03 settembre 2006

Lavori in corso

Stavolta tocca al senatore Guzzanti, dalle colonnine del Giornale, portare avanti il tentativo di risciacquo del progetto Forzaitaliota. Un tentativo che va avanti già da un bel po', per l'esattezza dalla non-sconfitta elettorale delle politiche. Da quel giorno (e confermata, in seguito, dalle devastanti amministrative e dal referendum) si è aperta, all'interno del partito di Publitalia, una profonda crisi d'esistenza. Chi siamo? Dove andiamo? Che facciamo ora? Chi ha portato l'insalata di pasta? Tutte domande a cui è difficile rispondere.
In particolare, tutte domande rivolte verso un ignoto futuro. E sì, perchè quello che veramente manca, all'azienda di Berlusca, è proprio il passato. Non c'è. Non può esserci. Nemmeno dopo vari tentativi di appropriazione indebita del pensiero di De Gasperi e Sturzo, subito denunciati dai legittimi eredi centristi ed ex-popolari di destra e di sinistra. Forza Italia non ha una storia, nè di cui vantarsi nè di cui vergognarsi. La sua storia inizia in seguito alla crisi interna di Mediaset nel 1992, con la Finanza alle calcagna, che costrinse il suo proprietario a rivolgersi a Craxi, che divenne il patron del piano, e ad un ex Democristiano, Ezio Cartotto, incaricato di instradare i dirigenti di Publitalia alla politica, il famoso progetto "Botticelli".
Così nacque Forza Italia, utile strumento elettorale nelle mani dell'ippodromico Berlusconi. Da allora non hanno fatto altro che susseguirsi successi su successi, alimentati anche dal fattore "novità" e dalle promesse più o meno grandi del suo leader. Ma fino ad oggi non vi era mai stata crisi al suo interno. La parentesi del primo governo Prodi non era sufficiente ad accendere la miccia. Solo queste ultime elezioni, esasperate dai toni di Berlusconi sullo stile "O si vince o si muore!" hanno finalmente mostrato la ferita aperta nel partito. E questa ferita dev'essere ricucita, al più presto. Troppi interessi, troppi soldi in ballo, la possibilità di finire l'opera iniziata con la passata legislatura, il rischio di futuri processi, così tanti politicanti che resterebbero senza casa...
"Il presidente di Forza Italia deve rendersi conto che ha inventato il partito, ha inventato il nome e il logo, le bandiere e l'inno, ha inventato uno stile vincente (quando vince), ma non ha inventato il suo elettorato che, come notava Baget Bozzo, non è di centro e non è di destra e dunque non è di centrodestra". Dice Guzzanti. E allora cosa siete? Cosa votavano gli elettori di Forza Italia prima di Forza Italia?
Votavano a destra, o al massimo al centro, non certo a sinistra, poco ma sicuro. A parte Guzzanti, Bondi, Adornato ed un altro paio di illuminati (dal capo o dai riflessi d'oro dei rolex?), tutti gli elettori di Forza Italia si collocano inesorabilmente nel centrodestra.
"Il nostro è un partito di ideali. Il minimo comun moltiplicatore è l'anticomunismo democratico liberale e di sinistra. Ciò che unisce la sinistra italiana è il filocomunismo, non importa in quale salsa.
La questione impronunciabile, l'eredità del comunismo (e del fascismo) spacca ancora l'Italia in due. Noi abbiamo bisogno di dare spazio a gente che sappia interpretare questa alleanza fra gente libera"
. Cos'è il minimo comun moltiplicatore? Comunque, a parte questo, di che libertà si tratta? Libertà da cosa? Da chi? La libertà si è trasformata in un concetto vuoto, usata così a sproposito, utile solo a riempire i discorsi di retorica spicciola e di ben poca politica.
Non rimane che attendere, vedere cosa si inventeranno, cosa diverranno, di che colore sarà il coniglio che tireranno fuori dal cilindro. Nel frattempo Berlusconi continua a giocare a fare il Presidente del Consiglio, facendosi intervistare in un falso studio di Palazzo Chigi e inviando i suoi adepti ad arringare le folle contro il conflitto d'interessi. Non vogliono farlo governare, dicono. Quando? Tra cinque anni? Tra due? Tra dieci? Non si sa. L'unica cosa certa è che ancora non si vede un partito, si vede solo una persona con un codazzo di fans.

1 commento:

Nicolo' ha detto...

Vedremo, prima o poi qualcosa accadrà... ma sono proprio curioso di sapere cosa...