24 giugno 2006

Silenzio

Anche la campagna per il referendum è finita e come sempre, il giorno che precede le elezioni, vige la regola del silenzio di riflessione. Da buon blogger che rispetta le consuetudini di questo nostro pittoresco paese (...speriamo non lo diventi ancora di più. Ops, mi è scappata!) mi sembra giusto non violare le 24 ore franche che ci dividono dal voto.
Già, ma su cosa potremmo riflettere? In fondo chi, come il sottoscritto, ha partecipato attivamente alla campagna referendaria ha ben poco a cui pensare, visto che sa già benissimo cosa votare e perchè. Il rischio è quello di passare una giornata a farsi divorare dall'ansia per uno scrutinio che inizierà solo tra due giorni. Dobbiamo trovare qualcosa per ingannare il tempo. Esclusi Risiko (troppo imperialista), Monopoli (troppo capitalista) e Trivial Pursuit (troppo difficile), la scelta risulta costretta tra contarsi i peli del naso e accendere il televisore. Direi che anche l'ipotesi dei peli può essere scartata senza troppi rimpianti, perciò resta la TV.
Ma i programmi sono sempre gli stessi, eppoi si rischia di incappare in qualche telegiornale politicamente schierato (a destra) e rovinarsi l'appetito e la salute.
Una soluzione però c'è: possiamo evitare di abbandonare la politica e riuscire comunque a non parlare del referendum, senza paura di farci masochisticamente del male psichico. Che ne dite? Vi piace come idea?
Ho ripescato il video della trasmissione Satyricon di Daniele Luttazzi, il giorno in cui invitò Marco Travaglio a parlare del suo libro "L'odore dei soldi", recentemente sdoganato dalla magistratura (avendo Berlusconi perso la causa per diffamazione nel febbraio di quest'anno) e quindi di nuovo attuale. Rivedere questo video mi ha fatto bene, una vera panacea per i miei acciacchi elettorali. E' stato quasi romantico, come quando si guardano le vecchie cassette dei filmini di famiglia e si ripensa a come si vivesse bene allora. L'effetto che il filmato ha avuto su di me è stato questo; per un attimo mi sono quasi commosso. Purtroppo questo sentimento era misto alla rabbia, rabbia profonda, perchè tutti sappiamo cosa successe dopo: a "causa" di quest'intervista, Silvio Berlusconi emise il famigerato editto bulgaro contro Luttazzi (e Santoro e Biagi, ma per altre ragioni).
Ma perchè, perchè glielo abbiamo lasciato fare? Perchè non siamo riusciti ad impedirglielo? Perchè non ci siamo ribellati? Forse lo abbiamo fatto, è vero, ma evidentemente non era abbastanza. Dovevamo lottare per loro tre, non solo per noi stessi. Col senno del poi, mi chiedo se davvero non avremmo potuto ostacolarlo di più, impedirgli di prendersela con tre persone come ce ne sono poche in giro di questi tempi. Licenziati in tronco. Costretti ad un esilio cupo, perseguitati dai "baroni" del Cavaliere e dalla gran massa di persone che allora (e purtroppo ancora oggi) credevano nelle realtà virtuali di Berlusconi.
Biagi, Santoro, Luttazzi, potrete mai perdonarci?



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4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma stra-vaffanculo tu e quei miseri portaborse sinistrati sinistrorsi

Anonimo ha detto...

Per ammonire sul "disastro istituzionale" cui andrebbe incontro l'Italia in caso di vittoria del SI, Fassino nel comizio di chiusura della campagna contro il referendum(sentito a Radio Radicale) dice che "non si tratta di una riforma ma dello smantellamento della costituzione con la modifica di 50 articoli su 150". Mi fermo qui, caro Fassino; anzi mi fermo all'art 139("la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale"), perchè tanti ne conta di articoli la nostra Carta Costituzionale. Forse Piero Fassino(che resta indubbiamente l'unico simpatico e apprezzabile dell'Unione) voleva dare una mano alla Cdl, perchè è ancora più "grave" riformarne 50 su 139, oppure intendeva riferirsi al numero aggiornato dei sottosegretari del governo Prodi.

attila ha detto...

In effetti se ha detto "150 articoli" ha toppato alla grande. Non è neppure giustificabile se avesse sommato gli articoli della costituzione con le norme transitorie, perchè anche in quel caso la somma non sarebbe 150 ma 157. Insomma, grazie al cielo Fassino non progetta case, ma fa politica.
Tuttavia, al di là dei numeri, il concetto che Fassino ha tentato di esprimere è da considerarsi valido.
Mi spiego:
oltre all'art.139, la Corte Cost. ha sentenziato che esistono anche una serie di limiti impliciti alla revisione costituzionale. In pratica tutti i diritti delle libertà e i principi fondamentali della prima parte della costituzione. Esclusi quelli, e un'altra manciata di articoli sparsi in mezzo, 50 articoli possono esere considerati una revisione totale del testo costituzionale.
Altra cosa che viene obiettata (secondo me a ragione) è la modifica della forma di governo, cioè dei mezzi con cui si intende raggiugere il fine collettivo della nostra società. In pratica passeremmo da una repubblica parlamentare ad una repubblica presidenziale (federale o no poco importa), visti soprattutto gli enormi poteri del "premier" del tutto simili a quelli del presidente nella costituzione russa del 1993 (che, in effetti, è catalogata come semi-democrazia).

Non mi sembra comunque il caso di instaurare una discussione sul tema, vista soprattutto l'enorme quantità di materiale buttato nella mischia sia da una parte che dall'altra. Inoltre siamo in piene consultazioni.

Rimandiamo la discussione a dopo e che vinca il migliore!

Anonimo ha detto...

luttazzi santoro & compari..perdonateci: non vi abbiamo mandato dei sicari per redimervi dalla vostra esisteza di parassiti!