMPARIRE OGNI FORMA DI VITA DALLA FACCIA DELLA TERRA, si stupisce e si scandalizza se altri paesi vogliono armarsi a loro volta! Torno a ribadire che io sono per il DISARMO MONDIALE, cioè di tutti i paesi: e non solo per una questione di puro pacifismo e nonviolenza(che a voi di destra fanno tanto venire l'orticaria), anche solo per una questione di spravvivenza: infatti la quantità e la QUALITA' (intesa come efficienza distruttiva) delle armi attuali sono tali da rappresentare per davvero una minaccia per la vita sul pianeta!
Allora ben venga ogni sforzo per il disarmo dell'Iran e di altri paesi, ma lo stesso sforzo dovrebbe essere indirizzato anche verso paesi ben più armati e potenti!
Chiara visto che mi dai del chiaroveggente senza però nominare i tuoi meriti di pacifista nonviolenta, chiarisci tu cosa fai per la pace nel mondo.
"Constato solamente che la più grande potenza mondiale, che possiede decine di migliaia di bombe atomiche con le quali potrebbe FAR SCOMPARIRE OGNI FORMA DI VITA DALLA FACCIA DELLA TERRA..."
Torno a farti notare che ti scordi, per esempio, delle decine di migliaia di testate nucleari lasciati in eredità dall'ex Unione sovietica alla Russia e paesi limitrofi, per le quali non vi siete mai sognati di sfilare per chiederne il disarmo!
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