11 settembre 2006

Va' dove ti porta il Cavaliere...

...foss'anco all'inferno.
Credo si possa sintetizzare così la linea politica che stanno seguendo i vertici di Alleanza Nazionale, ciechi al fatto che la Casa delle Libertà ormai è solo un ricordo. E non solamente per la presa di posizione dell'UDC. Oggi anche Bossi (da non crederci) ha ribadito che i gerarchi leghisti non voteranno contro l'ONU perchè "quelle popolazioni hanno bisogno di aiuto, non si possono abbandonare".
Insomma il voltafaccia a metà di Berlusconi sul voto per la missione in Libano, non ha raccolto il successo sperato. Solo Fini è rimasto fedele a Sir Silvio, nella speranza, soprattutto, di riuscire a brillare di luce riflessa.
I guai del Capoccia di AN sono molti: la sua posizione all'interno dell'arco costituzionale non gli permette certamente la stessa mobilità d'azione che ha Casini; inoltre le sue aspirazioni di governo (necessitate anche da dover mantenere la leadership di un partito che può estremizzarsi da un giorno all'altro) non gli permettono di prescindere dal Cavaliere, unico suo appiglio per raggiungere palazzo Chigi.
In tutto questo rimestare e scervellare però, Gianfranco Fini dimentica un piccolissimo particolare. I suoi elettori non funzionano come quelli di Forza Italia. Alleanza Nazionale è un partito nel senso tradizionale del termine, non è sorretto dal culto della personalità e la sua base non è composta da zeloti pronti ad immolarsi per il bene del proprio idolo. La base preme, i dirigenti scalpitano e Fini non ha trovato niente di meglio che appoggiarsi, ancora e ancora, a Silvio Berlusconi.
I suoi calcoli potrebbero presto rivelarsi errati in modo irreparabile.
Un sondaggio di Ipsos per Apcom, sulla leadership politica, mette in luce alcune cose interessanti. La prima fra tutte è che Berlusconi raccoglie consensi solo dalla propria parte politica, mentre sia Fini che Casini sono molto apprezzati, non solo dal proprio elettorato di riferimento, ma anche da elettori di altre formazioni partitiche e perfino del centro-sinistra. L'indice di "simpatia" di Fini (69 a luglio) è il più alto di tutti i leader del centro-destra, subito seguito da Casini (61). Berlusconi è solo al terzo posto con un misero 51.
Se questi dati fossero veri (e credo che lo siano, per quanto possono esserlo dei sondaggi), qualunque persona sana di mente farebbe una seria riflessione sul proprio futuro. E' chiaro che gran parte dei voti che Fini avrebbe potuto prendere se li è giocati proprio per essere rimasto incollato al Nano di Arcore.
Berlusconi ormai sta stretto a questa coalizione e sta ancora più stretto alla maggioranza, la quale ha imparato a non temere più le sue fesserie. Casini si è avviato all'emancipazione dal Cavaliere, imboccando una strada con la quale si divincolerà dalla morsa della CDL per far fortuna altrove (spero non a sinistra), Fini forse lo seguirà, quando gli si apriranno gli occhi e le orecchie e quando si renderà conto che razza di compagni di letto si è trovato.

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